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LIBRI

Dave Eggers per bambini

L'autore di Erano solo ragazzi in cammino scrive un romanzo tratto da una sceneggiatura tratta da un libro illustrato. Con risultati sbalorditivi


di Dario De Marco

Immagine tratta da Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi


Che cosa ha combinato stavolta quel formidabile genio di Dave Eggers? Uhm, vediamo: un libro tratto da un film tratto da un libro... ma che cavolo è, una sorta di cover letteraria al quadrato? Dunque: nel 1963 l’allor giovane illustratore americano Maurice Sendak dà alle stampe Nel paese dei mostri selvaggi, libro che diventerà un culto (non subito, come lui stesso racconta oggi http://video.libero.it/app/play?id=214fda834a2a7f112e49f86aa832f7b0) e non mancherà di incantare e terrorizzare generazioni di bambini, compreso il piccolo David. La trama – e capirete che non è la trama il quid, in un libro che consta di sole 36 sbalorditive tavole a colori – la trama narra di Max bambino pestifero, che una sera combina più disastri del solito, viene mandato a letto senza cena, trasforma la sua stanza in un mondo magico e con una barca naviga fino al paese dei mostri selvaggi, li doma e si fa incoronare re, gli ordina di mettere a soqquadro la loro terra, cosa che tutti eseguono scrupolosamente, si scoccia e se ne torna a casa, dove trova la cena pronta.
 
Anni o ere dopo, Eggers viene contattato da Spike Jonze (altro genio, altro culto) per scrivere la sceneggiatura di Nel paese delle creature selvagge. Lo spunto di Sendak, lui benedicente, viene ampliato e approfondito. Al bambino si dà un contesto ambientale e familiare, ai mostri un carattere individuale che li rende ognuno psicologicamente distinto dagli altri.
Infine, terzo e ultimo (per ora?) step, Dave Eggers rimaneggia ancora il copione e scrive il romanzo Le creature selvagge. Un buon terzo del libro è realismo puro: si vede Max, bambino più sveglio e più irrequieto della media, tra una scuola lenta e noiosa, una sorella che sta per diventare adolescente e non se lo fila più, un padre assente quanto mitizzato, un fidanzato della madre parecchio tonto, una mamma che cerca di tenere insieme tutti questi pezzi. Poi ci si sposta nelle terre selvagge, e iniziano i fuochi d’artificio: prati azzurri e arancioni, gatti piccoli come insetti, caproni a due teste, un fiume di lava incandescente che scorre appena sotto il terreno. E soprattutto, i mostri.
 
I mostri parlano la stessa lingua di Max, e si chiamano Carol, Judith, Alexander. Nonostante siano orrendi, un misto di tutti gli animali noti e ignoti, enormi e però velocissimi, in realtà sono proprio come Max: allegri e ipercinetici ma con un fondo di inquietudine, gli piace fare casino, buttarsi uno sull’altro, distruggere le cose senza pensare molto alle conseguenze (quando arriva sull’isola, Max li trova che stanno pogando e sfasciando delle cataste di legno che, scoprirà poi, non sono altro che le loro case – uguale a lui che aveva appena finito di allagare la stanza della sorella per vendicarsi di un dispettuccio). Come i bambini, sono capaci di atrocità con nonchalance: “Se gli vuoi veramente bene – dice a un certo punto una creatura a Max, riferendosi al mostro più forte e più affettuoso – dovresti permettergli anche di mangiarti la testa se ne ha voglia”. E, proprio come i bambini, sono spaventati dall’indefinito: una sorta di “chiacchiericcio” che dicono di sentire nel sottosuolo.
 
“Proprio come Max”, si è detto. Ma è ovvio! I mostri selvaggi sono come Max perché sono Max: incarnazione e amplificazione del magma che ribolle nel centro di un bambino. D’altra parte, tutto avviene nella testa di Max, è chiaro: in questo senso il libro non è una favola. E non solo perché non segue il famoso schema di Propp, e non solo perché alla fine non c’è una morale (se non quella che la minestra di funghi è più buona del verme gigante). Ma perché non c’è finzione: tutto succede nella realtà inconfutabile della vita interiore di un bimbo. Il romanzo è realismo puro dall’inizio alla fine.
E poteva scriverlo soltanto uno. Uno di cui si può dire la stessa cosa che lui dice di un vecchietto amico di Max: che è riuscito “ad attraversare decenni di vita adulta senza dimenticare nulla della sua infanzia, di quel che aveva amato e odiato, temuto e bramato”. Uno che ha una capacità di empatia mostruosa, non solo nei confronti dei bambini ma degli esseri umani in generale: empatia grazie alla quale ha prodotto il capolavoro di Erano solo ragazzi in cammino, genere autofiction ovvero autobiografia di qualcun altro. Uno come quel formidabile genio di Dave Eggers.


Tags: Dario De Marco, dave eggers, Erano solo ragazzi in cammino, Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Spike Jonze,
24 Novembre 2009

Oggetto recensito:
DAVE EGGERS, LE CREATURE SELVAGGE, MONDADORI
Il pre-precedente: il libro illustrato Nel paese dei mostri selvaggi, di Maurice Sendak, versione italiana edita da Babalibri
 
Il precedente: Nel paese delle creature selvagge, film di Spike Jonze co-sceneggiato da Eggers, nelle sale in questi giorni
 
Prossimamente di Dave Eggers: Zeitoun, altra auto fiction su un siriano-americano a New Orleans nei giorni dell’uragano
 
Non c’entra (quasi) niente, ma leggete anche: Roald Dahl, Tutti i racconti, Longanesi. Attenzione: non è un libro per bambini
 
A proposito di cover letterarie: alla Triennale di Milano il 28 novembre c’è il BookJockey Day, giornata di giochi incentrati sulla riscrittura letteraria. Organizzato dall’editore Marcos y Marcos, con scrittori, cantanti, esperti di comunicazione (più info qui http://www.letteraturarinnovabile.com)

 

giudizio:



7.868574
Media: 7.9 (7 voti)

Commenti

Visto che è stato citato

Visto che è stato citato Roald Dahl, consiglierei, anni dopo aver tentato di finire "L'opera struggente di un formidabile genio", di evitare Eggers. Date quegli euro destinati ai diritti per il mortalmente noioso americano al primo drogato che troverete per strada. Avrete speso meglio i vostri soldi.

mi hai convinto, domani vado

7.02

mi hai convinto, domani vado in libreria e non solo perchè ho un bambino come Max

Bravo zio Dario, mi hai

7.02

Bravo zio Dario, mi hai convinto a leggere questo libro! Non era difficile, dato che sono appassionata di fantasy, ma non era neanche facilissimo, dato che non sono appassionata di c......zzate...

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