• Seguici su:
TENDENZE

Pranzare taggando

La pausa di mezzogiorno ai tempi di Facebook fa scoprire democratici internet point ed eleganti bar wi-fi


di Maria Camilla Mayr


Dell’impatto che Facebook ha avuto sulle vite di molti di noi tutto è stato scritto. Su quanto ci diverta “parlare” tutti i giorni con amici che sembravano perduti, ascoltare musica sempre nuova, condividere idee ed essere democraticamente attivi, si sono ormai esercitati tutti. Alla fine se ne sono accorti anche i datori di lavoro, i quali, ancorati a un’ideologia che risale alla prima rivoluzione industriale, non comprendono che lavoratori felici sono lavoratori più produttivi.
E hanno chiuso l’accesso a Facebook dalle postazioni di ufficio. Le prime giornate dopo l’adozione dei drastici provvedimenti sono state di vero panico: ore e ore senza poter controllare se qualcuno ti sta taggando in una foto prima della plastica al naso, se inavvertitamente un commento ha rivelato che il giorno prima non eri a quella festa meravigliosa dove hai detto che saresti andato, ma seduto davanti a X-factor come tutti, e altri drammi simili. Immobilità forzata senza possibilità di aggiornare uno stato, un album, un fidanzamento, senza sapere cosa deve dirti la pettegola abruzzese.
Ecco quindi che la pausa pranzo si trasforma: se nelle aziende più aperte si consente il collegamento prandiale (sorvoliamo su quelle ridicole che avevano pensato a 10 minuti alla fine di ogni ora, cos’è, lo stretching?) e si tollerano le briciole in accumulo sulla tastiera, per tutti gli altri si aprono percorsi inesplorati. Poiché la possibilità di collegarsi via iPhone è riservata ai più abbienti (dato che un solo collegamento in cui uno/a si spinga ad ascoltare quella canzone può costare fino a 500 euro) oggi gli internet point conoscono una nuova vita. Quelli che prima erano spazi riservati ai soli cittadini extracomunitari, adesso ospitano una nuova fratellanza: accanto al cittadino dello Sri Lanka che comunica con i parenti lontani è facile vedere l’impiegata che manda una poesia al collega del piano di sopra. Se poi durante l’intervallo telematico si riesce anche a mangiare un kebab da asporto proibito da recenti provvedimenti, si raggiungono le vette della democrazia 2.0.
Ma la soluzione più cool sono certamente i bar wi-fi, luoghi incantati protetti dalla magica bolla del collegamento, dove ci si siede su eleganti tavolini o lungo i banchi dotati di computer, si mangia del sushi o un panino con la bresaola rigorosamente con la mano sinistra, mentre la destra ritesse con pazienza i discorsi avviati, le parole sospese, le domande lasciate senza risposte. Il codice di comportamento è chiaro, non si sbircia sulla bacheca del vicino/a, non si commenta a voce alta, ma si può sospirare. Lo fanno tutti.


Tags: bar wi-fi, facebook, internet point, Maria Camilla Mayr, pausa pranzo,
25 Novembre 2009

Oggetto recensito:

LA PAUSA PRANZO AI TEMPI DI FACEBOOK

giudizio:



6.540003
Media: 6.5 (33 voti)

Commenti

attenzione alle briciole

7.02

attenzione alle briciole sulla tastiera;)))

Articolo molto garbato. Con

9

Articolo molto garbato. Con l'ironia che le è propria, l'Autrice riesce a focalizzare il punto importante per il quale modernità, tecnologia, democrazia e produttività possono procedere di pari passo. Ma con panino e bresaola non ce la vedo proprio :-D

4 soli al divertente ed

9

4 soli al divertente ed azzeccato della Mayr che, sicuramente, sarà una intensa fruitrice

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.