Come i suoi colleghi del movimento YBA (Young British Artists), l'artista inglese gioca a scandalizzare con immagini forti: una donna focomelica incinta, sfondi di carne cruda, un autoritratto di sangue (tutti inni all'esistenza, dice lui). Come provocazioni hanno fatto il loro tempo, ma nella cornice lagunare trovano una collocazione originale, e in certi casi un nuovo senso
di Chiara Di Stefano
Anche i turisti mordi e fuggi si saranno accorti che da qualche mese campeggia, al centro del bacino di San Marco, proprio di fronte alla bellissima Isola di San Giorgio Maggiore, un’enorme installazione. Si tratta di Breath, riedizione gonfiabile della scultura Alison Lapper Pregnant (2005) dell’artista inglese Marc Quinn. L’opera - che ritrae l’artista focomelica Alison Lapper all’ottavo mese di gravidanza - come sempre, da quando ha occupato per la prima volta il quarto plinto di Trafalgar Square, ha suscitato una pletora di polemiche che hanno strumentalmente
Cronache dalla Biennale/3. A spasso nei Giardini, tra i Padiglioni storicamente affidati ai singoli Stati, le opere degli artisti tendono sempre di più a sottolineare la natura trans-nazionale e cosmopolita delle loro proposte
di Chiara Di Stefano
Da sempre quando la canicola si fa sentire i Giardini della Biennale, luogo storico dell’Esposizione artistica lagunare, offrono ristoro al viaggiatore dell’arte. I Padiglioni Nazionali che li occupano sono proprietà dei diversi Stati che rappresentano; si susseguono uno dopo l’altro nei viali alberati di questo luogo fatto costruire da Napoleone durante l’occupazione del 1797 e poi sempre destinato alla Biennale, dal 1895 fino ad oggi. Le rappresentative nazionali che li occupano hanno spesso tentato di mettere in discussione la loro stessa esistenz
Cronache dalla Biennale/2. Cina, Emirati Arabi e Sudafrica, ma anche gli insospettabili (per diversi motivi) Azerbaijan e Vaticano. I paesi emergenti reclamano il loro posto anche nel mondo dell'arte, e a Venezia lo trovano nell'ex struttura militare. Abbiamo selezionato per voi le opere migliori
di Chiara Di Stefano
Gli spazi dell’Arsenale - destinati negli anni Ottanta ad ospitare eventi innovativi e un po’ laterali rispetto alla tradizione della centenaria mostra veneziana - oggi, ultimati i lavori di restauro di gran parte delle strutture appartenute al demanio militare, rappresentano l’approdo ideale per tutti quei Paesi emergenti che necessitano di una vetrina “istituzionalizzata”. Negli ultimi anni infatti la Cina, gli Emirati Arabi Uniti e il Sudafrica hanno scelto di sistemarsi nelle affascinanti sale dell’ex arsenale militare di Venezia, operando in mol
Cronache dalla Biennale/1. Guida alla multiforme esposizione lagunare, arrivata alla 55esima edizione. Iniziamo con l'ambizioso progetto del giovane curatore Massimiliano Gioni
di Chiara Di Stefano
La Biennale di Venezia è la mostra internazionale d’arte più antica del mondo. E' nata 1895 e da allora, ad eccezione di una manciata di edizioni saltate durante la Seconda Guerra Mondiale, ogni due anni è pronta a mostrarsi nelle sue contraddizioni, a nutrirsi delle polemiche degli addetti ai lavori. E, purtroppo, ad allontanarsi sempre di più dal visitatore medio, appassionato d’arte ma spesso lontano dalle logiche glamour che la contraddistinguono. Iniziamo una serie di articoli per offrire al pubblico una guida alla comprensione, una sorta di portola
Una mostra che rischiava di essere solo lo specchietto per turisti brilla invece per coerenza e per intelligenza. Ritorno a Venezia porta a Palazzo Ducale alcune tele di eccezionale valore dal Musèe d'Orsay, per un'esposizione comparata con le opere del passato che ispirarono il maestro francese
di Chiara Di Stefano
La mostra Manet – Ritorno a Venezia si può definire senza alcun dubbio sorprendente. Grazie alla partnership con il Musée D’Orsay e con alcuni importanti musei americani per la prima volta in Italia sono state riunite molte delle tele del maestro francese, in un generoso e quanto mai ricco allestimento nella cornice del Palazzo Ducale. L’approccio didattico comparativo ideato per questa mostra, con le tele di Eduard Manet accanto a riferimenti di opere d’arte antica visti nei viaggi in Italia o al Louvre, risulta immediato e perfettamente com
In una prospettiva di spending review il museo di Ca' Pesaro punta sulla sua collezione permanente e si propone di raccontare una storia di innovazione del gusto. Si parte dal 1948, tornando a esporre le opere di Birolli, Deluigi, Santomaso e Vedova, gli astrattisti del Fronte Nuovo sgraditi al regime fascista
di Chiara Di Stefano
La piccola selezione di quattro dipinti di Renato Birolli (1905-1959), Emilio Vedova (1919-2006), Giuseppe Santomaso (1907-1990) e Mario Deluigi (1901-1978) esposta in questi giorni a Ca' Pesaro fa parte degli acquisti operati dal museo in occasione della loro esposizione alla Biennale del 1948. Il segretario generale della Biennale e commissario alle Belle Arti del Comune di allora, Rodolfo Pallucchini (Milano, 1908-1989), aveva dato luogo alla creazione di un progetto che qualificasse Ca' Pesaro come il "museo della Biennale". In questo senso le opere che per questa occasione sono
L'antica reggia dei sultani a Granada è un tripudio di colori e arabeschi, oggetto di ispirazione per artisti come Escher e Matisse. Ma quanto c'è di originale e quanto di finto nell'arte del luogo? E che ne sa il turista di passaggio?
