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LIBRI - NARRATIVA

Una duchessa e due mariti

Alexandra Lapierre, già autrice di Artemisia, torna con La dissoluta a raccontare la vita di una donna straordinaria: Elisabeth Chudleigh che, nella Londra del Settecento, dominò l'alta società nascondendo un segreto scandaloso


di Cesare de Seta


Alla fine del XVIII secolo, tempo di violenze e passioni roventi d’ogni specie, ma anche, all’acme dell’Ancien Régime, di lusso, sfarzo e sofisticatezze rare, degne di Watteau e Reynolds, gli avventurieri maschi non si contano – da Giacomo Casanova a Cagliostro. Anche le donne però hanno una loro parte. Si pensi solo al celeberrimo caso di Lady Hamilton, al secolo Emma Lyon che, da una Londra sordida, giunge nella capitale borbonica e sposa l’ambasciatore di Sua Maestà Britannica. Susan Sontag le dedicò un controverso romanzo, L'amante del vulcano
  
Emma non è sola, nel panorama delle libertine in un’Europa misogina. Alexandra Lapierre, già autrice di Artemisia – una pittrice di talento, antesignana della lotta per l’affermazione professionale e per la liberazione del gentile sesso - non è nuova nel seguire le tracce e ricomporre le vite di personaggi di straordinario fascino: tale è William Petty, a cui dedicò un libro nel 2004. Il reverendo anglicano, nell’Italia papista anziché finire in prigione (in galera ci andrà, però nella Milano vicereale, arrestato dall'Inquisizione) si aggirava liberamente nella tollerante Venezia tra nobili e congreghe religiose ansiose di far denaro vendendo i loro Tintoretto e Tiziano, schivando avidi rivali e mercanti imbroglioni e senza scrupoli. Petty è un parente stretto, un antesignano della protagonista della coinvolgente storia che ha tessuto ora l’autrice. 
  
Lapierre non è una giornalista di bocca buona e di mano facile, ma una storica dell’arte, una ricercatrice infaticabile che scava negli archivi di tutta l’Europa per tessere le sue tele. Alexandra-Penelope questa volta prende di petto una donna di origini nobili, ma povera in canna, che s’aggira a Londra nella seconda metà del Settecento alla ricerca della sua strada: non ci sarebbe lo spazio per riassumere qui le sue vicende. Dice in esergo Alexandra Lapierre: "Alla temerarietà di Elisabeth Chudleigh, che ebbe l’ardire di inventarsi il suo destino, come nessun romanziere avrebbe osato fare". Un esergo perfetto per introdurre ad un racconto coinvolgente in cui emergono tutte le pulsioni amorose e gli slanci di una donna di grande bellezza e di pari intelligenza, la cui sensibilità femminile non è associabile a quella di nessuna miserevole avventuriera dei nostri giorni. 
  
Elisabeth Chudleigh appartiene alla gentry inglese e, senza dote né protezioni, è destinata a essere maciullata da una società senza scrupoli, la stessa che racconterà ancora nell’Ottocento Dickens. Grazie proprio alla sua avvenenza, pare essere la vittima designata delle convenzioni del suo tempo. Ma lei non ci sta, si ribella al destino e lo prende per i capelli. Viene data in sposa a un uomo che odia, ma tiene nascosto il matrimonio (come faccia è una storia nella storia) e sposa Evelyn Pierrepont, duca di Kingston, il grande amore della sua vita. E’ una donna temeraria: ama la vita e il potere, il lusso e gli amanti. Soggioga gli uomini che l’adorano col suo temperamento. La duchessa Kingston domina l'alta società, seduce l'aristocrazia di tutte le corti europee non come una duchessa, ma come un regina; diviene la protetta del re d'Inghilterra, l'amica e confidente dell'imperatrice Caterina II di Russia. 
  
Elisabeth è dunque una donna libertina, adultera e bigama, in una società pietista e protestante. Quando il segreto della sua bigamia viene alla luce, è chiamata a giudizio a Westminster e rischia la forca. Si celebra così nell'aprile del 1776 il processo più clamoroso dell'epoca, che viene raccontato nelle pagine più belle del volume. Mi pare d’aver detto fin troppo, e davvero poco per seguire la vita di questa intrepida donna. Lapierre è una scrittrice di personalità, ma avendo letto i suoi libri precedenti, debbo dire che qui c’è una svolta: il suo periodare ha un ritmo assai diverso, molto serrato, quasi sincopato, con periodi spesso molto brevi, che rendono assai bene l’incalzare degli eventi. Una scrittura dunque resa perfettamente funzionale al narrato.



Tags: adultera, Alexandra Lapierre, artemisia, bigama. La duchessa di Kensigton, Cesare de Seta, donne, Elisabeth Chudleigh, il saggiatore, La Dissoluta. Libertina, processo,
29 Giugno 2011

Oggetto recensito:

Alexandra Lapierre, La Dissoluta. Libertina, adultera, bigama. La duchessa di Kingston,
Il Saggiatore 2011, p. 247, euro 15.50

giudizio:



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