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LIBRI - MUSICA

Waits canta Waits

"Un piede negli aneddoti personali ed uno nelle strategie promozionali": così viene ritratto il cantautore di Pomona da Paul Mahler Jr., curatore de Il fantasma del sabato sera, una biografia costruita su estratti dalle tante interviste rilasciate dall'artista nel corso di una carriera decennale.


di Marco Buttafuoco

 


“La confusa impurità degli esseri umani, così dev’essere la poesia che cerca, intrisa di sudore e di fumo, odorosa di urina e di giglio, poesia impura come un vestito, come un corpo, macchie di cibo, gesti vergognosi, rughe, commenti, sogni, veglie, profezie, dichiarazioni di amore e di odio, bestie, colpi, idilli, , smentite, dubbi.... ll desiderio di giustizia, il desiderio sessuale, il rumore dell'oceano, senza escludere deliberatamente nulla, senza accettare deliberatamente nulla".
 
Questo ideale poetico vagheggiava nel 1924 il ventenne Pablo Neruda. Probabilmente il grande cileno non sapeva che un’arte del genere, il blues, era già nata dal fango del delta del Mississippi. E non poteva sapere che, come tutte le arti vere, si stava incanalando e si sarebbe diffusa in tanti rivoli disordinati. Da quei rigagnoli sarebbe nata tanta parte dell’espressività musicale del ‘900: dal jazz in tutte le sue forme al rock. Dalla letteratura beat a Bob Dylan, dalla sensualità ferita di Bessie Smith ai deliri urbani di Tom Waits.
 
tomwaitsilfantasma.jpgA quest’ultimo Minimum fax ha dedicato un libro dall'impianto non usuale. Questo Il fantasma del Sabato sera (titolo invero discutibile, l’originale è un più asciutto Tom Waits on Tom Waits- Interwiews and encounters) è, infatti, una sorta biografia artistica del musicista di Pomona tracciata attraverso alcune delle tante interviste rilasciate nella sua lunghissima carriera.
 
L’operazione, condotta da Paul Maher Jr, è tutto sommato, ben riuscita. Il ritratto che esce dalle oltre quattrocento pagine è quello corretto di un musicista inquieto e sempre pronto a mettersi in discussione, a cercare nuove strade. Di un artista che ha assorbito come una spugna tutta la lezione della letteratura e della musica americana, di uno sperimentatore impavido. E poco importa che in quest’antologia d’interviste manchino, per ragioni di esosi diritti d’autore, quelle pubblicate sui più noti periodici musicali d’oltreoceano. Il risultato finale è buono, nonostante alcuni limiti insiti nella scelta di stessa di usare un materiale infido come quello delle interviste.
 
Di questo, Maher si dice perfettamente consapevole: “Stando alla maggior parte dei racconti, Waits potrebbe essere una persona fantastica o frustrante da intervistare …la sua tecnica di depistaggio è una forma d’arte. Spesso armato di un bloc notes zeppo di saggezza popolare stile Frate indovino, si farà strada largo nell’intervista con un piede negli aneddoti ed uno nelle strategie promozionali che potrebbe essere costretto a rispettare per contratto. …come Bob Dylan in molti casi devia le premesse di una conversazione in modo da adattarla al suo umore”.
 
Il libro è infatti ricco di ripetizioni, di ridondanze, di passaggi a vuoto. Ma è ugualmente necessario per i tanti seguaci del culto e per chi voglia saperne di più sul suo percorso, così poco lineare. E del resto alcune interviste sono davvero belle (per tutte cito quella di Amanda Petrusic, dove si parla dell’amore di Waits per i suoni “sporchi” e del suo rapporto con la letteratura della beat generation).



Tags: ghost of saturday night, il fantasma del sabato sera, Marco Buttafuoco, Minimum fax, Tom Waits,
28 Marzo 2013

Oggetto recensito:

Tom Waits, Il fantasma de sabato sera – interviste sulla vita e la musica, a cura di Paul Maher Jr.,
Minimum fax 2013, p 409, 16 Euro

 

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