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LIBRI

L'arte della Sapienza

Pubblicato postumo, Io, Jean Gabin riporta alla luce il talento di Goliarda Sapienza: è la cruda "autobiografia delle contraddizioni" di una scrittrice tra le più significative ma meno conosciute della nostra letteratura


di Alessandra Minervini


Per Goliarda Sapienza vita e letteratura erano profondamente intrecciate tra di loro, non avrebbe mai potuto scrivere soltanto inventando una storia. Chi ha letto L'arte della gioia (e per inciso chi non lo ha letto lo faccia quanto prima) sa quello di cui sto parlando. Lei i romanzi li scriveva sul corpo. Il corpo solido di una carusa tosta che batteva i piedi nella testa. “Sai come sono fatta - aveva detto ad una conoscente tre giorni prima di morire - è possibile che scompaia per un po’ per poi tornare all’improvviso”. L'arte della paragnosta. Così è stato: oggi di lei si parla tanto come una delle più grandi scrittrici italiane, di quelle così brave che non avranno mai una statua o un premio.

Già ne L'arte della gioia - passato sottobanco per anni, pubblicato postumo nel 2000 da Stampa Alternativa dopo innumerevoli rifiuti editoriali ma conosciuto ai più solo nel 2008 grazie alla riedizione a cura di Einaudi - si era rivelata una scrittrice fuori moda (antica, direbbe lei) che sa raccontare il mondo, l'universo femminile prima di tutto, attraverso se stessa. Anzi, nonostante se stessa. Una se stessa mai esibizionista o egotica. La donna non si sovrappone mai alla scrittrice rischiando di oscurare il lettore. Come lei stessa disse la sua è una "autobiografia delle contraddizioni" in cui l'io passato di chi narra si mimetizza con l'io presente del lettore, che finisce per essere Goliarda - la donna, non la scrittrice.
 
Nata a Catania nel 1924 e morta (in miseria) a Gaeta nel 1996, ebbe una vita ingombrante. La sua infanzia siciliana, che racconta in Io, Jean Gabin pubblicato recentemente da Einaudi, fu segnata dai suoi due eccentrici genitori. La madre, la lombarda Maria Giudice, fu la prima dirigente donna della Camera del Lavoro di Torino e una delle prime a portare avanti le protobattaglie sulle questioni femminili; il padre, Peppino Sapienza, fu un avvocato sindacalista catanese detto "l'avvocato dei poveri", tanto influente nella formazione della figlia al punto da decidere che lei non dovesse frequentare le scuole come gli altri, quando gli altri erano i Balilla. Così Goliarda la vita la imparò dalla vita: per le strade di una Catania malfamata e ambigua, in mezzo alle chiacchiere di pupari e intrecciatori di fiori di gelsomino, nei ricordi nolenti del suo clan famigliare, al cinema Mirone. E' qui che la piccola Goliarda si innamora del mito del cinema francese Jean Gabin: il tombeur de femmes misantropo e anarchico in cui si identifica totalmente. Una delle caratteristiche della sua arte della gioia di scrivere è proprio questa: l'autrice si identifica nei personaggi maschili che, in qualche modo, rappresentano la sua aspirazione a non limitarsi a essere un intellettuale ma anche un "uomo" d'azione.
 
In questo romanzo c'è una Sicilia fatta di visioni bizzarre, immerse in una umanità impastata di passionalità bestiale. Fedele all'antifascismo, l'autrice non risparmia polemiche contro le brutture del mondo e si arrovella sul cosa significhi essere una donna in mondo di uomini (fascisti, appunto). Come amano le donne? Come si ama una donna? Si chiede, mentre emula il savoir faire di Gabin ("....bello e atroce, onesto e disonesto, crudele e dolce come un gabbiano e come la vita stessa che è un grande gabbiano vorace ed elegante") davanti ai suoi parenti scioccati e ai compaesani sciroccati. Queste domande appartengono alla notte dei tempi. Proviamo a dare una risposta prendendo in prestito le sue stesse parole: "Devi sapere che la vera bellezza nelle donne si nasconde, non si mostra subito. La vera bellezza ha come una pudicizia innata, una difesa che la natura mette accanto a qualcosa che ritiene prezioso e degno solo di chi è degno di apprezzarla".



Tags: Alessandra Minervini, Alessandra Minervini, Catania, donne, Goliarda Sapienza, Io, Jean Gabin, L'Arte della Gioia, Maria Giudice, Peppino Sapienza, scrittrici italiane,
15 Marzo 2010

Oggetto recensito:

Goliarda Sapienza, Io, Jean Gabin, Einaudi, p. 128, euro 17

giudizio:



9
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