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LIBRI - NARRATIVA

Il mondo di Karen Russell

Il titolo, surreale quanto basta, dice molto. Un vampiro tra i limoni raccoglie i racconti della giovane e già affermata scrittrice americana. Nelle sue storie immaginazione e realtà si fondono e si confondono, e la lezione dei grandi maestri, come Stephen King e Italo Calvino, è rielaborata fino a creare uno stile originale


di Giuseppe De Marco

 


Anzitutto è bene chiarire, a dispetto del titolo e a beneficio di quanti si fossero persi i primi libri di questa giovane prodigio di Miami (finalista Pulitzer a soli 30 anni), che siamo lontani dalle saghe vampiresche che hanno impazzato tra gli scaffali per un paio di stagioni. Sebbene il vampiro in questione (che dà il titolo al primo racconto di questa raccolta) sia in effetti proprio un vampiro in carne e ossa e non, che so, una metafora dei tempi che corrono. Anche se poi, a pensarci bene, forse invece potrebbe essere vero proprio l’opposto.

vampirolimoni.jpgPerché i racconti della Russell si prestano in egual misura ad essere letti come moderne favole surreali oppure, volendo saltare ad un altro piano di lettura, come intricate allegorie del presente. 
La verità è che quando si ha a che fare con ex presidenti degli Stati Uniti trasformati in cavalli, gabbiani che rubano oggetti del futuro, bambine che filano seta dalle dita o, appunto, anziani vampiri con la paura del volo, beh, è difficile capire in quale direzione si stia andando.
 
E quindi la cosa migliore da fare è immergersi tra le pagine di questi racconti immaginifici, surreali e sinistri, e perdersi nel meraviglioso mondo di Karen Russell. Un universo cesellato con enorme abilità sul filo sottile che separa la realtà dall’immaginazione, il sogno dall’incubo, il normale dal paranormale. Su quel filo, Russell si muove con doti funamboliche strabilianti. Dai suoi racconti sprigiona un talento inatteso che ti costringe a seguirli col fiato in gola, sospeso come il filo delle sue storie sugli abissi delle emozioni.
 
Perché in fondo è di questo che si tratta: emozioni. Ed è il motivo per cui queste storie toccano così da vicino. Perché pur parlando di fatti straordinari e sconfinando spesso nei territori del soprannaturale, alla fin fine parlano di paura e amore, di speranza e rassegnazione, di desideri e frustrazioni. Un linguaggio immanente e universale riproposto però in una chiave insolita, sebbene certamente non del tutto originale. Sono scenari che ricordano molto da vicino, per esempio, quelli di George Saunders, un altro capace di dare vita ad immaginifiche e surreali distopie.  Ma mentre i racconti di Saunders sono intrisi di cinica ironia e velenoso sarcasmo, quelli della Russell sono carichi di un bagaglio emozionale che a volte mette i brividi. Soprattutto per la capacità di cucire su ogni personaggio un vissuto e un profilo psicologico di straordinario realismo che denota al tempo stesso una profonda empatia umana ed enormi doti letterarie.
 
Come ne I nuovi veterani, forse uno dei migliori racconti del libro, nel quale da un misterioso tatuaggio dietro la schiena di un veterano di guerra prendono vita le ansie gli orrori del conflitto sotto le mani di una attonita massaggiatrice. Una storia che potrebbe essere uscita dalla penna del miglior Stephen King, come la successiva del resto (“La bambola senza tomba di Eric Mutis”) che al maestro dell’horror si rifà ancora più espressamente. Ma che sia King o Saunders (o Borges, o Poe, o Calvino, e la lista ovviamente potrebbe infittirsi...) il nume ispiratore di Karen Russell, non c’è dubbio questa allieva talentuosa abbia fatto propria la lezione dei suoi maestri. Ed è una previsione fin troppo facile che, se continua così, molto presto sarà lei a fare scuola.



Tags: Giuseppe De Marco, Karen Russell,
23 Maggio 2013

Oggetto recensito:

Karen Russell, Un Vampiro tra i limoni, Elliot 2013, p 260, euro 18,50

 

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