di Federico Capitoni, Simone Dotto, Marco Buttafuoco, Dario De Marco, Giovanni Desideri
di Marinella Doriguzzi Bozzo, Dario De Marco, Simone Dotto
Oggi sono passati esattamente dieci anni: il 23 aprile 2002 usciva Yankee Hotel Foxtrot, il primo disco in cui una bella band di power pop americana diventava qualcos'altro. Ma anche un disco sinistramente profetico: basi pensare che in un primo momento era programmato per l'11 settembre dell'anno prima. E non è stata l'unica volta in cui il gruppo ha incrociato (e simboleggiato) la Storia degli Usa: come quando un semisconosciuto senatore...
di Simone Dotto
I would like to salute The ashes of American flags And all the fallen leaves Filling up shopping bags Qualsiasi cosa ma non chiedetelo a Jeff Tweedy. Lui, che pure dei Wilco è la voce e la mente da prima ancora che si chiamassero così, la fa semplice: “Chi crede nei simbolismi perde di vista la realtà delle cose”. Buon vecchio pragmatismo americano o falsa modestia da intellettuale ritroso? L’ardua sentenza ai posteri, che poi saremmo noi, dieci anni dopo la pubblicazione di quello che, secondo molti, non è solo il capolavoro di una grande b
Ecco il paradosso: il genere musicale che per definizione è più legato alle radici, all'appartenenza geografica, ai luoghi, diventa indefinito e proveniente da un eterno "altrove". E perciò, si fa ancora più interessante: qui proviamo a selezionare per voi gli artisti migliori
di Simone Dotto
I britannici Nick Frost e Simon Pegg, classica coppia di attori (e autori) comici, sbarcano alla corte dei produttori Usa per replicare in grande i successi di Hot fuzz e L’alba dei morti dementi. Il risultato è Paul un'allegra parodia della fantascienza, pieno di sfottò e citazioni cinematografiche. E privo, o quasi, di compromessi con gli Studios
di Simone Dotto
Due inglesi vanno in visita in America. Succede nel film, dove un’inseparabile coppia di nerd organizza un pellegrinaggio in tutti i luoghi d’avvistamento alieno. Succede nella realtà, quando gli autori e attori britannici Nick Frost e Simon Pegg (il grosso e lo smilzo, nella miglior tradizione della comicità a due) vengono “prelevati” dai signori di Hollywood e, come spesso capita in questi esperimenti, riempiti di soldi e affiancati a un commediografo di mestiere - Greg Mottola, autore di Adventureland, sul sentimentale andante. I richiami tra den
Era partito come "nuovo Paolo Conte", per diventare "il Tom Waits italiano". Poi aveva spiazzato tutti, fan e non, con Ovunque proteggi. Ora esce Marinai profeti e balene, disco-libro che si muove tra creature subacquee e letteratura marina. Un itinerario nelle profondità dell'oceano, ma soprattutto un viaggio nella testa di Vinicio
di Simone Dotto
Vent’anni di carriera valgono bene un viaggio premio. Da tanto è in circolazione Vinicio Capossela: due decadi in cui il pubblico sempre bisognoso di certezze l’ha conosciuto prima come “il nuovo Paolo Conte”, poi come il “Tom Waits italiano” poi ancora come il musico accompagnatore di Paolo Rossi - erano i tempi di Pop e rebelot e di Su la testa, i primi spiragli di celebrità mediatica. E quando finalmente qualcuno iniziava a chiamarlo cantautore, lui per ripicca sceglie di essere Vinicio Capossela. La vendetta si consumava nel 2006, con Ovunq
Da venerdì in sala Hai paura del buio, film su un'immigrata rumena girato dal direttore editoriale, autore tv, vj e video maker. Il personaggio è un concentrato di sinistra radical chic, da non ripagare con le stesse armi
di Simone Dotto
