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DISCHI

Il folk intellettuale degli Hermit Thrushes

Vengono da Philadelphia e si sono inventati un mix perfetto tra il rock progressivo più astratto e sonorità soffici e malinconiche


di Massimo Balducci


Forse non molti hanno idea di chi siano gli Hermit Thrushes, quindi cominciamo dicendo che sono in cinque e vengono da Philadelphia. E aggiungiamo subito due coordinate - math e folk - che possono iniziare a definire la loro posizione all’interno dell’arco parlamentare.
Per chi non lo sapesse, il math è un sotto (o pseudo) genere che ha attraversato gli anni Novanta parallelamente al post-rock, per poi cadere in disuso. In pratica si tratta di una frangia particolarmente massimalista ed intellettualistica del rock, dal quale si distingue soprattutto per la complessità ritmica: al posto del 4/4, i pezzi sviluppano infatti una trama irregolare e mutevole. E’ comunemente noto come “il rock che piace ai jazzisti”. Esso, però, si contraddistingue anche per un impatto diabolicamente pesante (al confine col metal, diciamo).

Ed è qui che gli Hermit Thrushes si differenziano, proponendo al contrario sonorità che ruotano attorno a una sorta di folk orchestrale molto versatile: l’irrequietezza profonda si nasconde a volte sotto una superficie soffice, sommessa e malinconica; in altri momenti invece trapela apertamente, in forma di dissonanze o di asperità timbriche, che sono poi la naturale estensione di quelle strutturali (soprattutto ritmiche e armoniche).

Il rischio - come si può immaginare - è che questi elementi rimangano disgiunti l’uno dall’altro, creando giochini astrattamente affascinanti ma sterili (come del resto la maggior parte del rock quando cerca di darsi un tono saccente e progressivo): ogni tipo di irregolarità in musica rappresenta, del resto, una forza conflittuale e disgregante.

Gli Hermit Thrushes trovano però il modo di tenere tutto insieme grazie ad un’attitudine pop magari improbabile - nessuno credo si sognerebbe di definirli pop in prima istanza - eppure in grado di esercitare una spinta centripeta efficace, attorno alla quale definiscono uno stile solo apparentemente caotico.

Va detto che il mirabile equilibrio regge anche perché i pezzi degli Hermit Thrushes sono in genere brevissimi: a parte A Good Dream (4’33”) e Song From Boat (3’18”) i brani che compongono il nuovo disco Slight Fountain non arrivano infatti a tre minuti - e in molti casi, neanche a due.

 



Tags: folk, Hermit Thrushes, Massimo Balducci, math rok, post rock, progressive, slight fountain, tempi dispari,
15 Dicembre 2009

Oggetto recensito:

Hermit Thrushes, Slight Fountain, JOYFUL NOISE

 

giudizio:



6.75
Media: 6.8 (11 voti)

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