Terzo capitolo della saga sentimental filosofica di Giovanni Veronesi. Scamarcio tradisce la Solarino per la Chiatti, Verdone è perseguitato dalla stalker Donatella Finocchiaro, De Niro e la Bellucci fanno un bambino. Non merita neanche gli ombrelli
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Da bambini, così tanto tempo fa che sembra ieri, ci dicevano che un bel gioco dura poco. Invece siamo già al terzo prodotto con lo stesso titolo, e di manuale c’è solo il gesto atto a soffocare uno sbadiglio o a cercare in tasca una caramella lenitiva. E si potrebbe finire qui, che non ci si può nemmeno trastullar d’ombrelli, tanto comunque piove fino alla inclassificabilità metereologica. Ma siccome al gioco bisogna starci, sforziamoci: film a episodi dunque, nemmeno in grado di collegarsi tra loro se non per labilissimi e più
Nella sensuale Bahia, una donna si divide tra un marito mascalzone, morto, e uno amorevole e noioso, vivo. La buona notizia è che il capolavoro di Amado a teatro potrebbe fare scintille. La cattiva è: non in questo spettacolo
di Igor Vazzaz
Abbiamo una certezza, dopo aver assistito alla versione teatrale di Dona Flor e i suoi due mariti: il capolavoro di Amado regge alla grande la traslazione scenica. Singolare che tale convinzione, tanto più ferrea rispetto ai dubbi pregiudiziali, sia risultato tetragono d’uno spettacolo mal compiuto. Chiariamo: le trasposizioni sono non solo possibili, ma da incoraggiare, e non v’è da disturbar Nekrošius per dimostrarlo. Necessario, però, è che lo spirito del modello ben si coaguli, s’impreziosisca nel filtraggio d’un differente mezzo e
LeieLui è una storia di sentimenti, dubbi e ricerche, raccontata in parallelo dai due protagonisti. Ancora una volta il prolifico autore di Due di due e Treno di panna scandaglia con sguardo acuto l'animo di uomini e donne che affrontano una relazione
di Gianpaolo Mazza
Michela Lucenti e Maurizio Camilli portano in scena il testo di Steven Berkoff ispirato a Shakespeare, con danze di potentissima corporalità. Visto per voi in anteprima nazionale a Parma
di Sergio Buttiglieri
Quest’ultimo lavoro di Michela Lucenti e Maurizio Camilli ha un inizio folgorante: Amleto vestito da fabbro che scaraventa a terra con enorme frastuono, ai piedi di Ofelia, quattro lastre di pesante lamiera. Ofelia, prima immobile, vestita in lungo, coloratissima, percorrerà i sentieri che l’instancabile Amleto le suggerirà risistemando le lastre davanti a lei, quasi fossero una passatoia. Un degno red carpet per il plot più cliccato della letteratura shakespeariana. Lo sfondo è tutto occupato da un’enorme pelle di animale dal sap
Torna in scena a Brescia uno storico spettacolo dei fratelli Lievi. Amore e sangue in un racconto visivo frammentato, che anticipa le invenzioni del teatro contemporaneo
di Nicola Arrigoni
Per leggere Barbablù di Cesare e Daniele Lievi, contenuto e contesto devono andare di pari passo. Barbablù dei fratelli Lievi ha una genesi lontana e un’attualità stringente. Lo spettacolo fu presentato alla Biennale Teatro nel 1984 ed è stato ripreso nel 1992 al Festival di Cividale del Friuli nella doppia versione in italiano e in tedesco, conquistandosi il consenso dei teatri di mezza Europa. Ora Barbablù torna in scena per volere dello stabile bresciano e per celebrare i vent’anni della morte di Daniele Lievi, premio Ubu alla memo
Leo Muscato porta sul palcoscenico il capolavoro di Pedro Almodovar: è il gioco del teatro dentro il teatro, portato all'ennesima potenza. Ottime prove delle attrici, fra la disperazione di una donna che ha perso suo figlio e i tanti paradossi dell'amore
di Sergio Buttiglieri
Mettere in scena un film di successo è in generale una lotta impari. Se poi ci si deve rapportare a quel genio visionario di Pedro Almodovar la cosa si fa ancora più complicata. Occorre far dimenticare la fascinazione del linguaggio cinematografico lavorando su altri fronti, scavando sullo specifico teatrale degli attori in scena davanti ad un pubblico reale. Questo Tutto su mia madre di Leo Muscato reduce da un debutto con gran successo al Teatro Goldoni di Venezia e ora in replica al Teatro Eliseo di Roma, è un buon tentativo che forse av
Il catalogo di Adelphi su Irène Némirovsky, la più geniale scrittrice francese della prima metà del '900, morta a soli 39 anni ad Auschwitz, si arricchisce di un'altra opera: stavolta sulla coppia, e le brucianti passioni della gioventù che con il tempo diventano qualcos'altro
