• Seguici su:
TEATRO

Una collazione di testi dai maggiori tragediografi dell'antichità, Euripide, Eschilo e Sofocle, fa da copione per la nuova pièce di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Da novelli rapsodi, i due autori riscrivono la mitologia arricchendola di un valore civico legato alla nostra comunità.


di Nicola Arrigoni

Ci sono spettacoli che non si esauriscono nell’ora abbondante di messinscena, ma che hanno premesse e idealità legate alla permanenza, legate non solo all’estetica, ma anche alla politica, alla consapevolezza che il teatro possa se non cambiare il mondo, perlomeno proporre un pensiero di cambiamento o di riflessione. E’ in questo scenario che piace inserire Mythos, copione frutto di una collazione di testi da Eschilo, Sofocle ed Euripide a cura di Elena Bucci e Marco Sgrosso.   Il Mythos - ovvero "parola segreta" – è svelata per conto
26 Luglio 2013

TEATRO

Il Teatro Sotterraneo ritorna, e ancora una volta mira scardinare le nostre convenzioni sociali e comportamentali più radicate. Il seguito di Dies Irae è uno spettacolo cinico e irriverente, che spinge il pubblico a trovare del comico laddove saremmo portati a credere che non ci sia nulla da ridere


di Nicola Arrigoni

Si può ridere davanti ad una foto di corpi ammassati in una fossa comune, di fronte ad un bambino africano pelle e ossa con a fianco un avvoltoio che lo guarda in attesa di papparselo? Si può ridere di un malato terminale? Si può ridere di infiniti tentativi di suicidio? Queste alcune delle provocazioni lanciate in Homo ridens dall’irridente compagnia Teatro Sotterraneo, gruppo composto da Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e Daniele Villa. I ragazzi di Sotterraneo si interrogano e ci interrogano sull’immoralità del riso, su
22 Maggio 2013

TEATRO

Nostalgia per l'estetica dei clip degli anni '80 nel nuovo spettacolo del coreografo Daniel Ezralow: sulla base di brani celeberrimi della storia della musica colta rimette in scena quella modern dance che divertiva i giovani di tre decadi fa. Corpi atletici e tinte che sembrano travasate dal video al palcoscenico


di Nicola Arrigoni

C’è voglia di conferme e leggerezza, c’è voglia di ‘tradizione’ e disimpegno al tempo stesso, e per un’ora e mezza ci si ritroa guardare un gruppo di danzatori che colorano di fantasia e di déjà vu lo spazio scenico con video e videoclip e qualche concessione alla sensibilità ecologista.   Open di Daniel Ezralow è il nostalgico centone di quella danza visiva che ebbe alla fine degli anni Ottanta i suoi capofila nei Momix e negli Iso – non è un caso che il coreografa abbia militato in entrambi i gruppi -
18 Aprile 2013

TEATRO

Clôture de l’amoure di Rambert è la cronaca scenica degli ultimi attimi di una relazione. I due protagonisti, Luca e Anna, si ritrovano l'uno contro l'altra, la seconda a smontare le parole del primo, in quella che non è una conversazione ma una guerra tra monologhi contrapposti


di Nicola Arrigoni

Clôture de l’amoure di Pascal Rambert è una macchina drammaturgica perfetta in cui la storia di una relazione che sta per chiudersi si intreccia con un uso modale del linguaggio, una riflessione detta e compiuta sul peso della lingua, sul vuoto delle parole o sul loro senso di pieno che soffoca.   Due attori, Luca Lazzareschi e Anna Della Rosa. Nella sfida verbale i due stanno l’uno davanti all’altro, posizionati in diagonale. Inizia Luca – l’attore affida anche al personaggio il suo nome: parla rivolto al pubblico, Anna lo ascolta, dando le spa
08 Aprile 2013

TEATRO

Non prende nemmeno un respiro la Sabrina Impacciatore diretta da Valerio Binasca in E' stato così. Come nel testo originale di Natalia Ginzburg, le parole si susseguono una via l'altra in preda all'emozione, subito dopo aver ucciso l'uomo che l'aveva amata, poi delusa e infine tradita. 


di Nicola Arrigoni

E’ in apnea Sabrina Impacciatore, un’apnea che fa venire il mal di pancia ma che ben rende E’ stato così di Natalia Ginzburg, romanzo adattato per la scena da Valerio Binasco. A trattenere il respiro sarà poi la platea stessa, mentre segue passo passo una confessione, allucinata ma precisa, quasi una deposizione di un interrogatorio. "Gli ho sparato negli occhi" dice la donna riferendosi all’atto di disperata ribellione verso quell’uomo che ha sposato, e dal quale ha subìto le assenze, i silenzi, i viaggi, e l’amore per l'ex fi
27 Marzo 2013

