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FILM

L'uomo di ferro si è arrugginito

Affiancati da un Mickey Rourke imbolsito e da una Scarlett Johansson picchiatrice, Robert Downey Jr. e Gwyneth Paltrow sono diventati dei chiacchieroni: Iron man 2 perde tutti i pregi che aveva il primo film ispirato al supereroe dei fumetti


di Andrea B. Previtera


Iron Man 2, di Jon Favreau, è una delicata riflessione sulla condizione dell’Uomo, una pellicola introspettiva costituente una vera e propria weltanschauung la cui epica investe le radici stesse della percezione del sé. No, non è vero. Avrei voluto, avrei voluto spalancare la bocca per la sorpresa piuttosto che per lo sbadiglio, e tuttavia Iron Man 2 - di Jon Favreau - è tutt’al più un (altro) film con delle armature robotiche che volano e molte molte esplosioni.
 
Si usa talvolta l’espressione “X ridicolizza il predecessore” ad indicare un valore aggiunto, un violento progresso; nel caso dell’uomo di ferro atto secondo, dovremmo dire che “X è il predecessore, ridicolizzato”: un passaggio senza soluzione di continuità dal brillante al picaresco, dal divertente allo sciocco, che ricorda molto il balzo dell’Uomo Ragno tra la prima e la terza pellicola.
 
Foto segnaletica del cast: innanzitutto, prim’ancora del protagonista corazzato, dobbiamo parlare di Mickey Rourke. Doloroso allo sguardo, talmente imbolsito, deformato, e avulso da qualunque contesto interpretativo da non poter essere calato che nelle braghe di quel babau che gli americani proprio non riescono ad esorcizzare: un russo. Robert Downey Jr. & Gwyneth Paltrow tornano invece in scena nel ruolo delle caricature dei personaggi già acquisiti nel primo episodio, formando un duo marmittoniano che, preparatevi, parlerà tutto il tempo tra blateramenti sovrapposti, biascicati, interrotti, balbettati. Scarlett Johansson veste abiti molto aderenti e picchia una certa quantità di uomini in una serie di riprese forse destinate ad un diverso, uhm, segmento di mercato.
 
E del cast, fa in un certo senso parte anche Favreau stesso: parebbe di vederlo, appena al lato della macchina da presa, indicare agli attori quando uscire di scena o quando guardare in una diversa direzione. C’è un unico responsabile o una segreta cospirazione dietro questo teatro di burattini più ferrosi che umani? E’ curioso come, proprio in apertura, il protagonista sottolinei l’importanza del retaggio. Perchè il retaggio qui è disfatto e rinnegato, tutto ciò che faceva del primo Iron Man un film di una godibilità in grado di trascendere il legame con il supereroe cartaceo, è stato perduto. La profondità degli antagonisti (ora macchiette velocemente sacrificabili) e della storia, costruita in un paio di scene. La strizzata d’occhio alla realtà dei convolgimenti statunitensi nei conflitti mediorientali. La plausibilità pur borderline di dati scenari ed eventi. Lo sviluppo orizzontale della trama.
 
Che cosa resta? Tanti effetti speciali a cui ormai nessuno fa più troppo caso per conseguita assuefazione (e speriamo non ci leggano gli spilungoni blu di Cameron), e la fiabetta dell’eroe che si sente infallibile, però incontra un cattivo ancora più cattivo, però poi diventa più forte e lo batte. Insomma, un (altro) film con delle armature robotiche che volano e molte molte esplosioni.



Tags: Andrea B. Previtera, azione, effetti speciali, Gwyneth Paltrow, Iron man 2, Jon Favreau, Mickey Rourke, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson,
21 Maggio 2010

Oggetto recensito:

Iron Man 2, di Jon Favreau, usa 2010, 124 M.

giudizio:



7.2675
Media: 7.3 (4 voti)

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