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Wittgenstein.it: non è Luca Sofri la ragione del successo

Attualità senza strilli, intelligenza senza sfoggio, una grandissima familiarità con il web. È il terzo blog italiano, ma il suo autore non si atteggia a star


di Giovanni Zagni

Luca Sofri è impegnato in politica, è stato per un po' a fianco di Giuliano Ferrara a Otto e mezzo, ha condotto una trasmissione su RadioDue e scrive su parecchi giornali e riviste: una rubrica sulla Gazzetta dello Sport, articoli per Wired. Ma il suo blog non è famoso per nessuno di questi motivi: potremmo dire che non si capita su Wittgenstein.it dopo aver letto Notizie che non lo erano, ma si fa caso alla rubrica nella terzultima pagina della Gazza perché si sa già che chi la firma è il proprietario del terzo blog italiano più seguito (dopo quello di Beppe Grillo e Piovono rane del giornalista dell'Espresso Alessandro Gilioli, secondo la classifica di BlogBabel). Il suo successo è un fenomeno tutto interno alla Rete.
 
Che cosa rende Wittgenstein così interessante? Non la figura dell'autore, dicevamo; che tra l'altro non sembra ansioso di mettersi in mostra, né di fornire alcun ritratto di sé: nessun link all'esibizionista scaffale di Anobii, a una pagina personale, a profili di social network. Anche gli articoli per Internazionale sono nascosti in un angolino.
Wittgenstein è scritto bene, cercando di evitare post troppo lunghi. Si occupa di tanti argomenti, a seconda dei periodi e delle circostanze: a fine anno, quando è tempo di classifiche, si parla parecchio di musica (c'è anche una radio interna al sito), e non mancano mai i commenti alle ultime novità tecnologiche. La parte del leone, comunque, la fa internet: nel senso che si segnalano molte discussioni e questioni all'ordine del giorno nella Rete, con nessun altro criterio che l'interesse da parte dell'autore. E dunque: quasi nulla su Sanremo, moltissimo sulla crisi dei giornali negli Stati Uniti, nulla sul calcio, molto sul Kindle, qualcosa sull'iPad.
 
Non bisogna pensare, però, che Wittgenstein.it sia rinchiuso in una riedizione digitale della celebre torre d'avorio. Su alcune delle questioni d'attualità più scottanti, Sofri prende posizione: ma lo fa in punta di piedi, con una frase o un titolo. Oppure senza dire nulla nei post, ma rimandando a un approfondimento con un link, nell'apposita sezione laterale.
Il tono, insomma, è sempre pacato e tranquillo, spesso dubitativo, senza invettive e senza scomporsi: questo basta per farne un caso quasi unico, nella blogosfera italiana. Rarissimo che il proprietario perda le staffe; ma sono casi in cui parla piuttosto la voce del figlio (o del marito).
 
Il successo del blog di Luca Sofri sta, per una volta, nella somma di questi elementi: attualità senza strilli, intelligenza senza sfoggio, una grandissima familiarità con il web. Il risultato è un blog fatto di tanti piccoli spunti e di tante piccole riflessioni, mai banali o inutilmente intimiste.
L'impressione che viene al frequentatore di Wittgenstein è di una grande semplicità: ma quella che viene dall'unione riuscita di tante cose complicate. A lui il sito chiede solo la lettura, dato che, salvo casi rarissimi, non si possono lasciare commenti. Una scelta saggia.

 
 
Aggiornamento: proprio in contemporanea con l'uscita di questo articolo, Sofri decide di permettere i commenti. Una scelta saggia (solo gli stupidi non cambiano mai idea)



Tags: anobii, blog, gazzetta dello sport, Giovanni Zagni, internazionale, internet, kindle, Luca Sofri, musica, Otto e mezzo, wired, Wittgenstein.it, Recen-siti,
25 Marzo 2010

Oggetto recensito:

www.wittgenstein.it

giudizio:



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Commenti

In difesa del nostro

In difesa del nostro recensore, dobbiamo dire che il pezzo era stato scritto già da parecchi giorni. Che poi sia stato pubblicato proprio nel giorno della storica decisione, può essere una coincidenza, come la prova che anche su internet vige la legge di murphy!