LIBRI - SAGGISTICA

Nella Vienna dove Sigmund Freud sta elaborando le sue teorie, Gustav Klimt, Oscar Kokoschka ed Egon Schiele danno all'artista un nuovo compito: portare non più bellezza ma verità. Ne L'Età dell'Inconscio lo scrittore Premio Nobel individua gli inizi di una sfida che contrassegnerà il XXI secolo: capire i meccanismi della mente


di Nicola Arrigoni

Esiste una risposta biologica alle bellezza e alla bruttezza nell’arte? Quali sono i meccanismi neurali che caratterizzano una mente creativa? Arte e scienza possono dialogare e contribuire alla conoscenza del modo con cui elaboriamo le rappresentazioni di realtà? Sono questi alcuni interrogativi cui tenta di rispondere L’Età dell’inconscio di Eric Kandel, importante tomo che restituisce il mondo della Vienna primo novecentesca, dove nacquero i presupposti delle neuroscienze, in un connubio unico fra scienza medica e suggestioni dell’arte e della creativit
12 Marzo 2013

LIBRI - SAGGISTICA

Proteggere il territorio, conservare la nostre cultura. La partita per capire chi siamo oggi si gioca tutta in difesa: la critica Contro le radici di Maurizio Bettini parte dall'invenzione di culture nazionali e locali giocate anche in politica e propone un'appartenenza di tipo "orizzontale". Perché tradizionale è ciò che si tramanda


di Nicola Arrigoni

E’ un piccolo libro prezioso, che dovrebbe essere letto soprattutto da quanti si riempiono la bocca di identità, tradizioni, memoria. Si tratta di Contro le radici di Maurizio Bettini, pubblicato nella collana "Voci" della casa editrice Il Mulino. Maurizio Bettini, classicista apprezzato e di fama, si interroga sul senso della parola radici, sulla metafora che sottostà al termine come fondamento di un’appartenenza, sul significato di un albero genealogico come percorso che conferisce spessore storico ad una stirpe.   Ciò che fa Bettini è
04 Marzo 2013

TEATRO

In Don Giovanni a cenar teco... Sergio Latella dà al leggendario seduttore una punizione esemplare. Rinchiuso al focolare domestico, ogni sera alla stessa tavola con la stessa moglie. Uno spettacolo che è un pensiero sull'amore assoluto e sulla sua irrealizzabilità


di Nicola Arrigoni

La condanna di Don Giovanni non è bruciare nelle fiamme dell’inferno, ma è trascinarsi nella vecchiaia, vivere a lungo, magari con la stessa donna… Don Giovanni a cenar teco di Antonio Latella si chiude con la scena del gran seduttore invecchiato, seduto a tavola con Sganarello, Don Elvira e gli altri personaggi in una cena dalle luci caravaggesche, destinato a condividere nell’abbruttente vecchiaia quell’invito ‘a cenar teco’ del titolo che per tutto lo spettacolo ricorre ossessivo. Proprio come la presenza in scena di due tavoli su cui tutto
25 Febbraio 2013

TEATRO

Uno sguardo al cielo e uno agli inferi. Nell'allestimento della Compagnia Gank, il grande seduttore disegnato da Molière cammina su un filo, costantemente in bilico. Un modo intelligente per interrogare un grande testo, senza pretese di sostituirlo. Dirige e interpreta Antonio Zavatteri


di Nicola Arrigoni

"Il dispetto è la spilla del mio desiderio", afferma Don Giovanni… In questa battuta e nella contrapposizione fra i termini "dispetto" e "desiderio" c’è tutta l’ambiguità del mito del grande seduttore. Se ci si rifà all’etimologia della parola dispetto - "de" (giù) "spicere" (guardare), guardare dall’alto verso il basso - è in contraddizione con il de-siderio, che è volgere gli occhi alle stelle. Don Giovanni vive di questo doppio sguardo, e non è poco. Sfida
29 Gennaio 2013

LIBRI - SAGGISTICA

Crescere significa sempre e comunque "migliorare"? Gli economisti Marta Nussbaum con Creare capacitàFrey e Marti in Economia della felicità pongono le basi per un mercato che metta l'uomo e il lavoratore di nuovo al centro e sappia misurarne la qualità della vita


di Nicola Arrigoni

L’accostamento è ardito, ma necessario. Cosa possono avere in comune la ricerca economico/sociale di Bruno S. Frey e Claudia Frey Marti, Economia della felicità e l’invito a "liberarsi dalla dittatura del Pil", espresso da Marta C. Nussbaum in Creare capacità? Il punto di raccordo è proprio la felicità, o meglio lo sforzo di trovare strade e strategie che permettano di rendere accettabile la vita, offrire ai singoli come alla collettività prospettive di realizzazione che rendano la vita degna di essere vissuta.   Il persegui
17 Gennaio 2013

