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LIBRI- SAGGISTICA

Lo stato globale

Crisi mondiale? La soluzione arriva dall'India, in particolare dalla penna di Parag Khanna, tra i massimi esperti di relazioni internazionali. Come si governa il mondo è un saggio che fa il punto sugli equilibri politici, l'azione delle ONG e il rischio di lasciare tutto in mano alle multinazionali


di Gaetano Farina

 


Il libro dell’indiano Parag Khanna, considerato dalla rivista Esquire una delle persone più influenti del terzo millennio, è, prima di tutto, un incoraggiamento a sentirci di nuovo importanti, visto che, come rimarca lo stesso Federico Rampini in prefazione, “ci siamo spesso sentiti troppo piccoli ed ininfluenti” rispetto alle dinamiche della globalizzazione che possono apparire ineluttabili, qualcosa che una persona normale non può minimamente condizionare, a cui può solamente sottomettersi.
 
Il giovanissimo Khanna, che a soli 34 anni è già uno dei maggiori esperti di relazioni internazionali,  tanto da aver prestato consulenza a Barack Obama, è convinto, invece, che la globalizzazione si possa governare dal basso, dato che le grandi organizzazioni internazionali non sono più in grado di assumere decisioni e formulare strategie davvero efficaci, a meno che non riguardino la loro stessa sopravvivenza.
 
Pur cadendo nelle trappole moderne della ridondanza e ampollosità dialettica, Khanna ci spiega come ormai ci stiamo muovendo nella direzione di un mondo frantumato, frammentato, ingovernabile, multipolare, o non-polare. Un mondo in cui presto potrebbero non esistere più grandi potenze o superpotenze come gli Stati Uniti, capaci di controllare realmente la politica mondiale, e in cui gli attori non statali potrebbero assumere un ruolo politico sempre più esplicito. Questi ultimi possono essere multinazionali, lobbies, organizzazioni non governative come organizzazioni criminali. Il rischio imminente è, quindi, quello di precipitare nel caos, è forse ci siamo già dentro.

paragkhanna.jpgMa non tutto perduto e, anzi, per l’autore di Tre Imperi, proprio dalle peggiori crisi si possono cogliere le soluzioni migliori che in questo caso stanno proprio nel consolidamento della nuova “megadiplomazia”, nell’interconnessione fra agenzie e gruppi privati, fuori dagli apparati burocratici e istituzionali.
 
L’ottimismo di Khanna si fonda sulla centralità conquistata dagli attori non-tradizionali: ciascuno di noi, se si mobilita come attivista per una causa in cui crede, e unisce le proprie energie a quelle di tanti altri cittadini, può influire sugli eventi mondiali più di un diplomatico tradizionale. Grandi Ong come Medici senza Frontiere, Greenpeace e Oxfam sono delle vere potenze nel mondo di oggi e hanno un peso superiore ai governi di molte piccole nazioni, almeno se misurati in base alla loro effettiva capacità di influire sulle condizioni di vita di intere popolazioni o porre le basi per un futuro diverso. Lo stesso si può dire di alcuni poli universitari d'eccellenza, che disseminano idee nel mondo intero: Harvard o Berkeley possono essere più influenti di governi nazionali.
 
E nell'elenco di queste nuove figure, non potevano mancare, naturalmente, i vari Google, Facebook e Twitter. La stessa WikiLeaks, seppur dotata di una struttura molto piccola, è in grado di condizionare l’agenda politica e mediatica a livello mondiale grazie al patrimonio esplosivo di informazioni e conoscenze di cui dispone.
 
Tuttavia, se la descrizione dello scenario geopolitico da nuovo Medioevo, come egli stesso lo etichetta, è ampiamente condivisibile, rimaniamo scettici riguardo all’ottimismo di Khanna nel prospettare un “rinascimento dal basso”. Soprattutto se spinto dagli attori che lo studioso indiano richiama costantemente sulle pagine del suo libro: ovvero la Fondazione dell’ex presidente statunitense Clinton, uno dei maggiori sostenitori delle inique manovre neoliberiste; le grandi Ong che spesso si alimentano esse stesse di “economia di guerra” e vi investono gran parte delle risorse nel proprio mantenimento; i testimonial prestigiosi alla Bill Gates o alla Angelina Jolie che non si capisce mai quanto "ci credano" veramente; le multinazionali, le new company di internet come Google, le stesse università private che, in ogni caso, hanno come primo obiettivo il profitto.



Tags: Come si governa il mondo, Fazi editore, Gaetano Farina, globalizzazione, Parag Khanna, recensione,
26 Ottobre 2011

Oggetto recensito:

Parag Khanna, Come si governa il mondo, Fazi Editore 2011, 372 p, 19 euro

 

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