di Chiara Di Stefano
La reggia dell'Alhambra, sede di alcuni sultani prima e di Carlo V poi, si staglia sulla città di Granada come un nido d'aquila su una montagna. Arroccata a difesa della cittadina spagnola, la reggia, o meglio, le regge, nascono come sedi di potere e di controllo. Celebre per le tassellature e gli stucchi che hanno affascinato artisti come Escher e Matisse, l'Alhambra risulta essere un sapiente impasto, un bric-à-brac di realtà e finzione. I mosaici e le travi che vediamo attraversando gli ampi saloni sono il frutto di una costante opera di restauro. La stessa font
Tempo di visita calcolato, nove ore. Per chiudere il nostro speciale a puntate sulla mostra evento veneziana vi facciamo da guide in un tour breve e a prova di neofita. I padiglioni con le opere più interessanti: Arabia, Stati Uniti, Danimarca... un giro del mondo (dell'arte) in una giornata
di Chiara Di Stefano
Il profano che intende accingersi alla visita della Biennale di Venezia in un giorno solo ha necessariamente bisogno di qualche indicazione per evitare di perdersi tra i percorsi che attraversano Giardini ed Arsenale. Dunque, con un esplicito omaggio allo stile del Gazzettino delle Arti, celebre inserto del Gazzettino degli anni '60, guidiamo il visitatore in un percorso veloce e divertente. Si parte dai Giardini, sede regina dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e puntiamo dritti sul viale alberato che culmina nel Padiglione Inglese. Cominciamo a destra co
Anticipato da discussioni, polemiche, dimissioni presentate e poi ritirate, approda alla Biennale L'arte non è cosa nostra, la mostra curata dal famoso critico. Le opere di più di duemila artisti "raccomandati" da nomi noti della cultura vengono esposte nel Padiglione Italia. Più che un'esposizione, un'esibizione: imbarazzante ma da vedere.
