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LIBRI - SAGGISTICA

Felici o contanti

Crescere significa sempre e comunque "migliorare"? Gli economisti Marta Nussbaum con Creare capacitàFrey e Marti in Economia della felicità pongono le basi per un mercato che metta l'uomo e il lavoratore di nuovo al centro e sappia misurarne la qualità della vita


di Nicola Arrigoni

 


L’accostamento è ardito, ma necessario. Cosa possono avere in comune la ricerca economico/sociale di Bruno S. Frey e Claudia Frey Marti, Economia della felicità e l’invito a "liberarsi dalla dittatura del Pil", espresso da Marta C. Nussbaum in Creare capacità? Il punto di raccordo è proprio la felicità, o meglio lo sforzo di trovare strade e strategie che permettano di rendere accettabile la vita, offrire ai singoli come alla collettività prospettive di realizzazione che rendano la vita degna di essere vissuta.
 
Il perseguimento della felicità è uno dei diritti fondamentali enunciati nella Dichiarazione di indipendenza americana, ma ancora prima Artistotele diceva: "Tutti gli uomini aspirano alla felicità"; dichiarazione tanto condivisibile quanto indefinibile e inafferrabile può essere il significato del termine ‘felicità’. Ma cos’è la felicità e come si ‘misura’, come si realizza?
 
economia (1).jpgA questo obiettivo tende il saggio/ricerca Economia della felicità di Bruno S. Frey e Claudia Frey Marti, volume che alla filosofia preferisce i dati della sociologia e le indagini statistiche. Gli autori cercano di rispondere ad una serie di interrogativi correlati al senso di felicità: i soldi fanno la felicità?, una buona situazione economica rende felici? E ancora: il lavoro può rendere felici? E il matrimonio? La parità tra i sessi può essere motivo di felicità? A questi interrogativi i due ricercatori danno risposte quantitative, incoraggiano il contraddittorio.
 
Senza voler entrare nel merito dei singoli quesiti, i due economisti mettono in evidenza come il solo benessere non basti a creare felicità, e soprattutto declinano la parola felicità in un contesto socio/economico che chiede alle istituzioni di non dimenticare l’individuo, di lavorare per ‘creare capacità’, di creare le condizioni perché i talenti del singolo vengano messi a frutto con intelligenza e prospettiva, in nome di un comune agire che non vuol dire annichilire le individualità.
  
Se dunque il saggio Economia della felicità impone e pone un analisi concreta, oggettuale di ciò che può voler dire perseguire il fine di essere felici, Martha C. Nussbaum pone in Creare capacità un altro interrogativo non meno pesante: "Se il Pil di un determinato paese cresce, ma non diminuisce il numero di persone deprivate dei diritti all’istruzione, alla salute e ad altre opportunità di realizzazione individuale, possiamo dire che quel paese progredisce?". Il punto di partenza è economico, la riflessione sociologica e filosofica, la prospettiva operativa e pratica: non tutti i paesi con un Pil in crescita sono paesi felici. Non è detto che allo sviluppo economico corrisponda la realizzazione e la felicità degli abitanti di quel Paese o nazione economicamente florida. "Per troppi anni abbiamo sopravvalutato il Pil, che non è un indicatore reale della qualità della vita. Sono altre le cose importanti, che rivelano la ricchezza di un Paese: sanità, educazione, rispetto delle minoranze, emozioni ed immaginazione", da quanto scrive la Nussbaum parte la riflessione e la ricerca di quali competenze, quali diritti sociali, quali condizioni esistenziali sono necessari perché la felicità sia percepita al di là dello sviluppo economico/produttivo.
 
Per questo Nussbaum elabora il concetto di ‘capacità’. Questo concetto "permette di fissarci non più sui redditi, sui beni materiali, sulla percentuale pro capite del prodotto interno lordo, ma sulle ‘capacità"’ di uomini e donne: la loro libertà di scelta, le loro opportunità, che sono poi la combinazione delle doti e delle conoscenze di ciascuno all’interno di un determinato contesto sociale, economico, politico", ha recentemente dichiarato l’autrice di Creare capacità.
 
creare-capacita.jpgNussbaum identifica dieci ‘capacità’, dieci ‘diritti universali’ di cui ogni uomo dovrebbegodere.Tra questi, il diritto alla vita, alla salute, all’appartenenza, ma anche il diritto all’immaginazione e alle emozioni, diritti che difficilmente sembrano poter trovare un quadro normativo o sociale atto a tutelarli: "Immaginazione ed emozioni sono aspetti centrali dell’esperienza umana, e non fanno semplicemente parte della sfera privata spiega - pensiamo per esempio ai problemi di salute emotiva delle donne. Violenza domestica, stato di minorità sociale, paura di aggressioni e stupri nutrono e guastano le emozioni delle donne. Perché le donne non possono camminare la notte, da sole, senza provare spesso un sentimento di terrore? Perché la sfera pubblica - polizia, politica, leggi - non le tutela a sufficienza. Stesso discorso per l’immaginazione. Se la scuola educa i ragazzi costringendoli a una memorizzazione piatta, non stimola l’immaginazione. Con grave danno per la società e l'economia, dove la capacità di innovare e immaginare soluzioni nuove è cruciale". 

 
Dalla diversità culturale al diritto di appartenenza ai luoghi, dalle pari opportunità offerte per l’ingresso nel mondo del lavoro, alla volontà di investire sui giovani la ricetta di Nussbaum appare fin ovvia nella sua chiarezza: lavorare perché chi vive possa farlo nel miglior modo possibile, perché possa avere ciò che serve per individuare le proprie attitudini e realizzarle in nome di un’attenzione all’altro che si esplica in un benessere nello stare al mondo e che altro non è che la felicità. Forse.
 
La strada da fare è molta, in salita e deve avere al centro non la dittatura del Pil ma l’uomo misura di tutte le cose, non signore assoluto del mondo, ma abitatore e autore del mondo e per questo di esso rispettoso perché consapevole di sé e dell’altro, di sé e dell’ambiente che vive… E forse il riferimento filosofico sta nel "nuovo umanesimo" predicato da Edgar Morin in un altro saggio, La via.


Tags: Creare delle capacità, Economia della felicità, il mulino, Marta C. Nussbaum, Nicola Arrigoni, PIL, recensione,
17 Gennaio 2013

Oggetto recensito:

M. C. Nussbaum, Creare capacità. Liberarsi dalla dittatura del Pil, Il Mulino, 2012, pp. 224, Euro 15 
 
B. D. Frey – C. F. Marti, Economia della felicità, Il Mulino, Bolgna, 2012, pagine 170, Euro 13

 

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