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LIBRI

Perrone, il colpo del reato

La ballata dell'amore salato è un romanzo raccontato con una lingua semplice e una poetica delicata. Una bella storia d'amore, che poteva fare a meno di una rivelazione finale un po' forzata


di Viola Rispoli


Occorre subito dire che la parte migliore di questo romanzo, questa ballata che attraversa tutta la vita di un uomo, dall’infanzia alla vedovanza, è proprio la ballata stessa, la storia di Girolamo Moggia, i piccoli fatti e i dettagli, i luoghi, le ambientazioni, i personaggi secondari e minori, e non per ultimo l’amore della sua vita; tutto raccontato con una lingua semplice e una poetica delicata, capace di creare un mondo verosimile, percepita ma non gridata.
La storia d’amore tra un uomo umile d’origine e di mestiere e una donna ricca e borghese, difficile nella realtà, appare qui naturale, credibile, e si è certi che il sogno d’amore si coronerà fin dal loro primo incontro, lei bambina lui adolescente. Girolamo Moggia è un uomo talmente integro, per non dire integralista, così bello, solido e innamorato che la sua Giulia non potrebbe desiderare marito migliore, e nemmeno un piccolo dubbio viene a sfiorare la sua determinazione, al momento di perdere averi e famiglia.
 
A dirla tutta qualche sfumatura avrebbe fatto del bene a entrambi, fiduciosa e serafica lei, al limite della santità, lui duro e puro, privo di invidie, dubbi, rancori, timori se non per gli altri, incapace di mentire e capace di non perdere mai un colpo, insomma uno che alla fine per forza ti scappa un e che esagerazione questo Girolamo Moggia! (ma poi è proprio necessario chiamarlo ogni singola volta per nome e cognome?).
Sfumature a parte è una bella storia. Se non fosse per quell’ostinata ricerca del colpo di scena finale, annunciato fin dall’inizio, la rivelazione di qualcosa accaduto oggi e che per la prima volta incrina i sentimenti, sia pure postumi, di Girolamo (Moggia) per sua moglie. Un fatto di cui il personaggio è a conoscenza e il lettore no, e la cui rivelazione viene continuamente promessa e poi rimandata, in un meccanismo artificioso che diventa visibile, smette di generare suspense e crea irritazione per l’abuso di potere del narratore.
 
Che poi la rivelazione infine rivelata crei un ulteriore problema in chi legge, è ancora un altro paio di maniche. Fa bene Girolamo Moggia a essere incazzato nero. Dovrebbe esserlo con l’autore però, non con sua moglie. Perché se potessimo sentire la voce di Giulia, ci arriverebbe anche la sua indignazione: “Ma come – direbbe a Perrone – prima mi descrivi in un modo, disinteressata, sincera, granitica, e poi scopro che per tutta la vita ho mentito su una cosa del genere? E no caro Perrone, tu mi hai creata in un modo e adesso non puoi cambiarmi a pagina 179. Io non avrei mai fatto quello che tu solo alla fine sveli che ho fatto, ed è inutile che usi mia nuora per dare una spiegazione, perché non mi convinci. La decisione di tacere a mio marito una cosa del genere avrei potuto prenderla solo se mi fosse piombata addosso a metà del nostro matrimonio, e in quel caso l’avrei fatto con lo scopo di proteggerlo, ma mai gliel’avrei fatto sapere post mortem, non sono mica sadica! E comunque non gliel’avrei mai tenuto nascosto fin dall’inizio, quando si sarebbe potuto parlarne, prendere insieme una decisione, e invece tu hai fatto sì che io basassi tutto su una menzogna, e per di più me lo dici solo alla fine! E no, non si fa!”
Lo direbbe così Giulia, tutto d’un fiato. Poi volterebbe le spalle all’autore, chiederebbe perdono a suo marito, farebbero pace e si bacerebbero in riva al mare, al sapore di sale. Perché sarebbe un peccato rovinare una bella storia d’amore con un colpo di scena che non le assomiglia.


Tags: amore, colpo di scena, girolamo moggia, picchettino, roberto perrone, Viola Rispoli,
01 Dicembre 2009

Oggetto recensito:
ROBERTO PERRONE, LA BALLATA DELL’AMORE SALATO, MONDADORI 2009, P. 220, EURO 18
L’autore: scrive di calcio e gastronomia sul Corriere della Sera, è al suo quarto romanzo ed è autore della serie per ragazzi Banana Football Club
 
Storie d’amore (in apparenza) impossibili: nel suo precedente romanzo Averti trovato ora (Mondadori 2007) Perrone racconta di un amore fra un calciatore di 27 anni e una professoressa universitaria di 42
 
Passo campione: “Tutti lo temevano. Tutti, tranne Girolamo Moggia, naturalmente. Lui non aveva paura di nessuno”
 
Picchettino: l’operaio che scende nelle caldaie della navi a pulirle, quando sono ferme in porto. È questo il mestiere di Girolamo Moggia
giudizio:



5.04
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