di Chiara Di Stefano
Durante i tre giorni di apertura della Biennale alla stampa sono tornata più volte nel Padiglione Italia e ne ho constatato l’evoluzione dell’allestimento, dall’1 al 3 giugno quando ha trovato la sua forma definitiva. La sensazione che si è manifestata, fin dal primo giorno, è stata di caos. Non parlo del caos ordinato che avvolgeva gli altri padiglioni in rifinitura, mi riferisco a quel caos che ci troviamo di fronte la mattina dei saldi di fine stagione, di capi sparsi ovunque nell’attesa che il pubblico si avventi su di loro. L'appar
Il nostro resoconto sulla mostra d'arte di Venezia parte da ILLUMInazioni, la rassegna curata da Bice Curigher dove i "lumi", dipinti o intellettuali, fanno da protagonisti. I riflettori si accendono sulle tele di Tintoretto e i piccioni di Cattelan, in uno spazio espositivo non sempre agevole per i visitatori
di Chiara Di Stefano
Nelle intenzioni della curatrice svizzera Bice Curigher, la luce doveva essere la protagonista di questa mostra che si svolge tra la sede dell’ex Padiglione Italia - ora Palazzo delle Esposizioni - e i Giardini. Pensando che la luce nell’arte si manifesta per la prima volta con Tintoretto si è deciso di piazzare tre ampi teleri del celebre pittore veneziano proprio nel salone centrale della Biennale. Segnatamente la scelta è caduta su alcune opere fragilissime come Il trafugamento del corpo di San Marco, L’ultima cena e La creazione degli anima
In piena rivoluzione industriale gli inglesi Preraffaelliti videro nei lavori dei nostri pittori preaccademici un esempio di arte che mette l'emozione prima della regola. La mostra alla GNAM di Roma è dedicata a loro, agli italiani che li hanno ispirati e a quelli che ne furono influenzati
di Chiara Di Stefano
Il movimento Pre-Raffaellita può essere inserito sotto il cappello del simbolismo e sorge attorno al 1850 in Inghilterra sulla scia di una fascinazione di alcuni artisti inglesi per l’arte italiana prima di Raffaello. Il motivo per il quale Raffaello è preso come terminus ante quem lo spiegava bene il compianto professor Luigi Spezzaferro che amava definire l’artista come “un simpatico truffaldino”, qualcuno che aveva ingannato la bellezza e l’aveva resa schiava al suo servizio. Nell’arte di Raffaello infatti non c’è sp
La nuova mostra di Goldin espone le opere meno note dell'artista, indagando la sua ossessione per la figura femminile e il suo periodo post simbolista. Intorno, una carrellata di autori meno noti e paesaggi che trasudano angoscia
di Chiara Di Stefano
Quando ci si pone nell’ottica di visitare una mostra organizzata da Linea d’Ombra si ha sempre il fondato sospetto di partecipare ad una sorta di rito collettivo, un poco come portare la nipotina dodicenne a vedere il cinepanettone di turno: non ci invoglia ma va fatto, perchè nel bene o nel male tutti ne parleranno. La mostra Munch e lo spirito del Nord ha attirato folle interessate a vedere le opere del celebre artista scandinavo, e in effetti una bella selezione dell'artista de L'Urlo, alla fine del percorso, fa da contrappunto a tutta l’arte
Il nuovo museo a cielo aperto di Pordenone rende omaggio al pittore che fu compagno di strada (e in un certo senso maestro) di Guttuso e Capogrossi. Dagli anni passati a Roma al soggiorno forzato con i surrealisti americani, un percorso lungo mezzo secolo articolato su quattro piani
di Chiara Di Stefano
Capita raramente nel piovoso Friuli di trovare una giornata di sole in pieno inverno, ma il giorno della mia visita al PArCO (Pordenone Arte Contemporanea) c'erano dodici gradi e un sole accogliente. La giornata ideale per visitare un museo integrato nel parco pubblico della città, messo a nuovo e cosparso di rose per un progetto (MIRA) a metà tra l’arte pubblica e l’architettura di paesaggio che vedrà il suo fulgore in maggio. Un po' museo austriaco, un po' parco inglese, questa struttura sembra avere le premesse giuste per diventare un
Nel Nuovo museo delle arti e delle tradizioni popolari tecnologie all'avanguardia raccontano la storia contadina del Friuli
di Chiara Di Stefano
La necessità di mantenere intatte le radici e tramandare le tradizioni è più forte in Friuli che in altre terre. Il nuovo museo etnografico di Udine parla di una storia fatta di sudore e di fatica, lacrime e sangue di un popolo di migranti, andato a cercar fortuna in terre lontane ma sempre legato alla tiere, alla terra natia, con il suo carico di pesante memoria. Così ci riuniamo attorno al fuoco di questa cultura millenaria, nella prima sala di un bel complesso museale appena restaurato e curatissimo: sono esposti oggetti e memorabilia, maschere del c
Con sguardo immune da giudizi storici, la fondazione Guggenheim di New York allestisce una mostra sull'estetica italiana e europea dopo le avanguardie storiche. Chaos and Classicism testimonia quel "ritorno all'ordine" e al rigore formale che precede un ventennio di dittatura
di Chiara Di Stefano
A distanza di quasi novant'anni dal suo avvento, in Italia ancora non si riesce a parlare serenamente di fascismo e alcuni artisti sono rimasti assenti fino a oggi dai manuali proprio perché fascisti dichiarati: bisognava andare al Guggenheim di New York per farsi spiegare cos’è stato il Ventennio per l’arte, in Italia e nel resto d'Europa. La mostra al Solomon Guggenheim di New York è una strana sorpresa. Non trovandoci proprio nel giardino di casa non ci si aspettava di vedere esposti sulla celebre rampa “di garage” una selezione di ar