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TEATRO

Claudio Morganti rilegge liberamente il Woyzeck di Büchner, lo chiama Wozzeck e si mette in scena da solo a dialogare con le sagome proiettate sul telo: un curioso esempio di metateatro espressionista, dove le 'tenebre' sono anche quelle esistenziali


di Nicola Arrigoni

In quelle ombre che agiscono la storia d’amore, gelosia e passione del soldato Woyzeck c’è lo scontento di un mondo, c’è un desiderio che dura fino alla morte: c’è soprattutto la professione di fede di un artista nei confronti del teatro. Un teatro che alluda e sia poesia, un teatro che non dica tutto ma suggerisca la possibilità di mondi altri da condividere con lo sguardo autorale dello spettatore.    Questo è Ombre -Wozzeck di Claudio Morganti, libera rilettura del Woyzeck di Büchner per attore solo e ombre qui a
20 Giugno 2012