Seguiamo il pioniere di questa scienza negletta in un viaggio fra i cartelli dei bagni dei bar, che inizia con un "orinare dentro" e finisce con una protesta civile
di Andrea Ferrari
La latrinologia studia il grido di dolore del gestore del più utile dei servizi, il cesso del bar, dove anche i più algidi riparano quando tutto sembra perduto. Tra le molteplici forme di comunicazione scritta, essa rimane ingiustamente trascurata dall’accademia, negletta, a torto ritenuta indegna di analisi e commento. Perché ciò accada proprio non so. Con umiltà e certosina pazienza, complice una vescica incline all’indisciplina, vado collezionando da tempo questi messaggi, fotografandoli col mio cellulare per poi rileggerli quando il ru
Un quadretto familiare tradizionale, la colonna sonora operistica, la rivisitazione del classico gioco dei doppi e degli equivoci, e persino un Andy Garcia che somiglia in modo inquietante a Bonolis. Così l'isoletta nel cuore di New York sembra fin troppo familiare...
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Il regista De Felitta ha un passato intenso di sceneggiatore e di musicista jazz. E si vede. Probabilmente ha anche lontane origine italiane, che non siamo però riusciti ad appurare. Perché fin dalle prime inquadrature spira un’arietta casereccia. Un po’ forse in ragione del fatto che Andy Garcia, condannato dalla maturità ad una circonferenza addominale da gestante, ricorda in più di un’espressione Paolo Bonolis. Poi, perché nella presa in giro di Marlon Brando, e quindi dell’Actors’ studio e del metodo di recitaz
Due letture vacanziere che parlano di genitori e figli. E assicurano risate amare e lacrime caustiche
di Alessandra Minervini
Dieci pellicole recenti ma già da rivedere: consigli d'autore per i pomeriggi afosi e i temporali improvvisi
di Marinella Doriguzzi Bozzo e Andrea B. Previtera
L'autore de Il tempo materiale torna in libreria con Spaesamento: tre giorni di fine agosto tra Mondello e piazza Politeama. Per comprendere gli abissi della città e dell'Italia di Berlusconi, con una scrittura precisa come un bisturi
di Matteo Di Gesù
Ogni estate, nelle città semideserte si ripete il rituale del Gran Mischione. Un'usanza antica e crudele, che trasforma i gelati in vaschetta offerti agli amici in orribili blocchi ghiacciati multigusto. E' giunto il momento di dire basta
di Arrigo Roveda
Cade il prossimo 2 agosto il triste anniversario della strage che fece 85 vittime. Mentre il luogo della tragedia viene riconosciuto patrimonio dell'Unesco, L'estate spezzata, documentario di Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, mostra oggi chi è sopravvissuto e chi ha perso un caro: vite sospese a causa di una verità che ancora non c'è
di Alessandra Testa
Sullo sfondo scorrono le immagini di quella terribile mattina. Il famoso autobus 37, usato per trasportare i feriti in stazione. E tanti uomini qualunque che si inventano soccorritori per salvare più persone possibili da sotto la macerie. Nell’anno in cui Bologna commemora il trentesimo anniversario della bomba alla stazione, due giovani giornalisti di belle speranze presentano il documentario L’estate spezzata. Il 2 agosto del 1980 Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, rispettivamente classe 1979 e 1978, non erano che bambini. Eppure il loro primo lavoro lo hanno voluto de
Torna il documentarista comico Morgan Spurlock, famoso per aver provato su di sé una dieta di soli cibi McDonald's in Super Size Me. Adesso gira il mondo sulle tracce del ricercato n.1: facendo alcune scoperte, a beneficio soprattutto dell'americano medio
di Simone Dotto
Qualche mese dopo l’11 settembre 2001, le terribili immagini dell’attacco alle Torri Gemelle cedono ufficialmente il posto ai filmati prestati della tv araba Al Jazeera: Osama Bin Laden fa il suo esordio sui teleschermi di mezzo mondo. Da quel momento in poi - grazie a una heavy rotation di video che nemmeno Madonna - il sunnita barbuto darà finalmente un volto al terrore degli Stati Uniti e dell’Occidente intero: quella che fino ad allora era stata una guerra strana (contro cellule di nemici “piccoli”, sparsi e invisibili) diviene all’improvv
Il comico, scrittore e cineasta giapponese espone alla Fondazione Cartier di Parigi tutti i suoi giocattoli d'artista. Un'imperdibile occasione per capire cosa frulla nella mente del genio demenziale di Mai dire Banzai: imparerete così perché si sono estinti i dinosauri e come salvarvi dalla pena capitale