Lo chiedeste direttamente a lui, probabilmente vi risponderebbe che di mestiere fa il “creativo multitasking”. Prima ancora di essere un cineasta (pardon…“video maker”), Massimo Coppola è direttore di una casa editrice ben avviata (la Isbn), autore televisivo “intelligente”, veejay di culto per Mtv, collaboratore della rivista Rolling Stone e regista di un documentario sulle elezioni nazionali del 2006. Parecchie cose insomma, alcune delle quali effettivamente buone, ma non esiste modo per convincervi a comprare tutto il pacchetto, ché t
La figura del cantastorie solitario non è mai stata tanto ricorrente come in questo primo spicchio di terzo millennio: centauri che risalgono alla preistoria della popular music, ma con una gran voglia di cantare dei tempi che corrono. Come Josh T. Pearson, che non a caso intitola il suo album The last of the country gentlemen
di Simone Dotto
Solo vent’anni fa non ci avremmo scommesso un centesimo, presi com’eravamo a profetizzare l’avvento della musica del Duemila e altre fantasie da pronipoti. Eppure la figura del cantastorie solitario non è mai stata tanto ricorrente come in questo primo spicchio di terzo millennio: centauri metà uomini-metà chitarra che risalgono alla preistoria della popular music, in materia di innovazione tecnologica l’equivalente di un homo erectus, hanno dalla loro una gran voglia di cantare dei tempi che corrono. E’ anche per averne incontrati già
Ascesa e caduta della Parmalat. Andrea Molaioli porta sul grande schermo le storture del capitalismo italiano. Tra un Remo Girone troppo mite e un Toni Servillo appiattito sui suoi precedenti personaggi, più che un film di denuncia sembra un thriller: in cui il colpevole - cioè il responsabile delle truffe e della finanza creativa - alla fine non viene individuato
di Simone Dotto
Think locally, act globally. Quando si dice la cattiva globalizzazione. Questo sta a simboleggiare la Leda (leggi Parmalat), che in dieci anni da casa produttrice di latte a gestione familiare si ritrova a essere una multinazionale a investimento diversificato - ma pur sempre a gestione familiare. Sotto l’egida di un uomo tutto casa, azienda e chiesa come Amanzio Rastelli, lavora da sempre il ragionier Botta, uno che il suo impiego di stratega economico se lo porta dietro anche nei weekend. Eppure non basta: in ossequio ai soliti vincoli di sangue, gli verrà affiancata com
L'ultima trovata del gruppo di Thom Yorke: incidere un disco senza farlo sapere a nessuno. Non ai giornali, ma neppure ai pirati di internet. Fino a spiazzare perfino se stessi. Marketing virale o sciocchezza micidiale? Vediamo, ma parliamo (anche) della musica che c'è in The king of limbs
di Simone Dotto
Se uno tra quei due o tre soggetti al mondo che ancora possono fregiarsi del titolo di popstar se ne esce dall’oggi al domani con un disco nuovo, la notizia è di quelle da far fermare la stampa. A meno che le popstar di turno non siano dei guastafeste ipertecnologici del rango dei Radiohead, che delle macchinose tempistiche delle rotative hanno deciso di infischiarsene (inquinano, e poi fanno così tanto “ società industriale”…). Attenzione, però, che non si tratta di scelta eremitica o di snobismo verso riviste e quotidiani. Dietro gl
Gli hippy sono tornati, anzi non se ne sono mai andati: barbe e capelli lunghi, i newyorkesi Akron/Family sono i campioni del neo folk psichedelico. Tanto da dedicare le loro canzoni all'idillio con la natura, e un intero concept album al risveglio del gigante islandese Eyjafjallajkull
di Simone Dotto
Sentite questa: “…un concept album ispirato gli eventi naturali che sempre più spesso sconvolgono la regolarità delle nostre vite - come il recente risveglio di Eyjafjallajkull, recente protagonista delle cronache mondiali”. Proprio lui: il minaccioso vulcano che la scorsa estate nessun anchorman televisivo aveva il coraggio di nominare, questi tre fricchettoni americani ora ce lo cantano. Anzi, ci fanno su un disco intero. E per entrare meglio nella parte si trasferiscono in una stazione abbandonata alle pendici di un vulcano. Un altro, però: il Monte M
