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LIBRI

Chris Abani nel buio nigeriano

Il narratore africano, oggi in esilio negli Stati Uniti, in Canzone per la notte racconta la storia di My Luck, sminatore quindicenne. Un romanzo crudo e doloroso, che ci costringe ad affrontare la realtà scomoda dei bambini soldato


di Gianpaolo Mazza


bambinisoldato.jpg“Non sono mai stato un ragazzo. Questa possibilità mi è stata rubata, e non sarò mai un uomo – non in questo modo. Sono una specie di chimera che conosce soltanto la spaventosa intimità dell’uccidere. Se servisse a qualcosa piangerei, ma le lacrime sono inutili qui. In ogni caso, non mi posso permettere di perdere ulteriori liquidi fino a quando non trovo dell’acqua potabile pulita”. Queste sono le devastanti parole che lo scrittore nigeriano Chris Abani mette in bocca al quindicenne My Luck, soldato di etnia igbo addestrato come sminatore in Africa Orientale che, al risveglio dopo l’esplosione di una mina antiuomo, si ritrova separato dal suo plotone e nel bel mezzo della foresta. 
 
Il discorso muto del ragazzo (non parla da tre anni: da quando nel campo di addestramento gli hanno reciso le corde vocali perché i suoi commilitoni non corressero il rischio di sentire urla strazianti in caso di esplosione di una mina), soldato dall’età di dodici anni, non può lasciare indifferente il lettore. Con una scrittura complessa ed estrema, modulata secondo un’ispirazione lirica ma nello stesso tempo narrativa, con personaggi che incarnano la tragedia dell’umanità e che camminano lungo itinerari di ricerca e di redenzione che ricordano i grandi scrittori americani (Baldwin e gli squarci visionari di Don De Lillo), Abani, più che regalarci, ci scaglia contro un libro che non avremmo mai voluto leggere e ci costringe, senza mezzi termini, a guardare in faccia la realtà.
  
E allora proviamo a guardarla questa realtà: ebbene, attualmente nel mondo sono più di duecentocinquantamila i minori utilizzati nei conflitti armati e nell’ultimo decennio centinaia di migliaia di bambini, bambine e adolescenti sono stati direttamente coinvolti nelle ostilità e utilizzati sia dagli eserciti governativi, sia da gruppi armati di opposizione ai governi. La maggioranza ha dai quindici ai diciotto anni, ma alcuni anche soltanto dieci e si nota, sempre di più, una tendenza verso un abbassamento dell’età. La causa? E' cambiata la natura della guerra: non si tratta più di contrapposizione armata tra Stati, ma di esplosioni di crisi interne in cui gruppi politici, religiosi o etnici si misurano tra loro. In questi contesti i ragazzi ed anche i bambini diventano importanti: imparano presto ad usare le armi che sono leggere, automatiche (oggi un bambino di dieci anni può utilizzare un AK-47 come un adulto) e costano relativamente poco; si fanno indottrinare con maggiore facilità, ubbidiscono agli ordini più docilmente di un soldato adulto, si ribellano meno anche di fronte ad azioni impegnative o pericolose. 
 
Ho incontrato personalmente Abani al Festival della Letteratura di Mantova: vestito con una camicia sportiva a quadretti bianchi e blu e un paio di jeans da semplice turista, ha tentato, nonostante i temi che affronta, di trasmetterci un sorriso di speranza. Il suo obiettivo dichiarato è fare una letteratura in cui descrivere ciò che tutti si rifiutano di vedere, indagare nelle fessure dell’identità e di coloro che stanno ai margini, in periferia. Questo scrittore, in esilio negli Stati Uniti, arriva dalla nuova frontiera della letteratura: l’Africa. In particolare, da uno dei più popolosi e più importanti paesi, sia dal punto di vista economico che culturale, dell’intero continente: la Nigeria; ancora più precisamente, dal sud della Nigeria, di etnia igbo, area molto ricca di petrolio. Un paese che lui ama e odia nello stesso tempo e che gli ha voltato le spalle per la sua scrittura e per la sua posizione di chiara opposizione al governo. 
  
Sia nel romanzo precedente, Abigail, una storia vera che in quest’ultimo Canzone per la notte i personaggi di Abani lottano strenuamente contro costrizioni esterne. Non può essere diversamente in un paese come la Nigeria che, con i suoi quasi centotrenta milioni di abitanti, è uno degli stati più avanzati economicamente e culturalmente del continente africano, ma anche uno dei più corrotti, dove la democrazia è solo apparente e la ricchezza, nata dal petrolio, è in mano a pochi personaggi, perlopiù legati a multinazionali occidentali. La mortalità infantile è altissima, la speranza di vita è di 52 anni, l’indice di povertà è al 35% e l’analfabetismo è al 32%. 
 
L'altra faccia di questa tragedia è l'emigrazione. Chris Abani racconta a Mantova: “Tutti cercano di guadagnarsi da vivere e migliorare la situazione della propria vita, è un comportamento umano del tutto comprensibile e normale. Ci sono dei messaggi propagandistici che propongono una vita migliore, una vita che offre molto di più in Occidente. Quindi ci sono persone di etnie diverse che rinunciano a tutto per cercare di inseguire questo sogno. Poi scoprono la realtà e vedono che il sogno non si realizza affatto e a quel punto si ritrovano in una specie di trappola. Hanno abbandonato il loro paese, la loro famiglia e sono in un luogo che non li vuole. Capita non solo ai nigeriani, ma anche alle popolazioni dei Balcani, ai Rom che nessuno vuole considerare come indigeni europei. Tutte queste persone vanno altrove semplicemente alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per i loro figli”. 
  
Tutto ciò fa da sfondo a Canzone per la notte. In My Luck cominciano a riaffiorare ricordi di atroci episodi, mutilazioni, violenze, stupri, massacri, di cui è stato testimone o attore. Dalla nausea emergono, come fiori nel letame, i ricordi della madre, del padre, della ragazza di cui si era innamorato e che è stata uccisa da una mina. Mentre My Luck avanza tra villaggi abbandonati e cadaveri in decomposizione alla ricerca del suo plotone, forse in lui c’è ancora qualcosa di umano, che può condurlo via da quelle visioni mostruose e portarlo, nonostante tutto, a diventare un uomo, vero e libero.



Tags: africa, bambini soldato, Canzone per la notte, Chris Abani, fanucci, Gianpaolo Mazza, guerra, nigeria, recensione,
15 Ottobre 2010

Oggetto recensito:

Chris Abani, Canzone per la notte, Fanucci 2010, p. 160, euro 16

giudizio:



5.384349
Media: 5.4 (23 voti)

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