di Francesca Barca
La Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigisi è fatta madrina di un progetto in collaborazione con il cineasta giapponese Takeshi Kitano (in arte "Beat" Takeshi) che ospita nei suoi locali fino al 12 settembre 2010: Gosse de Peintre, un gioco di parole tra "ragazzino", "pittore" e "imbianchino". Kitano, che in Italia abbiamo conosciuto, prima ancora che per i suoi film da regista, per Takeshi's Castel - la trasmissione demenziale ripresa dalla Gialappa's Band come Mai Dire Banzai - ha una carriera e
Appena ventinovenne e già al secondo film, la regista francese mira in alto. Il padre dei miei figli è ispirato alla figura del produttore cinematografico Humber Balsan, suicida per via dei troppi debiti. Un dramma di notevole perfezione formale, ma senza la giusta consistenza
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Cominciamo da prima dell’inizio, ossia dal titolo: subito vengono in mente famiglie allargate, rapporti modulari, intrecci multipli, ossia il geniale Claude Sautet con i suoi anni '70: E’ simpatico ma gli romperei il muso, Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre, ecc. Ora trasferiamoci a dopo la fine, ossia alla canzone che accompagna i titoli di coda: Que sera sera, Oscar 1956, scritta per il film di Hitchcock L’uomo che sapeva troppo e cantata da Doris Day. Grandi riferimenti... In mezzo, il film e la sua artefice, ossia la giovanissima regista (cl
Dalla sua esperienza come educatore, Fabio Geda racconta in un romanzo gli aspetti più nascosti della vita dei bambini immigrati. Con una leggerezza che cattura più di tante pagine drammatiche
di Gianpaolo Mazza
Ricantare la celebre opera di Mozart a cappella, con i rumori e le pernacchie che fanno i bambini e un'espressione imperturbabile sul volto. E' l'ultima trovata de I Sacchi di Sabbia, la compagnia tosconapoletana che riporta nei capolavori della lirica un po' di sana malizia
di Igor Vazzaz
In un impeccabile completo scuro, una figura maschile, magra, dai tratti daliniani, accoglie il pubblico in silenzio, al centro d’una scena spoglia. Unici arredi, uno schermo sul fondo e, qualche passo più avanti, un doppio gradino di legno. Impettito, l’uomo in completo scuro reca con sé una borsa a tracolla, in compunta attesa che il pubblico prenda posto e cessi l’ordinario brusio precedente le performance teatrali. Buio. Una voce fuori scena, femminile e neutra, fornisce una scarna sinossi del Don Giovanni, citando situazioni e snodi del capolavoro di Mozart
Un ordigno micidiale creato da Stalin e attivabile con una telefonata, la possibilità di cibarsi di deiezioni per risolvere i problemi dell'Est europeo: sono alcune delle trovate (pessime) dello scrittore bulgaro nei racconti di Mitologia del tempo che cambia
di Giovanni Zagni
Ancora Bella Ciao è il programmatico titolo dello spettacolo (reduce da un mese di successi a Parigi) e del disco di Lucilla Galeazzi. Tra una tarantella sui terremotati dell'Aquila e un omaggio a Matteo Salvatore, oggi come negli anni '70 folk e impegno politico procedono uniti
di Marco Buttafuoco
Magari uno non se ne accorge, ma la musica popolare italiana pare godere ottima salute. Per lo meno quella meridionale. Anche in questo l’Italia è infatti ricca di tradizioni diversissime ed è paese multiforme. In Europa pullulano, sull’onda del successo delle notti estive di Puglia, le scuole di tarantella. Di più, c’è in giro una forte voglia d’appartenenza, di radicamento nel natio suolo. "Il successo della Lega nasce proprio da questa paura dell’omologazione della propria storia. Certo i Lumbard hanno inventato una storia impro
Precursore della psichedelia, Roky Erickson ha avuto la vita (e la carriera) segnata da una permanenza in manicomio criminale. Ora riemerge grazie agli Okkervil River, gruppo più nerd che acido, con cui dà una nuova veste al suo repertorio
di Simone Dotto
Mettete insieme tutto ciò che vi fa venire in mente la parola “psichedelia” e poi associatelo al volto, al nome e alla storia di Roky Erickson. Lui che, appena quindicenne, alla testa dei suoi 13th floor Elevators (la band che prometteva “viaggi” fin dal nome) fu il primissimo a stampigliare quella parola magica sulla copertina di un disco: The Psychedelic Sounds of the 13th floor Elevator, ora oggetto di culto per i collezionisti, ai tempi piombato in un’indifferenza quasi generale. Per questi e altri motivi, anche quando si trattò di assagg