• Seguici su:
POLITICA

Da questo lato non ci sento

Quello sinistro, ovviamente. Vendola stravince le primarie in Puglia. E Bersani commenta: "La linea non cambia"


di Roberto Alajmo


“La linea non cambia”. E non c’era da dubitarne, conoscendo la fermezza monolitica dei vertici del Pd. Nella reazione di Bersani c’è tutto. C’è intanto l’attitudine consolidata a confrontarsi con il proprio ombelico. Col proprio specchio. Con la ristretta cerchia della propria famiglia, come massimo orizzonte plausibile. Fuori dal sacro recinto degli uffici di partito non esiste nessun dato reale che valga la pena di essere preso in considerazione.

 
Non è la prima volta che le urne danno un segnale forte e chiaro: la Borsellino in Sicilia, Renzi a Firenze, per limitarsi alle primarie. Non si vince facendo somma algebrica di sigle di partito. Si vince regalando un sogno. Non si vince convertendo l’irrimediabile fascismo italiano. Si vince convincendo almeno una quota del trenta per cento di elettori che non va più a votare perché “tanto sono tutti uguali”. No: non sono tutti uguali. Vendola, per esempio, è diverso. È proprio la sua diversità che ha entusiasmato il popolo delle primarie. Specialmente se contrapposta alla minestra d’ospedale rappresentata da Boccia, che pur essendo giovane pare il nonno di se stesso.
 
Gli elettori del Pd sono andati avanti per troppo tempo a forza di minestrine. Se la prospettiva è di morire in un letto d’ospedale, preferiscono farlo alla grande, durante un banchetto, o facendo l’amore anche contro le indicazioni del medico. Ma tanto: “la linea non cambia”. Nella tonalità sovietica di questa espressione c’è anche la disperazione di quanti vorrebbero, disperatamente vorrebbero votare per questo disgraziato partito. Avversi al cosiddetto popolo della cosiddetta libertà, insofferenti della demagogia dipietrista, estranei al furbettismo di Casini, orfani di speranza. Alla ricerca disperata di un sogno in cui credere. Qualsiasi sogno.
Viene da chiedersi quale fondo bisogna toccare prima che vengano intaccate le certezze dei burocrati di partito. Fissiamo una percentuale elettorale: sotto il venticinque? Sotto il venti? Decidano pure: purché si possa individuare un punto oltre il quale lo specchio di casa Bersani vada in pezzi.


Tags: alleanze, astensione, centro, elezioni amministrative, francesco boccia, nichi vendola, Pd, pierferdinando casini, pierluigi bersani, primarie, puglia, Roberto Alajmo, sinistra,
26 Gennaio 2010

Oggetto recensito:

LA REAZIONE DI BERSANI ALLA VITTORIA DI VENDOLA NELLE PRIMARIE PUGLIESI

giudizio:



0

Commenti

Caro Roberto (permettimi di

Caro Roberto (permettimi di darti del tu avendo letto alcuni tuoi libri), forse hai ragione sulla Borsellino, ma Renzi, secondo me, non rappresenta alcuna alterità (penso solo al tema della sicurezza, che ha coniugato come farebbe qualsiasi centrodestrorso). Una delle canzoni preferite da Bersani è quella di Vasco Rossi, il cui refrain è:"Voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha". Mentre ci godiamo questi anni berlusconiani, attendiamo che lo dia al Partito Democratico.

Ma tu metti in conto di

Ma tu metti in conto di perdere ancora un po', almeno in certe realtà come la Sicilia. Se vuoi provare a convincere l'elettore della tua alterità ci vuole del tempo. Speriamo non tanto quanto ce ne è voluto per disamorarlo fino a questo punto.

Il ragionamento è

Il ragionamento è condivisibile, gli esempi un po' meno. L'ottima Rita Borsellino ha poi perso l'elezioni, mentre Renzi ha sì vinto, ma a Firenze, contro un avversario di elevata "statura" (l'ex portiere di calcio Galli) e presentandosi con un profilo da moderato, in aperto contrasto con l'area girotondina che ruota attorno al professor Ginsborg.

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.