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LIBRI

Se il tuo doppio è un porcospino

Lo scrittore congolese Mabanckou parte da una leggenda africana secondo cui ognuno ha un alter ego animale. E non sempre benevolo


di Lorenza Trai


Memorie di un Porcospino inizia con un quindi in lettera minuscola e prosegue facendo a meno di qualunque segno di punteggiatura che non sia la virgola. Siamo portati a pensare che certe libertà ortografiche, ripetute e ostentate, siano appannaggio di pochi grandi. Allora il colpo d’occhio di queste pagine, strutturate paragrafo dopo paragrafo, capitolo dopo capitolo, per blocchi senza maiuscole iniziali, senza punti ad annunciare la fine di un capoverso, potrebbe sembrare una provocazione.
Se però si coglie la sfida, può succedere di trovare in questa scelta stilistica un fascino inaspettato: per esempio, se si osa la lettura a voce alta, all’inizio si fa fatica, perché siamo abituati a farci strutturare respiri e pensieri anche dall’andamento sapiente della punteggiatura. Dopo un po’ però si trova il ritmo, frase su frase, una virgola dopo un’altra, si insegue il racconto e ci si ascolta recitare una specie di melodia africana dal modulo ritmico breve e ripetitivo.
 
C’è una leggenda a spiegarci un primo senso della storia: ogni essere umano ha un suo doppio nel mondo animale che lo accompagna lungo il corso della sua esistenza; sbagliamo però a pensare a un amichetto fedele, perché, ci racconta Mabanckou, questa duplice natura presente in ogni esistenza può avere aspetti inquietanti: il doppio può essere innocuo, ma può essere anche nocivo come il porcospino dalle cui memorie ci lasciamo catturare; il doppio può essere anche piuttosto impertinente e provare per il genere umano e per il proprio padrone un senso di superiorità motivato da argute e condivisibili riflessioni filosofiche. Così, se l’aspettativa era quella di una favola ecologica, dove animaletti disneyani interagiscano con gli umani alla ricerca di un possibile equilibrio, siamo di nuovo spiazzati: la voce narrante del porcospino ci butta in mezzo a piccole storie di morte, delitti del villaggio dettati da orgoglio, insolenza, dispetto, gelosia... insomma gli eterni futili motivi.
Kibandi è il compagno umano del porcospino, emarginato ai bordi della comunità del villaggio, fisicamente gracile e anche per questo non accetto; risentimenti e frustrazioni si scaricano sul suo doppio nocivo, cui Kibandi affida l’incarico del lavoro sporco della vendetta; è il porcospino che rende l’uomo crudele o è l’uomo a incattivire l’animale? Troppo facile limitarsi a risolvere questa duplicità, bisognerà tenere conto anche dell’alter ego umano di Kibandi, sfuggente come un folletto, il cui appetito insaziabile chiede odio e delitti, delitti e odio, sempre di più fino alla rovina.
 
La leggerezza nel tono del racconto resta immutata dalla prima all’ultima pagina e gioca a disorientarci, perché a ogni insensato delitto, tra animali parlanti e ingenui stregoni, spiriti vendicativi e vecchie minacciose, gemelli undicenni inquietanti come le sorelline di Shining e aculei che partono come lame rotanti di eroi manga, non riusciamo a capire bene che cosa abbia provocato, nella realtà fisica del mondo, ognuna delle morti. Ma è davvero possibile una attribuzione di responsabilità? Piante, animali e uomini insieme sembrano solo tasselli inconsapevoli di un andare delle cose ingovernabile, dove caso, natura matrigna o volontà del presunto omicida Kibandi e, prima di lui, del suo oscuro genitore, si sovrappongono in una trama un po’ bizzarra e un po’ scanzonata.
La favola congolese e gli echi di Esopo si intrecciano via via alla commedia pirandelliana, modernissima e resa dotta da citazioni letterarie che compaiono, qua e là, inaspettate. Ce ne lasciamo trasportare, concludendo con l’autore sul finire, che sì, forse “il mondo non è che una versione approssimativa di una favola che non potremo mai capire...”
 


Tags: africa, Lorenza Trai, mabanckou, memorie di un porcospino, morellini,
25 Novembre 2009

Oggetto recensito:
MEMORIE DI UN PORCOSPINO, DI ALAIN MABANCKOU, MORELLINI
giudizio:



9
Media: 9 (5 voti)

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