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LIBRI - SAGGISTICA

La salvezza fra le righe

Le Future Umanità a cui lo studioso Yves Citton dedica il suo saggio coincidono con il destino degli studi umanistici: in regime di capitalismo delle conoscenze, per lo Stato Sociale del "cognitariato", l'unica possibilità di riscatto sta nella capacità di interpretare e decostruire i significati che arrivano dall'alto


di Mario Minarda

 


Guardando alla resa in lingua italiana del titolo del libro di Yves Citton (nella splendida traduzione di Isabella Mattazzi) non si può non pensare, abbandonandosi magari a qualche sorriso nostalgico, al sintagma finale di un noto canto internazionalista di sano auspicio per le sorti dell’umanità intera. Se in quel testo però si cantava l’utopia di una giustizia più equa, sogno della classe operaia, il testo saggistico di Citton, chiamando "cognitariato" il nuovo ceto sociale urbano, aggiorna in chiave attuale alcuni nodi nevralgici della nostra epoca iper-globale e forse ultra-post-moderna (con buona pace di chi non sopporta etichette o facili prefissi sminuitivi).
 
I flessibili quanto complessi concetti ai quali il critico francese fa costante riferimento sono infatti termini come "economia della conoscenza", "capitalismo cognitivo", all’interno dei quali vengono analizzati i ruoli, gli ambiti, i significati e perfino le prospettive potenziali che i saperi umanistici (arte, filosofia, storia e letteratura) hanno oggi nel mondo dell’informazione, dove vige una una conoscenza sempre più diffusa. Tale analisi viene condotta, per l’appunto, declinando al plurale l’oggetto princeps della discussione, ovvero l’atto interpretativo.
 
yvescitton.jpgDall’universo scientifico-industriale, dalle istituzioni accademiche o scolastiche a quelle governative, l’interpretazione, al contrario di una lettura passiva tendente ad accumulare nozioni e categorie, acquisisce i caratteri e gli strumenti per una vera e propria insubordinazione all’esistente, in un orizzonte aperto che sintonizza al meglio i canali della conoscenza comunicativa. Interpretare è quindi uscire con sforzo originale e coraggioso dalla presunta griglia dell’oggettività con la quale siamo stati abituati a osservare lo stato di cose presenti.
 
Al di là delle numerose scriminature tra significati e significanti, con l’interpretazione, avverte il professore francese, emerge un bisogno assieme individuale e collettivo di ri-comporre e di ri-configurare i sensi del mondo dando loro un senso inedito. L’autore gioca costantemente con parole quali "montaggio", "cortocircuito", "trasduzione", "inter-prestito", e cita pure Bergson, Deleuze, Spinoza, oltre che autori e filosofi del Settecento francese, il suo ambito di studi) sviscerando così le potenzialità della "stupefacente attività multiforme dell’interpretazione", la quale ha la vitale prerogativa di generare conflitti e movimenti.
 
Attraverso i capitoli del saggio, magiche alchimie di una elaborazione intellettuale in divenire (vista la suggestività di paragrafi e sottoparagrafi), ci si imbatte in una quasi ‘meta-lettura’: in un testo cioè che spiega con assoluta limpidità le modalità stesse del leggere tra le righe le parole dei libri, così come i fenomeni e le cose del mondo. Si apprende così che condizioni necessarie all’interpretazione sono pensieri come solitudine (la famosa "stanzetta solitaria" evocata da Virginia Woolf), intuizione, emozione estetica, individualità, la dialettica otium contro negotium. Lungi dall’essere mere riproposizioni di postulati romantici o crociani, tali luoghi specifici sono invece ipotesi proposte all’interno di nuove dinamiche collettive e libertarie, volte ad aprire le nostre menti al dubbio pregnante e perpetuo, piuttosto che alle statiche verità.
 
Oltre che un libro di teoria letteraria Future umanità di Citton si rivela una preziosa lettura anche (e forse soprattutto) per i non addetti ai lavori, con l’invito eracliteo a svegliarci sul serio in una società di eterni dormienti. E tuttavia questo monito non viene svolto tessendo l’elogio degli studi umanistici in contrapposizione a quelli scientifici, bensì calando entrambi in un sistema di reti multidisciplinari complesse. Non ci si arrocca su resistenze culturali passive, rivendicazioni democratiche o facili piagnistei (come negli ultimi anni ci hanno abituato i libri di Todorov, Nussbaum…) ma si esplica in una presa di posizione attiva correlata alla capacità concreta di costruzione del nostro avvenire. Per cui, a mo’ di slogan del Quinto Stato, il messaggio finale potrebbe essere: Umanisti di tutto il mondo unitevi! E agite presto.



Tags: cognitariato, deupunti edizioni, Future umanità, Lettere, Mario Minarda, recensione, studi umanistici, Yves Citton,
27 Giugno 2012

Oggetto recensito:

Yves Citton, Future umanità- quale avvenire per gli studi umanistici?, :duepunti edizioni, 2012, 20 euro

 

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