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DISCHI

David Byrne e Fatboy Slim, il partito dell'Amore

L'ex Talking Heads e il dj firmano a quattro mani Here Lies Love, doppio album interamente dedicato alla vita della dittatrice filippina Imelda Marcos. Atmosfere anni '70 e una parata di ospiti: ma se c'è un messaggio politico, lascia qualche dubbio...


di Massimo Balducci


Imelda Marcos oggi ha 80 anni. Tra il 1978 ed il 1986 fu la first lady delle Filippine o, meglio, ne fu co-dittatrice assieme al marito Ferdinand, guadagnandosi, tra le altre cose, il soprannome di Iron butterfly: farfalla d’acciaio. Il regime dei Marcos fu sanguinario e pop al tempo stesso: da una parte si massacravano gli oppositori politici, dall’altra la signora andava a ballare allo Studio 54 e collezionava scarpe. Molte scarpe. Quando i rivoluzionari entrarono nel palazzo presidenziale, ne scoprirono 2700 paia.
 
Questo giusto per dare una vaghissima idea del personaggio. E per capire che solo un genio poteva farsi venire l’idea di dedicarvi un’intera opera musicale: 22 brani, per la durata complessiva di un’ora e mezza. Il genio in questione è David Byrne, ex mente e voce dei Talking Heads, e da un paio di decenni battitore libero impegnato nei progetti più stravaganti: quasi sempre basati su idee notevoli, quasi sempre con risultati artistici deludenti.
 
Anche in questo caso sembra esserci ben poco, anzi quasi nulla, al di là della trovata iniziale. La vita, soprattutto affettiva, della Farfalla d’Acciaio viene ripercorsa attraverso una serie di canzoncine disco-funk che sembrano rimandare proprio allo Studio 54, a Donna Summer, Gloria Gaynor... insomma ci siamo capiti. Se vi interessano i trenini fuori stagione la cosa potrebbe anche essere divertente: del resto Fatboy Slim - che firma l’opera assieme a Byrne - è impeccabile nel ricreare l’atmosfera anni ‘70 negli arrangiamenti. Il cast poi è stellare e ogni canzone è affidata ad una voce diversa: la prima a Florence Welch di Florence & The Machine, la seconda a St.Vincent, la terza a Tori Amos, e così via, sempre su questo livello (fra le altre ci sono Martha Wainwright Nellie McKay, Cyndi Lauper, Roisin Murphy, Camille, Alice Russell, Santigold...).
 
Tutta questa parata di talenti, purtroppo, sembra un po’ uno spreco se si considera l’ostentata vacuità di Here Lies Love nel suo complesso. D’accordo che il musical (o tutto il filone pseudo-lirico, ultimamente assai in voga) raggiunge spesso ben altre vette di cattivo gusto: ma alla fine di tutta questa bella provocazione intellettuale, non si capisce bene cosa ci vogliano dire gli autori. Se l’intento era mostrare il lato “umano” di Imelda Marcos è chiaramente fallito, perché le canzoni sono del tutto prive di potenziale drammaturgico e melodrammatico. L’opera sembra piuttosto un lungo e spensierato ballo, con un unico e amorale messaggio: “chissenefrega della politica e di ciò che i tiranni infliggono ai loro popoli, in fin dei conti… godiamoci il loro lato pop!” Se è davvero così che la pensano, aspettiamoci presto un sequel ispirato al libretto di Una Storia Italiana.



Tags: Cindy Lauper, Davdi Byrne, disco, Fatboy Slim, filippine, Florence Welch, funk, Here Lies Love, Imelda Marcos, Massimo Balducci, Studio 54, Talking heads, Tori Amos,
12 Aprile 2010

Oggetto recensito:

David Byrne e Fatboy Slim, Here Lies Love, Nonesuch

giudizio:



8.406
Media: 8.4 (10 voti)

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