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FILM

Siamo in Sicilia ma non si tratta di Montalbano. E non si tratta (solo) di mafia, ma di solitudini, amore e morte, in questo esordio alla regia di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Un inizio da capolavoro, una fine forse scontata: dopo cinque anni di travaglio, ma anche dopo i premi raccolti a Cannes, il film arriva finalmente in sala


di Marinella Doriguzzi Bozzo

L'inizio è di ammirevole potenza: una cortina azzurra che fluttua, a separare il fuori dal dentro, il sonno dalla veglia, l'alba dal mare. Poi, misere pietre a calce che si rastremano attorno ad una branda in cui dorme un uomo nudo, la schiena con una goccia di sudore come la zanzara dei fratelli Cohen (Barton Fink,1991). A seguire, una macchina, un bollettino meteorologico su un inverno palermitano con quaranta gradi, un polso con tanto di protesi orologistica d'oro massiccio e un agguato malavitoso di geometria euclidea, tale da iscriversi nella storia del cinema di genere. Infine, la
04 Luglio 2013