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LIBRI

L'ingegner Gadda nelle latrine del Papa

Dieci foto in bianco e nero, dieci racconti che tratteggiano la prima metà del Novecento: è Istantanee del critico teatrale Osvaldo Guerrieri. Tra un Pirandello in spiaggia tutto vestito e un Joyce rifiutato dalle case editrici, le immagini di un'epoca tragica e bellissima


di Giulia Stok


Partire da dettagli che sembrano insignificanti per poi tratteggiare un’epoca non sarà forse una trovata così innovativa, certo qui però è condotta con particolare grazia: la penna sottile di Osvaldo Guerrieri sceglie dieci foto in bianco e nero, per lo più sconosciute, che ritraggono o che sono scattate da personaggi famosi, e ne racconta le storie.
 
La scelta delle immagini è del tutto velleitaria: si va da uno scatto del celeberrimo Doisneau – ma uno di quelli meno noti, un fisarmonicista di strada – alla fascinosa Louise Brooks che campeggia anche in copertina, fino al viso rugoso del pescatore cubano amico di Hemingway. Il filo conduttore è la prima metà del Novecento, epoca irripetibile, si spera, per i suoi orrori, e si teme, per le sue grandezze. Dentro c’è la fatica che fece Joyce a far pubblicare l’Ulisse, e l’intervento fondamentale in suo favore di Sylvia Beach, la proprietaria della storica libreria inglese di Parigi, Shakespeare and company; c’è l’insospettabile timidezza di Hemingway terrorizzato da una lettura pubblica, ci sono le disperazioni che hanno segnato l’esistenza di Pirandello, ritratto completamente vestito su un pattino arenato sulla spiaggia di Camaiore. Soprattutto, c’è lo sguardo dell’autore, sempre rispettoso delle debolezze altrui, spesso commosso e commovente, che sa trattare ogni personaggio famoso senza timori reverenziali ma con una rara umanità nel partecipare alle sue miserie.
 
Nel raccontare quei primi decenni del Novecento ci si ritrova spesso a Parigi, che a quell’epoca era ancora pressappoco il centro del mondo, e talvolta a Hollywood. Poi si segue Lina Cavalieri tra palcoscenici e uomini da Trastevere fino a San Pietroburgo, l’ingegnere Gadda che ripara le latrine del Vaticano e Sartre che, prima della nausea, mette in scena nel campo nazista di Treviri una commedia religiosa. Non è un libro di aneddoti, ma ne contiene molti, e tutti significativi, in poche pagine di scrittura leggera e densa. Leggendoli si finisce per invidiare chi ha vissuto quei momenti, in cui poteva capitare che James Joyce, Ezra Pound e Hemingway andassero dallo stesso panettiere, e in cui, soprattutto, pareva possibile vivere dei destini epici, e naturale il coraggio di vivere e di sperimentare.


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25 Gennaio 2010

Oggetto recensito:

OSVALDO GUERRIERI, ISTANTANEE, NERI POZZA 2009, P.137, EURO 15

L’autore: nato e Chieti e trapiantato a Torino, è critico teatrale de La Stampa. Tra i suoi altri libri si segnala il romanzo L’insaziabile, vincitore del premio Mondello 2009, su un giocatore e il suo vizio
 
Sui lettori delle case editrici: “Questi parassiti strisciano sulla nostra letteratura e la insozzano con i loro piagnucolii, e nulla, immagino, potrà sterminarli se non il giorno del giudizio (…). Sentite il suo guaito piagnucoloso. Troppo ‘inconsueto’. Ma che diavolo vogliamo se non qualche cambiamento rispetto all’intollerabile monotonia del solito romanzo d’appendice che vien fuori ogni anno sulle riviste da quattro soldi”. Parola di un Ezra Pound furioso per il responso negativo di una casa editrice su A portrait of the artist s a young man di Joyce
 
Su Lina Cavalieri: “Un boccone di paradiso. La sua polpa mi viene incontro da una cartolina d’eros antiquario: Lina Cavalieri, ‘la donna più bella del mondo’, il fiore sontuoso di una Belle Epoque che si stordiva con i tre famosi elementi di ‘luxe, calme et volupté’ mentre, febbrile, si preparava a spalancare i mattatoi del nuovo secolo”
 
Gadda e le latrine del Vaticano: “io invece dovevo: 1) tecnicamente: stare a vedere il transito dei milioni; 2) moralmente: presiedere ai cessi, fogne, elettricità, acqua e gas; 3) finanziariamente: essere retribuito 2000 lire mensili; 4) spiritualmente: trovare che 2000 lire mensili sono la più bella cosa del mondo quando si ha l’onore di essere il preside di tutti i tubi apostolici; 5) programmaticamente: non vedere l’ora di fuggirmene”. Da una lettera dell’autore che consola tutti gli aspiranti scrittori con contratto precario al call center
giudizio:



8.01
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