Maurizio Blatto, noto critico di Rumore, è proprietario di un longevo negozio di dischi. In questi racconti descrive con tenerezza manie, tic e piccoli feticismi degli appassionati che incontra ogni giorno: a ciascuno un soprannome, un capitolo e una colonna sonora. Molta ironia, ma anche un po' di tristezza
di Simone Dotto
Il solo fatto di scriverne qui, da queste pagine virtuali, ci pone già dall’altra parte della barricata. Fra quelli che, d’accordo, sarà anche bello l’odore o il fruscio della carta stampata, bella la sensazione poter toccare con mano gli oggetti a cui si è affezionati: però, specie quando si tratta del tipo di oggetti di cui di solito ci si occupa da queste parti, quel che conta alla fine è il contenuto più del contenitore, no? Beh, no. Almeno, non per tutti. Giornalista musicale e storico collaboratore della rivis
Da Bing Crosby e Sinatra (che ci mandano un duetto dall'aldilà) al cantante dei Sigur Ròs, passando per il classico folk inglese. I regali musicali per le feste si dividono in tre categorie: le carole dei big che le moribonde case discografiche tentano di imporre; i pezzi che alcuni gruppi fanno generosamente scaricare gratis; infine i nostri consigli, per sfuggire alla retorica senza abbandonare l'allegria, e il piacere dell'ascolto
di Simone Dotto
1. Il pensiero che costa Secondo il calendario alla rovescia del mercato discografico, Natale è il giorno in cui si festeggia il miracolo della Resurrezione. Ogni anno cantanti, musicisti o interi cataloghi che credevi sepolti in un anfratto di qualche casa di produzione tornano a farsi vivi con una puntualità che ha effettivamente del miracoloso. Molti applicano la tecnica dello gnorri, fingono di scordarsi la data e intanto ti piazzano lì l’antologia e il best of di rito. Altri invece, più devoti o solo più smaliziati, si vestono a festa: come Annie L
Secondo disco per il ferrarese che si fa chiamare Le Luci della centrale elettrica: tre anni fa un fenomeno innalzato a portavoce della nuova generazione, oggi la parodia di se stesso dileggiato o accolto con indifferenza. Ma sempre ad opera del web
di Simone Dotto
In principio fu il tam-tam attraverso la rete. Un ragazzo di Ferrara che urlava e strimpellava la chitarra da una pagina internet, come tanti altri ce ne sono, e una produzione di cd fatti in casa: masterizzati, impacchettati e spediti - con tanto di dedica personale - all’indirizzo di chiunque si fosse fatto vivo per richiederlo. Poi venne la firma per un’etichetta (la Tempesta Dischi, di Pordenone), la benedizione di qualche guru dell’ambiente e il disco “vero”: e allora vai con le copertine dedicate, con i panegirici sul giovane fenomeno, con le sezioni cultura
Lo scorso fine settimana a Faenza c’è stato il Meeting delle etichette indipendenti (edizione 14). Ecco un anomalo reportage, occasione anche per lanciare un Sos rispetto al concetto di “indipendenza” nell’era di internet
di Simone Dotto
“Servizi video e multimedia a prezzi indipendenti”. Così recita uno dei tanti volantini pubblicitari che ti si accartocciano per le mani mentre passeggi nel centro fieristico di Faenza. Prego notare che la parola “indipendenti” non ha virgolettati o corsivi di sorta: se ti trovi da queste parti generalmente o sei un musicista o in qualche forma un addetto ai lavori, e allora non c’è nessun bisogno di spiegarti che cosa significhi la parola magica. E’ così vero, che quello che nasceva quattordici anni fa come Meeting delle Etichett