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RECENSIAMO TUTTO

Elogio del pigiama

Nemmeno Vianello lo indossava: la vera fonte della felicità domestica è censurata da tv e cinema, oltre che osteggiata da tutte le donne. Ma gli italiani continuano a cercarvi conforto, anche in tempi di crisi


di Andrea Dusio


La prima notizia è che mi sposo. Il dandy di sinistra (diesse) esce di scena, e lascia il campo ai dandy di destra (didì?). La seconda è che però non rinuncio al pigiama. La settimana scorsa sono entrato in un negozio di Prati, dopo essermi abboffato al tanto vituperato Mondo Arancina, che non tiene estimatori tra i pensatori azzimati, e invece piace tanto a noi dandy del poppolo bbue. Vendevano per lo più maglie da rugby, ma il sottoscritto continua a pensare che uno sport in cui la palla si passa all’indietro è come una pisciata controvento. La commessa mi ha guardato impietosita, pensando che fossi lì per chiederle la maglia della nazionale di Tonga. E invece le ho indicato un pantalone della tuta, chiedendole se era come speravo ultrafelpato, di quelli di cui puoi uscirci in Lapponia per far pisciare (e due) Armaduk. Poi mi son dedicato alla giacca. “XXL” le ho detto, pensando che da quando vado da Mondo Arancina sembro sempre più il Pachidolce Battuffolone. “Guardi che sono abbondanti, le consiglio la XL”. E sia. “Colore spaiato, sta meglio, blu la felpa e griggi i pantaloni (griggio, come grattuggia, faggiolo, formaggggi). Sono arrivato a casa, ho indossato la felpa, che naturalmente mi faceva da scafandro, dacché i rugbisti magneno ancora più supplì di me, e mi ricordo che da piccolo Sportsera faceva vedere le partite del Ceci Noceto, una squadra di panzoni enormi che perdeva puntualmente 70-3, e ho pensato che ero un pirla. La lanetta dei pantaloni mi prudeva come se avessi un lama che si strusciava sulle ginocchia. Mi son guardato allo specchio: almeno Depardieu c’ha il caschetto e la camicia rossa, io sembravo Galeazzi vestito da Edward mani di forbice. Ho messo un asciugamano allo specchio, quasi vi fosse riflessa l’immagine di Ignazio la Russa, e sono corso a infilare il costosissimo tutone spaiato (felpa più pantaloni sessanta euro, pirla pirla pirla) nell’ultimo dei cassetti, e ho risfoderato immediatamente l’indumento rassicurante da cui – follia – avevo immaginato per mezz’ora di separarmi: il mio pigiama di Tezenis collezione autunno-inverno 2009, l’acme della pigiameria in questo scorcio di secolo, nero su nero, con stampata sulla giacca una mucca che fuma la pipa e strabuzza un occhio.
 
Difficile dire cos’è la vita senza un buon piatto doccia, uno shampoo alla camomilla, un divano su cui surfare sulle creste del soggiorno increspato dall’aspirapolvere della tua dolce metà, e un’adeguata collezione di pigiami. Eppure c’è un che di sconveniente, una pruderie borghese, che c’impedisce ancora oggi di mostrare pubblicamente la vera fonte della nostra felicità domestica. Il pigiama resta un oggetto quasi sadiano, da filosofia nel boudoir. Nei film e in generale in tv, è vietato mostrarlo. Gli uomini a letto sono immancabilmente nudi. Anche un precorritore delle mode come Raimondo Vianello si è limitato al massimo a farsi immortalare in giacca da camera. Ma il pigiama è un’altra cosa. Massimo Donà, Vittorio Gregotti, Julian Schnabel, Werner Herzog, Hans Magnus Enzensberger, Maurizio Pollini. Pensare a una personalità di genio in pigiama resta un tabù. Eppure come concepire quel momento di massima destrutturazione che precede il pensiero creativo, senza il comfort amorevole di quelle giacche impillaccherate, di quei pantaloni da cui puoi pisciare (e tre) senza sbottonarti né tirare cordini, senza quel senso di empatia con lo stato delle cose che ti è dato solo da quelle maniche sempre troppo lunghe che ti s’inzuppano non appena provi a lavarti le mani, sciacquare una mela, mettere su la tisana al finocchio?
E che non stia celiando o millantando per verità inconfutabili miei convinzioni personali, sono qui a dirlo i numeri. Pur nella crisi più nera, e anzi forse proprio in ragione di un sentimento collettivo di bisogno di rassicurazione, le vendite di pigiami quest’anno fanno segnare un rimarchevole più 40%. Nel mondo in tempesta, è il pigiama, nonostante l’idea d’indolenza che sempre gli affffibbbbiamo, a tener dritta la barra.
 
