• Seguici su:
LA TV IDEALE/5

La rivoluzione non è una prima serata

Antonella Cilento è scrittrice ed educatrice: Asino chi legge è il suo ultimo libro. Per la nostra serie di articoli sul palinsesto del futuro immagina programmi che, a piccoli passi, portino una profonda innovazione. Anche guardando al passato


di Antonella Cilento

 


Se stesse a me scegliere e potessi esprimere desideri avverabili, la tv che vorrei sarebbe l’opposto di quella che abbiamo attualmente a disposizione. Innanzitutto niente culi e niente tette e niente talk show da lite. E invece: film d’autore, sceneggiati tv tratti da grandi romanzi e trasmissioni d’approfondimento.
 
Stesse a me, l’intera tv si potrebbe fare con qualche trasmissione di Rai 3, Current, i migliori canali di film d’ogni epoca e, se proprio fosse necessario, un talent show, unica concessione all’intrattenimento puro. Vorrei più giornalisti di frontiera, più musica e addetti ai lavori che ne parlino, più programmi sulla letteratura (dove sono?), più documentari senza doverli andare a spulciare sul National Geographic Channel e soprattutto più teatro.
 
Teatro serio, anche la buona commedia, in prima serata. Quand’eravamo bambini aspettavamo Eduardo e le sue commedie trasmesse a ora di cena come il cattolico la messa. E nei silenzi e nelle pause del grande teatro pensavamo. E siamo venuti su pensanti a causa di queste piccole accortezze, di genitori che guardavano il teatro in tv con noi bambini e poi lo commentavano e che il giorno dopo ci portavano in teatro dal vivo, così che potessimo apprezzare la grande fatica di chi porta la propria arte in scena ogni giorno, con umiltà, senza guadagno, con fatica.
 
Forse vorrei una televisione più simile alla francese Arté, con quel guizzo che la tv delle prime stagioni in Italia aveva: la cura delle idee, delle scene, dei costumi, la scelta degli autori e degli attori. Rivorrei la Rai dei nostri genitori. Vorrei una televisione che si preoccupasse di fare cultura, perché è l’unica cosa di cui oggi in Italia - dove c’è tutto: delinquenza, spazzatura, malafede, ladri e mestatori - c’è totale e assoluta mancanza.
 
Gira l’idea, in questi anni, che la cultura sia un affare dimesso, un’attività fuori moda, un oggetto palloso frequentato da alcuni stupidi che hanno a che fare con i libri, quei supporti spesso non validi per evitare che i tavoli traballino. Gira l’idea che la tv sia un’occasione per far soldi e mostrarsi idioti e che questa è la vera via alla realizzazione, che bisogna esser furbi e guardare al contante, specie a quello che si guadagna in fretta e senza sforzo. Gira l’idea che le donne debbano essere belle e sciocche e facili.
 
Gira l’idea che tanto i giovani, chissenefrega. Gira l’idea che piuttosto che essere Dedalo, un onesto architetto malpagato, sia bene essere Icaro, uno sciocco che salta i gradini dell’apprendimento e tenta la via dell’inutile visibilità. Lo sappiamo tutti come finisce Icaro.
E quest’idea, multipla e sfaccettata, fatta di niente, che ha così ben attecchito in questo paese di distratti, gira attraverso la tv. E così ha costruito generazioni di distratti, di litigiosi, di solitari, di depressi, di gente che non ha più voglia di fare la rivoluzione.
 
Perché io, personalmente, a fare la rivoluzione ci terrei molto. E cerco di farla nel mio piccolo ogni giorno attraverso il mio lavoro. Le rivoluzioni non vanno in prima serata e non fanno share però costruiscono il cambiamento negli anni. Un po’ di Storia in piu’ in televisione, un po’ di Minoli in piu’ in prima serata. Un po’ umanità educata in prima serata. E colta, magari.
Ah, se vivremmo in un paese migliore, dopo!



