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FILM

Invictus, la giusta retorica del rugby

La storia vera di Mandela che usò lo sport come mezzo di unità nazionale nel Sudafrica dopo l'apartheid. Un grande Morgan Freeman e un Matt Damon poco espressivo, sotto la guida di un Clint Eastwood ai limiti del buonismo


di Chiara Di Stefano


Il nuovo film di Clint Eastwood, ispirato al libro di John Carlin Ama il tuo nemico, racconta di come Nelson Mandela, appena scarcerato ed eletto presidente del Sudafrica, grazie al rugby sia riuscito a cementare una nazione intimamente divisa dal dramma dell’apartheid. L’invictus del titolo originale si riferisce ad una strofa di una poesia recitata spesso da Mandela durante gli anni di prigionia a Robben Island e che il presidente regala al capitano Francois Pieenar.
 
La metafora del rugby come luogo della riconciliazione, come unico sport nel quale al termine degli ottanta minuti non si porta rancore al proprio avversario, pone un’interessante attenzione su questo sport così poco conosciuto nella nostra nazione e che veicola valori lontani da quelli del calcio moderno. La storia vera di Mandela che decide di usare lo slogan “Una squadra una nazione” per rendere popolare uno sport tradizionalmente appannaggio dei bianchi e inviso alla maggioranza nera della popolazione, a volte risente di una certa tendenza buonista ma nel complesso il film è emozionate e a volte anche commovente.
La colonna sonora, studiata sulle sonorità africane e spinta dalla trascinante Shosholoza, canzone in lingua zulu e utilizzata nelle competizioni sportive, traducibile sia come “corri per ottenere” sia con “fai spazio al prossimo”, lascia senza fiato nelle scene di gioco, dove una spettacolare inquadratura da “dentro la mischia” ci fa vivere lo sforzo e l’agonismo della disciplina che Oscar Wilde amava definire uno sport da belve giocato da gentiluomini.
 
La prova d’attore più che buona di Morgan Freeman nei panni di Mandela stride leggermente con un Matt Damon con il physique du rôle del rugbista, ma un poco inespressivo nelle scene chiave e che sembra sempre vagamente fuori posto.
Il film lascia a volte lo spettatore commuoversi inaspettatamente nelle scene anche banali di integrazione tra i giocatori e i bambini delle bidonville, o nella scena finale in cui i Books, le Gazzelle sudafricane, sconfiggono i temuti All Blacks neozelandesi, grazie ad una regia ben congegnata e senza troppi orpelli.
Invictus si rivela un bel film per tutta la famiglia: il perdono e il coraggio si intrecciano in una trama tessuta con la giusta retorica.
 



Tags: apartheid, buonismo, Chiara Di Stefano, Clint Eastwood, Matt Damon, Morgan Freeman, Nelson Mandela, retorica, rugby, Sudafrica,
11 Marzo 2010

Oggetto recensito:

Invictus, di Clint Eastwood, USA 2009, 134 m.

giudizio:



7.481997
Media: 7.5 (60 voti)

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