Il sacro decalogo delle tavole di Mosè interpretato in uno stretto confronto con la contemporaneità: nella collana edita dal Mulino, ogni precetto divino viene sviscerato da una coppia di intellettuali, facendo la tara fra quelli dal valore ancora significativo e quelli ormai "sorpassati"
di Nicola Arrigoni
Cosa ci dicono i dieci comandamenti oggi? Perché e come possono essere parola scottante nel secolo della tecnica? Per quale motivo e in che modo i dieci comandamenti finiscono col parare non solo alla religione, ma piuttosto al laicissimo "contratto umano"? A questi interrogativi cerca di dare una risposta il progetto editoriale I comandamenti che la casa editrice Il Mulino di Bologna porta avanti, con costanza e una certa capacità di intercettare le esigenze del nostro presente.
Ogni comandamento è stato affidato a coppie di filosofi o intellettuali appartenenti alle più diverse discipline del sapere con la semplice richiesta di interrogare e spiegare il singolo comandamento sulla base della contemporaneità e della loro sensibilità. Da tutto ciò ne fuoriesce una visione dialettica e attuale dei dieci Comandamenti a cominciare da "Io sono il signore Dio tuo" che cerca in realtà di rispondere all’interrogativo "Chi è il Dio del monoteismo biblico?": un dio drammatico che fa spazio all’alterità e al rischio nella sua stessa Unità e che è in costante rapporto con l’Uomo. A confrontarsi su questo comandamento sono il teologo Piero Coda e il filosofo Massimo Cacciari, in nome di una dialettica del sentire il divino.
Sempre nell’ottica di un confronto fra contemporaneità e il portato della tradizione si legge l’invito biblico a Santificare la festa, ovvero un modo per capire quanto il tempo di Dio abbia oggi lasciato spazio al tempo libero, quanto valore venga dato al termine festa e come questo sia messo in relazione con il trascendente. A confrontarsi sul tema della festa e della sua osservanza sono il filosofo Massimo Donà e Stefano Levi Della Torre, membro del Consiglio della Comunità Ebraica di Milano.
Nel nome di un rispetto del nucleo familiare come punto fondativo del corpus sociale si pone il comandamento "Onora il padre e la madre" su cui si confrontano Giuseppe Laras, professore emerito di storia del pensiero ebraico e Chiara Saraceno, sociologa della famiglia. I due intellettuali si interrogano su che senso possa avere oggi non solo un generico rispetto dei genitori, ma una responsabile e fattiva dedizione nei loro confronti. Quale può essere oggi la dimensione del rendere onore, scissa da una cultura che fa della genitorialità ma anche dell’essere anziani aspetti non più fondanti la società di oggi?
Scorrendo i dieci comandamenti si ha la netta sensazione che alcuni di essi abbiano un sapore irrimediabilmente antico: è il caso di "Non commettere adulterio", "un comandamento che sembra appartenere a un altro mondo – si legge - Oggi, a qualche decennio dalla depenalizzazione dell’adulterio, dell’introduzione del divorzio e dalla riforma del diritto di famiglia, i rapporti fra uomini e donne sono profondamente mutati". Insomma la portata simbolica del comandamento impone una riflessione sul rapporto di coppia, riflessione affidata ad Eva Cantarella e Paolo Ricca.
Ad interrogarsi sui precetti "Non desiderare la donna e la roba d’altri" sono Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Andrea Tagliapietra che si ritrovano a dialogare sullo scivoloso terreno del desiderio, vortice di energia vitale che risucchia ogni cosa. "Cosa può significare non desiderare nell’era della fantasmagoria delle merci e della società dei consumi?", si domandano i due intellettuali.
Non meno interessante appare la riflessione legata al comandamento mai passato di moda quale "Non rubare" su cui pongono la loro attenzione Paolo Prodi, professore emerito di Storia moderna e Guido Rossi, docente emerito di Diritto commerciale. Dalle radici bibliche al diritto canonico e la legislazione civile, la storia del furto in occidente e i suoi legami con la nozione di ricchezza e proprietà sono strettamente connessi. Ma viene da chiedersi cosa significa non rubare nell’era della rivoluzione finanziaria che ha modificato il concetto stesso di ricchezza? Insomma interrogativi attuali su insegnamenti biblici che ci portano alle origini della nostra cultura: una bella impresa che si poteva leggere solo sotto il segno de Il Mulino.
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Collana I Comandamenti, Mulino editore
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