Tags: Antonella Cilento, Eduardo De Filippo, la tv ideale, National Geographic, palinsesti, programmi, rivoluzione,
01 Dicembre 2010

Oggetto recensito:

LA TV IDEALE

Altri articoli della serie:
I teleducati di Carlo D'Amicis
Tele dico chiare di Michela Murgia
Come TVorrei di Sandra Petrignani
A chi serve la tv di servizio? di Peppino Ortoleva
Fuori Orario di Roberto Alajmo

Interventi arrivati in seguito all'appello lanciato anche da questo articolo sul quotidiano online Affaritaliani
Pedagoghi, alla larga dalla mia cara, vecchia, stupida tv di Ottavio Cappellani

giudizio:



6.800004
Media: 6.8 (9 voti)

Commenti

Bello l' articolo di

8.01

Bello l' articolo di Antonella Cilento , premetto pero' che io non voglio fare la rivoluzione ma mi piacerebbe migliorare il mondo in cui vivo , anche nei piccoli grandi particolari come la tv.

La Tv che vorrei SAREBBE fatta con programmi meno urlati e in cui non sia così importante avere la sesta rifatta per chi vi partecipa, e dove la sessualità sia homo che bi sia assolutamente secondaria ai concetti di chi li esprime.

Si ai documentari sia storici che naturalistici ,magari attualizzandoli , sarebbe bello vedere il teatro in tv , magari attualizzandolo come ha fatto Massimo Ranieri in Filumena Marturano ( che ha avuto molto successo anche in chiave audience) , si potrebbe tentare la via anche della prosa e della lirica ma temo che queste siano segmenti ad un pubblico di nicchia. Mi piacerebbe anche sentire la scienza e la medicina spiegata al pubblico ( perchè la panna monta? cosa succede alle cellule in metastasi?) in modo da creare una nuova coscienza e conoscenza delle meccaniche di causa effetto , che funzionano a tutti i livelli. Si ad un genere tipo Blu notte di Lucarelli dove ricostruzioni , cronaca e storia si fondono tutte insieme.

Ma inevitabilmente ci sarebbe da eliminare o ridurre drasticamente i reality e molti programmi , creando un codice etico per la televisione. Mi spiego meglio , molti reality e molti programmi fanno storcere il naso persino agli stessi produttori ma in nome dell' audience vengono prodotti , registrati e mandati in onda con gran successo..allora a quando un film X rated nel prime time? Perchè è innegabile che se mettessimo un bel porno alle 20,45 farebbe un bum d' ascolti ..quale è il limite che si puo' tollerare ? dove finisce la decenza e la torrelabilità? e dove inizia l' intollerabile? Perchè tanti film hanno una targa adults only e/o accompagnati 14 anni etc e il grande fratello no. Ecco cosa NON farei più trasmettere: LE MOVIOLE , non aggiungono niente al gioco del calcio , ma tanto all' italico sport della dietrologia , appassionando tutti i bar e facendo nascere liti , basta vivere nel mondo dei se dei rigori non dati dei dubbi sui fuorigiochi e sugli arbitri, diamo un segno di civiltà sportiva di accettazione del risultato del campo e finiamola con il super moviolone ( p.s. i rigori poi devono essere anche segnati e risultari infine decisivi) I REALITY basta Grande fratello di belli giovani e vuoti che arrivano dalle grandi città , basta isola dei non famosi una volta solo noti , basta x factor con il moltiplicarsi di chi abbina telegenia alla voce e slle ancherie dei giudici cattivi, basta amici nemici di Maria , basta fattoria dove vincono i protetti, basta talpe dei giochi falsi, basta con questa finta realtà ( quando tu osservi una realtà la modifichi a tua volta , in pratica lo spiato che sa di essere spiato non sarà più naturale nè vero) , basta giochi di amicizia per le nomination, basta di finti dialoghi ( non si parla mai di politica di grandi ideali, ma sempre di chi ti faresti , come cuciniamo la pasta chi lava i piatti) che ci dipinge una gioventù fancazzista , che è disposta a cambiare idea e parte per il solo motivo di compiacere i co-avventurieri di reality. I TG che veicolano e NON informano. Basta con la MERCIFICAZIONE del corpo della donna , non sono un bigotto e mi piace vedere una bella donna, ma che QUALSIASI programma , evento spot , porti avanti l' idea di seni/chiappe/gambe in bella vista no,,,spazio anche al cervello ( anche nei maschi)

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.