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LIBRI

Arbasino, monumento con sberleffo

Esce il secondo volume della collana Meridiani dedicato all'autore di Fratelli d'Italia, con cui si ribadisce il suo ingresso nel pantheon del canone nazionale. Romanzi e racconti vol II mette assieme scritti rari e rifacimenti, satire in versi e parodie pop


di Matteo Di Gesù


arba.jpgSono svariate le ragioni per le quali non si può non recensire il secondo Meridiano dei Romanzi e racconti di Alberto Arbasino. Basti in questa sede illustrarne giusto un paio. Intanto leggere Arbasino produce uno strano effetto: si ha la sensazione di avere a che fare con una sorta di agente segreto che ha saputo mimetizzarsi e confondersi nel cuore della nazione, abitandone proprio l’identità profonda, il carattere ineffabile, per poi trasmetterci da lì relazioni letterarie, resoconti in forma di romanzo che attestano, mentre li descrivono sardonicamente, la sua irriducibile refrattarietà ai vezzi, ai tic, ai malcostumi civili e culturali del Belpaese. E questa sensazione la si avverte già semplicemente familiarizzando con la lingua che usa, così lontana dal sound (come direbbe lui) della prosa che ci assedia (ovvero a essa parodisticamente prossima). 
 
Arbasino come un alieno in mezzo a noi, allora? In realtà l’autore di Fratelli d’Italia è l’ultimo discendente di una linea letteraria, molto lombarda, che, a fare i fissati, si potrebbe far risalire addirittura a Parini, e che comprende comunque Manzoni, Dossi, Gadda, Testori. Arbasino, piuttosto che come un alieno, va letto semmai come un antidoto (ma si tratta di un contravveleno tutto da gustare) alla peggiore retorica nazionale.
 
La seconda ragione attiene al libro stesso, a come è fatto e a quello che contiene. Se un Meridiano sancisce l’ingresso ufficiale di un autore nel pantheon del canone nazionale, come fosse una sorta di monumento equestre editoriale, Arbasino riesce a fare i suoi birignao dalla groppa del cavallo rampante, con la complicità del curatore Manica. Lo attestava già l’imperdibile autocronologia del primo volume, lo ribadisce qui il dossier Arbasino su Arbasino, che ripropone copertine, risvolti, note, quarte di copertina, segnalibri, nonché la dichiarazione rilasciata dall’autore nella Nota dell’editore. Mai (o quasi) paratesto fu tanto ghiotto, insomma.
 
Questa seconda uscita contiene inoltre alcune opere a torto considerate minori o irreparabilmente datate, pubblicate per la prima volta tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta (sebbene come da consuetudine ritoccate nelle successive ristampe, fino a questo Meridiano): Super-Eliogabalo, La bella di Lodi, Il principe costante, Specchio delle mie brame: pastiche e riscritture dell’Arbasino leziosamente e sagacemente postmoderno. Un rifacimento dell’Eliogabalo di Artaud (e non solo di quello) ambientato nella decadenza romana contemporanea la prima; una parodia della narrativa rosa ma anche un’avventura on the road sull’autostrada del sole appena aperta, in una chiave che oggi non esiteremmo a definire camp (addirittura “transpadano” ha ipotizzato a suo tempo Marco Belpoliti) la seconda; una rivisitazione pop della tragedia di Calderón de la Barca la terza; un'esilarante palingenesi della tradizione del romanzo siciliano e del D’Annunzio virilmente immaginifico, in chiave di commediaccia sexy anni Settanta, l’ultima.
 
E, in appendice, oltre a un capitolo del Fratelli d’Italia versione 1993 (La condizione del dolore), tre testi che vale davvero la pena rileggere o leggere, non essendo stati più ripubblicati dopo la prima uscita: il libretto del musical Amate sponde!, del 1974, i versi di Matinée: Un concerto di poesia, 1983 (ai quali è stato aggiunto, da RAP del 2001 Un morto a Genova) e i reportage scritti a caldo sul/dal tracollo dei regimi socialisti dell’Europa dell’Est, La caduta dei tiranni, del 1990. Ecco un campione di Matinée, un feroce sberleffo dei leader e dei pensatori della sinistra rivoluzionaria anni Settanta, nonché dell’intero clima culturale dell’epoca: «Quando infilo / I miei jeans più strappati e più sporchi – coniugo / Il terribile calore / Delle tamerici salmastre ed arse / Su la spiaggia libera / Con le lucide illusioni e le provvisorie sconfitte / Della Nuova Sinistra».
 
Gli arbasinologi più accaniti potrebbero comprensibilmente lamentare l’assenza, nel volume, di altri testi memorabili come In questo stato, Un paese senza, Paesaggi italiani con zombi. Ma di romanzi e racconti (pur in un’accezione assai vasta) si trattava del resto, e dunque ci si può decisamente soddisfare di quello che c'è. Magari in attesa del terzo volume.



Tags: Alberto Arbasino, carlo emilio Gadda, Fratelli d'Italia, Il principe costante, La bella di Lodi, Matineè, Matteo Di Gesù, Meridiani, Mondadori, postmoderno, Raffaele Manica, Romanzi e racconti, Specchio delle mie brame, Super-Eliogabalo,
27 Maggio 2010

Oggetto recensito:

Alberto Arbasino, Romanzi e racconti volume II, a cura di Raffaele Manica, Mondadori - I Meridiani 2009, p 1506, Euro 55

giudizio:



8.064999
Media: 8.1 (18 voti)

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