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LIBRI

Se la guida si chiama Antonio Tabucchi

Viaggi e altri viaggi raccoglie testi nati dai percorsi dello scrittore in momenti diversi. Ci dice qual è lo spirito giusto per guardare un paesaggio e ci racconta la storia di un monumento, ma soprattutto ci ricorda la fondamentale importanza del mettersi in cammino


di Gabriele Salvatori

 


Viaggi e altri viaggi si può leggere saltando da un testo all’altro, oppure puntando il dito sul planisfero raffigurato nelle ultime pagine, sul quale vengono indicati tutti i luoghi visitati. Non è l’ultima nuova opera di Antonio Tabucchi. Era già stata scritta anni fa, nel corso del tempo, in momenti diversi, senza immaginare che un giorno sarebbe stata conclusa, o quanto meno circoscritta tra titolo e quarta di copertina.
 
È un’opera fatta di testi nati "sempre da viaggi, ma mai da viaggi fatti per poi diventare letteratura di viaggi", scrive l’autore. Curata da Paolo di Paolo, è introdotta da un’intervista rivelatrice, attraverso cui si capisce chiaramente cos’è un viaggiatore: un uomo il cui animo è scosso e stimolato, prima di ogni cosa, da una semplice sensazione di meraviglia. Alcuni degli articoli e dei racconti raccolti sono apparsi in altre pubblicazioni, modificati o riscritti per l’occasione. Tutti nascono dalle esperienze del curioso migrante Tabucchi e assomigliano a tracce, ancora molto chiare, di un passaggio continuo, un incessante movimento umano.
 
Viaggi e altri viaggi è un percorso narrativo ricco di citazioni letterarie e riferimenti storici. Ogni posto visitato parla e ricorda, punto di contatto con altri uomini e idee. Sète. Il cimitero marino, L’Escorial, Dalle parti della Mongolia, Elephanta, Le mie Azzorre, Nella casa di Quarzo, Senzaterra - per citarne alcuni - questi testi invitano a muoversi verso ogni altrove che non sia il (presunto) proprio spicchio di terra. Sono un’inaspettata guida illuminata, capace di consigliare il monumento da vedere e il modo in cui osservarlo, lo spirito necessario a godere a pieno di un paesaggio, la memoria storica essenziale per comprendere il volto di un luogo.
 
Scrive Tabucchi: "Non ho mai preteso di insegnare niente a nessuno, se non gli strumenti per ricostruire filologicamente un testo letterario". E tale si può definire questo libro, uno strumento per comprendere e interpretare il valore del viaggio. Un manuale di salvataggio, lanciato dentro un’epoca in cui qualunque aspirazione nascosta dentro il movimento – l’andata e il ritorno da un luogo all’altro – rischia di assottigliarsi, indebolirsi e scomparire sotto i colpi di un generalissimo e ossessivo svago.
 
Ci fa riflettere, Tabucchi: un viaggio è qualcosa che lascia segni più duraturi di una passeggera abbronzatura. Il viaggio costruisce, allevia, scandalizza, forma. È da sempre il nostro unico strumento di crescita: linea non necessariamente dritta, il cui significato si fa metafora per descrivere le fasi dell’esistenza umana. La vita stessa per i più saggi è un cammino e la morte un trapasso; viaggio è anche lo sconvolgimento psichico determinato dalla droghe, "i veicoli – scriveva Bruce Chatwin – per gente che ha dimenticato come si cammina". Viaggio è il termine intorno al quale si è costruita buona parte della letteratura mondiale, dall’Odissea – per noi occidentali – in poi. Tabucchi è cosciente della potenza espressiva della parola. Il viaggio è una forza che agisce e rivela. Anche la lettura, una testimonianza riportata, un racconto sentito sono viaggio: esperienze fatte Per interposta persona, come recita l’ultimo capitolo.
 
Questo libro ci colpisce e rende felici, con la sua scrittura onesta che esalta la capacità di osservazione dell’autore. Anche questa, insieme alla meraviglia, s’aggiunge ordinatamente agli altri strumenti suggeriti. Seguono poi la volontà di sapere, quella di testimoniare e quindi l’umiltà, dimenticata dai più, soprattutto da coloro i quali hanno fatto proprio un fastidioso fraintendimento, così riassunto: "Posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita".



Tags: antonio tabucchi, feltrinelli, Gabriele Salvatori, guida, letteratura, recensione, viaggi, viaggi e altri viaggi,
10 Febbraio 2011

Oggetto recensito:

Antonio Tabucchi, Viaggi e altri viaggi, Feltrinelli 2010, p. 272, euro 17.50

 

giudizio:



8.151426
Media: 8.2 (7 voti)

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