Io so però qual è la forza oscura che ancora sbarra la strada al pigiama e alla sua affermazione universale: la donna. Per ogni storia travagliata che ho vissuto, c’è sempre stato un odio irreversibile per questo mio povero, indifeso indumento, in compagnia del quale amo sin da piccolo trascorrere tutto il tempo che passo in casa. Non è che voglia fare del pigiama il capro espiatorio della mia deficitaria capacità seduttiva. È vero piuttosto che il pigiama interviene nelle dinamiche di coppia non già nel momento del nascere della passione, momento in cui, come da letteratura sul tema, l’attenzione cade precipuamente sul calzino, ma in seguito, nella fase molto più delicata di consolidamento del rapporto. Il pigiama è uno spartiacque. Ma anche la ragazza che sembra all’inizio accettarlo tacitamente, giorno dopo giorno macina contro di esso il suo livore, e ne ho sorprese tante, di tutte le culture e le estrazioni, col trinciapolli in mano a fare in brandelli il mio Irge d’annata.
“Delle due l’una”, penso. “O la felicità coniugale o la serenità interiore”. Ogni sera verso le sette, quando lei sta per rientrare, fingo di essere l’uomo che non sono, e mi sento un po’ un verme, ma tant’è. Smetto gli abiti curiali nei quali ho trascorso in perfetta beatitudine la giornata casalinga, e indosso i panni del secolo, la tuta di rugbista ingolfato dai gnocchi al semolino. Ma il pigiama è lì, sotto il cuscino, solo qualche ora e lo potrà riabbracciare: il piacere in fondo è soprattutto nell’attesa.


Tags: Andrea Dusio, pigiama, raimondo Vianello, rugby, tezenis,
09 Dicembre 2009

Oggetto recensito:

IL PIGIAMA DA UOMO

giudizio:



8.229996
Media: 8.2 (27 voti)

Commenti

dimenticavo... 5 soli al

9

dimenticavo... 5 soli al pigiama e al recensore!

Finalmente un uomo che svela

Finalmente un uomo che svela la passione per quest'indumento!Anche le donne in realtà ce l'hanno...una passione che però viene caldamente osteggiata dagli uomini...io proporrei un bel caldissimo pigiamone per tutti...e democrazia sotto al piumone!

Probabilmente anche la tua

Probabilmente anche la tua lei nasconde il pigiama sotto al cuscino, perchè a tutte noi piace stare comode e al calduccio dentro un bel pigiama (utile anche a mascherare una ceretta non proprio fresca di giornata). Le fatalone truccate anche per dormire, ricoperte di fruscianti e seducenti camicie da notte.....mi sa che, come i maschi nudi, esistono solo nei film. Sarebbe proprio bello eliminare ogni inibizione e rivendicare la libertà di indossare il pigiama senza nascondersi come ladri, anzi, come accade a Singapore (o quantomeno in un suo quartiere) uscire di casa ancora in pigiama!! Sono abituati a girar per strada dentro "completi" con buffi coniglietti o righine tipiche del pigiama serio da uomo. Io la trovo una gran cosa, sarebbe bello, davvero bello vederlo anche da noi

Tutti a Singapore!!!

Tutti a Singapore!!!

il maschio italiano si toglie

9

il maschio italiano si toglie la maschera. davvero acuto... e assolutamente divertente!

ciao Andrea che bello

8.01

ciao Andrea

che bello ritrovarti in pigiama

un saluto da Bologna

Bruno

Grazie Bruno, spero che anche

Grazie Bruno, spero che anche a Bologna il pigiama sia intramontabile, soprattutto per chi è passato da certe forche caudine e si è guadagnato sul campo il diritto a un sacrosanto riposo

eheheheh eh si, anch'io sono

eheheheh

eh si, anch'io sono un cultore del pigiama, e come per te credo sia sinonimo di "stare in casa"; ti sto scrivendo in pigiama, in questo sabato pomeriggio, sottraendomi alle stupide frenesie da shopping prenatalizio; magari più tardi esco e vado a comprarmene uno nuovo!

magari in futuro ci racconteremo, in luoghi più adatti, un po' di aneddoti sulle caudine di cui sopra

buon weekend

B

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