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FILM

Il regista di Cous cous e Venere nera torna con La vita di Adele, trionfatore a Cannes. Ma né i riferimenti letterari, né le scene esplicite di sesso saffico riescono a rendere un capolavoro questa pellicola molto lunga, e ancora più lenta


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Una delle caratteristiche ricorrenti della sempre pregevole filmografia di Kechiche risiede nella  lunghezza: a suo modo ancora concisa nell'adattarsi all'età umoralmente contratta o dilatata della preadolescenza (La schivata, 2003); venata di indugi quasi mitologi nei confronti di una quotidianità esotica (Cous cous - 2007); ridondante nelle sottolineature insistite di un commovente percorso di triviale annientamento (Venere nera - 2010); esasperatamente e inutilmente smisurata in La vita di Adele. Dove si ritorna in qualche modo a La schivata per almeno tre motivi: la prem
28 Ottobre 2013