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LIBRI PER L'ESTATE

I nomi delle rose

La giornalista Claudia Gualdana racconta dieci personaggi femminili cui è stata dedicata una rosa o che si sono dedicate alla botanica. Eva e la Rosa. Storie di donne e regine di fiori è un libro piacevole e interessante, zeppo di aneddoti storici e botanici: dalla godereccia corte di Francia alla clausura dei monasteri, dall’austera nobiltà inglese fino alla recente mondanità della famiglia Agnelli e del principato di Monaco


di Giulia Stok


Raramente, mentre si legge con piacere un libro, si prova antipatia per l’autore. Non si tratta qui né di competenze né di professionalità, ma di pura incompatibilità empatica. Del resto, sono rischi a cui uno scrittore, in questo caso una scrittrice, si espone, dichiarando che “questo non è un libro, è un diario”, e decidendo di interrompere la narrazione a suo piacimento per inserire prescindibili riferimenti alle sue, pur difficili talvolta, vicende personali.
 
Nonostante tutto Claudia Gualdana riesce a fare del suo Eva e la Rosa. Storie di donne e regine di fiori, un libro piacevole e interessante, zeppo di aneddoti storici e botanici, che gettano luce sulla condizione femminile in certe epoche e in certi ambienti: dalla godereccia corte di Francia alla clausura dei monasteri, dall’austera nobiltà inglese fino alla recente mondanità della famiglia Agnelli e del principato di Monaco. Queste dieci storie di donne cui è stata dedicata una rosa o che al contrario si sono dedicate ai fiori per tutta la vita, piaceranno anche al non appassionato di biografie e di piante. È una lettura a tratti un po’ oziosa (e piacevolmente frivola, fino a quando non emerge l’eccesso di classismo di chi scrive), perfetta da godersi a spizzichi, magari nel mezzo di un viaggio, quando si riesce meglio a fingere di essere qualcun altro.
 
E così si scopre che Napoleone, dai campi di battaglia di tutta Europa, trovava il tempo di raccogliere e inviare a Giuseppina dei semi di fiori stranieri da francesizzare; che Vita Sackville West, a lungo amante di Virginia Woolf, declinava gli inviti a Buckingam Palace per restare a zappare il giardino; che Margaret Bentinck faceva ammettere al notoriamente misogino Jean-Jacques Rousseau di essere il suo “umile servitore, zelante quanto inutile” nella scienza botanica. 
 
Le vicende sono a tratti toccanti e spesso illuminanti, perché queste dieci eroine si sono ritagliate destini fuori dal comune, difendendo sempre indipendenza e dignità in tempi che per le donne dovevano essere ben peggiori anche di questi, tristi, nostri. La presunzione fatale della Gualdana è quella di mettersi sullo stesso piano delle protagoniste, riportando il lettore bruscamente alla grigia realtà. Peccato, perché avrebbe potuto essere un libro veramente bello. Tanto più che il rapporto tra donne e giardinaggio è un po’ come quello tra donne e cucina: tradizionalmente in casa è una mano femminile che innaffia e spadella, ma gli chef e i giardinieri osannati nel mondo sono sempre uomini. L’ennesima ingiustizia, che qui viene in parte riscattata.



Tags: botanica, Eva e la Rosa. Storie di donne e regine di fiori, famiglia Agnelli, Giulia Stok, La giornalista Claudia Gualdana, principato di Monaco, recensione,
28 Luglio 2011

Oggetto recensito:

CLAUDIA GUALDANA, EVA E LA ROSA. STORIE DI DONNE E REGINE DI FIORI, VALLECCHI 2011, P. 194, EURO 12

L’autrice: giornalista free lance, scrive per Il Sole 24 ore, Libero e Il Foglio, occupandosi di storia, filosofia, orientalistica, storia delle religioni
 
Le dieci donne: Giuseppina Bonaparte, Vita Sackville-West, Hildegard von Bingen, Grace Kelly, Gertrude Jekyll, Marella Agnelli, Carolina di Borbone, Rosamund Clifford, Margaret Bentinck, Mademoiselle de Sombreuil
 
Un esempio di paragone autobiografico gratuito: “Mi piace l’esordio dell’esistenza di Giuseppina, perché rispecchia un lato della sua personalità in cui riesco a trovare qualcosa di me stessa. Aristocratica, è al tempo stesso una ragazza di campagna cresciuta lontana dalla civiltà. Libera, in qualche modo selvaggia dietro una dolcezza cedevole, Yeyette, come la chiamano le schiave della piantagione, è una creatura inclassificabile in cui si conciliano gli opposti…”

giudizio:



8.301177
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