TEATRO

Un attore fallito riciclato logopedista e un sovrano inglese che teme di non saper governare. Sul testo di David Seidler reso noto da una traduzione per il grande schermo, Luca Barbareschi firma una regia che lo vede protagonista anche in scena. Intrattenimento garbato, senza sorprese


di Nicola Arrigoni

Una riflessione sul linguaggio, la forza della parola teatrale che trasforma la realtà e, in controluce, la parola che salva dall’abisso del nazismo la civilissima Inghilterra: questo il sottotesto de Il Discorso del Re di David Seidler, portato all’onore della cronaca sul grande schermo da Tom Hooper (leggi la nostra recensione) con cast stellare e in teatro da Luca Barbareschi.   E' la storia di Albert, futuro Giorgio VI (Filippo Dini), che salì al trono dopo aver sconfitto la balbuzie grazie al logopedista Lionel (Barbareschi), in realtà un attore aust
08 Gennaio 2013

TEATRO

Stanchi delle classifiche di fine anno? Non ne potete più dei siti che vi propinano le migliori opere del 2012? Giudizio Universale guarda avanti: in esclusiva per voi ecco le migliori opere dell'anno prossimo! Capolavori che non sono stati messi in scena, e che non lo saranno mai: li hanno immaginati i nostri recensori di fiducia. Perché il meglio, come sempre, deve ancora venire

di Giulia Stok, Igor Vazzaz, Nicola Arrigoni

PROSA Una stanza tutta per lui, di Fausto Paravidino “Ma quanta bella roba!” e le due aggressive adolescenti soppesano la mercanzia dai loro posti in fondo all’autobus. La roba in questione sono gli attributi di un Fabio Troiano poco più adulto di loro e terribilmente intimidito. Inizia così l’ultima pièce firmata Fausto Paravidino, che racconta un mondo rovesciato, in cui è normale che siano gli uomini ad essere oggetto di attenzioni non desiderate, molestati nei luoghi pubblici, discriminati sul lavoro e gravati di enormi responsabilit&agra
20 Dicembre 2012

TEATRO

Dopo i gironi infernali, il regista lituano completa ed esce dal suo percorso dantesco passando per l'alto dei cieli. Di casa al Teatro Olimpico di Vicenza, di cui è direttore, mette in scena in anteprima le ultime cantiche della Divina Commedia. E' un'ascesa in cui gli attori stessi prendono il volo, un percorso verso la pienezza dell'amore 


di Nicola Arrigoni

Cos’è il Paradiso di Eimuntas Nekrosius? Non una condizione, ma piuttosto un percorso, né spazio né tempo, ma itinerario: un viaggio terrestre che fa dire a Beatrice come ultima battuta "Il paradiso c’è". Poco prima, nella drammaturgia poetica e visiva del regista lituano, la stessa donna angelicata aveva detto al suo Dante: "Volgiti e ascolta; Ché non pur ne’ miei occhi è paradiso".   Non solo negli occhi di Beatrice, ma tutto intorno, persino in terra è paradiso. Ed è questo che mostra il teat
16 Ottobre 2012

TEATRO

Arianna Scommegna presta voce e volto alla Mater Strangosciàs, una delle ultime opere del grande drammaturgo Giovanni Testori messa in scena dal regista Gigi Dall'Aglio. E' una Maria contadina, con le mani in pasta, che grida il suo dolore in dialetto, rappresentazione molto concreta di un'epifania cristiana 


di Nicola Arrigoni

E’ il dolore di una madre umanissima che interroga l’assenza del suo figlio ‘trafitto e trafittato’; è il chiedersi il perché di tanta sofferenza mentre le mani preparano un pane con le sembianze del Cristo. La Madonna di Mater strangosciàs di Giovanni Testori è una popolana, colta nella sua cucina, è una contadina della bassa che sferruzza con al fianco quell’ 'agnolo Gabriello' che imbraccia una fisarmonica e accompagna col suo canto il pianto di una madre.   La Mater testoriana è Arianna Scommegna che, diretta da
04 Ottobre 2012

TEATRO

Metti una sera di fronte al palco, bagnato e "nudo" sulle rive del Po per il festival Il Grande Fiume. Tre attori intorno a un tavolo a rievocare i sermoni tedeschi di Meister Eckhart che diventano uno spettacolo dal titolo Attraverso il furore. Cornice insolita e sistemazione d'emergenza lo rendono un evento irreplicabile


di Nicola Arrigoni

C’è ancora speranza, se un gruppo di spettatori sfida la pioggia e in una notte d’estate insolitamente fredda si ritrova davanti ad un palcoscenico lungo le sponde del Po ad ascoltare tre attori che, ad un tavolo, raccontano dell’indefinibile fame di Dio, dell’amore e del mistero del vivere, tramite i sermoni di Meister Eckhart (letti da Marcello Sambati)  e i tre dialoghi fra un uomo e una donna (Valentina Curatoli e Diego Sepe), scritti con incredibile incisività drammaturgica da Armando Pirozzi. Tutto ciò è accaduto con Attraverso il
12 Settembre 2012