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LIBRI - NARRATIVA

Paolin-Lolli, il libro suona

Torna l'autore de Il mio nome è legione, con una particolare raccolta di racconti. La seconda persona esce insieme a un cd che ripropone l'album Dalla parte del torto, del noto cantautore. Così la collana Inaudita dell'editrice Transeuropa mette insieme musica e parole


di Alessandra Minervini


In Il mio nome è legione, primo romanzo di Demetrio Paolin, il protagonista è un anti-Demetrio o alter-Demetrio che si interroga costantemente su cosa ci sia nel mondo a parte il Male. La risposta arriva ansimante, nel romanzo. E' la scrittura. Quella con cui Demetrio: "voleva redimere, salvare le persone di cui scriveva, ma per fare questo doveva amarli come personaggi ormai morti, doveva immaginare che le persone continuamente morissero".
 
La forza redentiva della scrittura è un tema che lo scrittore torinese trascina felicemente anche nel suo ultimo lavoro. La seconda persona racconta quattro storie unite sintatticamente dalla seconda persona singolare, ovvero la voce del narratore che si rivolge al lettore - e in filigrana a se stesso - dandogli del tu. Come una sfida nello specchio.
 
A prima vista la struttura del libro la definiresti ambigua. C'è un dittico, due monologhi (sempre in seconda persona) e un cd. Il cd è una selezione di canzoni di Claudio Lolli, in pieno accordo con la linea editoriale di Inaudita, la collana di Transeuropa che pubblica il libro. Leggendolo, prima senza musica e poi con la colonna sonora, l'ambiguità si restringe. O meglio diventa legittima, necessaria quasi. 
 
Appunti per una giovinezza e La fabbrica sono i due racconti che compongono il dittico di famiglia. Sono entrambe storie in cui i figli fanno i conti con i rispettivi genitori senza più il distacco della presenza, li immaginano in vita proprio quando, invece, i genitori sono morti. Perché per salvare le persone di cui si scrive, bisogna amarle come personaggi ormai morti. 
 
Amsterdam suite e Caravaggio, figure III sono i due monologhi finali che riprendono un tema caro all'autore: chi sei tu e chi sono io e cosa diventiamo nel momento in cui qualcuno ci (de)scrive. Una riflessione sulla scrittura e sul suo ambiguo potere di redimere una persona solo nel momento in cui diventa oggetto della narrazione e di non salvarla affatto se invece della storia è il soggetto. 
 
"Quanto a me io scrivendo non mi salvo, ma mi mostro alla gente con lo sguardo spaventato di un Oloferne in prolungata agonia". La voce dell'autore è l'elemento più travolgente. E' una voce che si raggomitola dentro gli echi della famiglia, dell'amore, della morte, della malattia, della paura, dell'indecisione, dell'incomunicabilità. Una voce potente e fragile come quella di Luigi Tenco che, come la storica fabbrica di Mirafiori, diventa il simbolo di un'epoca passata, rassegnata alla decadenza attuale. Con elementi crudi, ma mai sporchi di crudeltà, Paolin apparecchia una grande tavola di famiglia dove ci invita a sederci con l'invadenza sofferta di chi conosce le risposte ma non sa più come e a chi formulare le domande.



Tags: Alessandra Minervini, Appunti per una giovinezza, Claudio Lolli, demetrio paolin, il mio nome è legione, la fabbrica, recensione, seconda persona,
12 Aprile 2011

Oggetto recensito:

DEMETRIO PAOLIN, LA SECONDA PERSONA, TRANSEUROPA 2011, P. 80, EURO 15 (CON CD AUDIO)

giudizio:



7.129998
Media: 7.1 (18 voti)

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