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DISCHI

Esce Ain’t No Grave, l’ultima opera del folksinger americano scomparso nel 2003. Un disco in cui c'è il senso della fine imminente, ma anche un'intensa vitalità. E un pizzico di ironia


di Simone Dotto

La tentazione, quando si ha un’opera postuma fra le mani, è più o meno sempre la stessa: cercare di farne un testamento. Spulciarne i solchi alla ricerca delle fatidiche ultime parole da riportare nei memoriali, concludere la trama con un finale degno, trovare la giusta battuta d’uscita. Un giochetto, lugubre quanto basta, che l’ultima fatica di Johnny Cash rende sin troppo facile: Ain’t no grave inizia a seminare riferimenti espliciti alla morte fin dal ritornello del suo primo brano, il blues che gli dà il titolo: “Ain’t no grave can h
19 Marzo 2010