di Marinella Doriguzzi Bozzo
In Cosa voglio di più Alba Rorwacher e Pierfrancesco Favino sono due amanti clandestini, travolti dall'attrazione sessuale e dalle continue spese che la loro situazione impone
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La pellicola di Soldini - anche se preparata da lontano grazie ad un contesto di parenti, di amici, di lavoro, di palazzoni, di milanesità, eccetera - cerca di documentare, più che di filmare, la storia di una passione fedifraga, che scocca all’improvviso come bisogno carnale, mentre i vincoli al contorno - o meglio i classici ingannati - continuano le loro vite addosso ai due protagonisti, che sanno come reagire all’impulso, ma hanno dei problemi sul dove esercitarlo. E qui scatta il primo equivoco del film. Perchè solo dopo molti e molti amplessi i du
Analisi musical-politica di Meno male che Silvio c'è
di Massimo Balducci
In anteprima nazionale al Teatro della Tosse di Genova un commovente spettacolo diretto da Valerio Binasco
di Sergio Buttiglieri
Tutto inizia in una casa bianca senza mobili, alla John Pawson. Dentro questo ambiente dal minimalismo estremo, una coppia di anziani ci guarda. Lei, pallidissima, non mangia, lui l'assiste amorevolmente di fronte a un muro, su cui l'ombra del sole, riproducendo gli infissi di una finestra che non c'è, crea una labile flebile croce, preludio delle loro sofferenze. In questa assenza di cibo, di parole, di arredi, di sentimenti, si gioca tutta la poetica di Jon Fosse, scrittore norvegese che l'Italia ha scoperto già da vari anni. Ricordiamo un magico sfocato Inverno, con un
Il secondo romanzo dell'autore di E poi siamo arrivati alla fine racconta la storia di un uomo alle prese con una misteriosa malattia, che lo costringe a camminare contro la sua volontà
di Giovanni Zagni
Joshua Ferris, americano dell'Illinois, classe 1974, ha esordito nel 2007 con il pluripremiato E poi siamo arrivati alla fine, ambientato in un'azienda pubblicitaria e scritto per gran parte in prima persona plurale: la sua ironica leggerezza ricorda da vicino i migliori romanzi di Nick Hornby, ma già si intravede la capacità di misurarsi con temi come la malattia, la morte, il fallimento esistenziale. Con questi infatti vuole fare i conti Non conosco il tuo nome, secondo romanzo di Ferris. La storia è quella di Tim Farnsworth, avvocato in un grande studio legale di New Yo
Un no in amore per una donna pesa infinitamente più di un no istituzionale o politico: se quest'ultimo spinge alla lotta, l'altro deprime e basta. Perchè non essere desiderabile sessualmente è ancora considerato il più terribile stigma. E allora cerchiamo di sfatare questo tabù, provando a incassare rifiuti con stile
di Giulia Blasi
A Venezia Love eccetera, mostra personale dell'americano Jim Hodges. Che per l'occasione crea anche una monumentale installazione
di Chiara Di Stefano
“E l’amore ha l’amore come solo argomento / il tumulto del cielo ha sbagliato momento” (Fabrizio de André) Il lavoro di Jim Hodges sembra essere intessuto di una melanconica aura di innamoramento perpetuo. Nei molti, continui rimandi alla parola “love” ci troviamo incatenati da un sentimento che delizia e uccide, avvinti dalla ragnatela d’argento dei sentimenti dell’artista e inevitabilmente riflessi nei frammenti di specchio del sentimento che accomuna tutti i mortali: l’amore (sopra: Chained, 1994). Quello che Hodges raccon
Ne Le signorine di Wilko del lettone Alvis Hermanis un uomo indeciso è corteggiato da una schiera di ragazze
di Sergio Buttiglieri
Le signorine di Wilko, del regista lettone Alvis Hermanis, visto in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena, tratto dall'omonimo romanzo del polacco Jaroslaw Iwaszkiewicz, è una sorta di Zio Vanja all'incontrario: invece che tanti galli attorno a una gallina qui abbiamo tante galline attorno ad un gallo. Solo che in Cechov c'era la giusta ironia per rendere ridicola anche la voglia di uccidere, facendone miseramente fallire la sparatoria, qui invece ci ritroviamo come epilogo una delle ragazze che si impicca dentro l'armadio. E va bene che l'armadio contiene tutti i ricordi, tutti i
Valter Hugo Mãe racconta le miserie degli ultimi in un paesino portoghese, tra sogni di aldilà, misteriosi delitti, amori scomodi
di Giovanni Zagni