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FILM

Due alieni a Hollywood

I britannici Nick Frost e Simon Pegg, classica coppia di attori (e autori) comici, sbarcano alla corte dei produttori Usa per replicare in grande i successi di Hot fuzz e L’alba dei morti dementi. Il risultato è Paul un'allegra parodia della fantascienza, pieno di sfottò e citazioni cinematografiche. E privo, o quasi, di compromessi con gli Studios


di Simone Dotto


Due inglesi vanno in visita in America. Succede nel film, dove un’inseparabile coppia di nerd organizza un pellegrinaggio in tutti i luoghi d’avvistamento alieno. Succede nella realtà, quando gli autori e attori britannici Nick Frost e Simon Pegg (il grosso e lo smilzo, nella miglior tradizione della comicità a due) vengono “prelevati” dai signori di Hollywood e, come spesso capita in questi esperimenti, riempiti di soldi e affiancati a un commediografo di mestiere - Greg Mottola, autore di Adventureland, sul sentimentale andante.
 
I richiami tra dentro e fuori lo schermo stanno alla base di Paul, terzo lungometraggio del duo dopo Shaun of the dead (malamente tradotto nell’italiano L’alba dei morti dementi) e Hot Fuzz. Là si prendevano di mira rispettivamente il cinema horror e quello d’azione, qui si guarda alla fantascienza ma restando nel campo di una parodia che mai come ora ha senso definire “meta-cinematografica”. 
 
Quando inciampano in Paul, l’extraterrestre che il governo statunitense ha tenuto nascosto per anni nell’Area 51, i due patiti di science fiction restano delusi dal trovarlo fin troppo… famigliare. Non parla lingue futuristiche, non ha occhi da cagnolino indifeso o intenzioni bellicose, sembra anzi aver adattato linguaggio e cattive maniere all’andazzo terrestre. In più gli mancano poteri che siano davvero “super” (anche se quel paio che possiede sapranno rivelarsi strategici) e la sua forma ricorda molto da vicino i vari invasori spaziali che da mezzo secolo affollano la cinematografia statunitense. In realtà, spaul.jpgcopriremo, è stato proprio Paul a fare da consulente speciale per tutte le megaproduzioni fantascientifiche, compresa quella di un certo Steven Spielberg. E se serie tv, t-shirt, magliette, gadget e altra paccottiglia del genere portano tutti impressa la sua faccia è “per non far spaventare voi umani quando finalmente mi vedrete”. 
 
Capite bene che, pure se in chiave umoristica, questo è lo stesso tipo di dietrologia che fa arrovellare intere schiere di fanatici di fumetti e fan terminali dei vari Alien, Men in Black, eccetera. Gli stessi (ri)troveranno il pane per i propri denti scovando una per una le citazioni che il film colleziona mentre prosegue con un inseguimento on the road che scatena polizia, servizi segreti, integralisti cristiani e cacciatrici di alieni d’eccezione.
 
E’ risaputo che sull’altare degli Studios bisogna sempre sacrificare qualcosa, in segno di rispetto verso la Fabbrica dei Sogni. Pegg e Frost ci hanno lasciato qualche sghignazzo e un po’ di irriverenza: gli sfottò verso il Texas dei creazionisti sono spassosi, tanto più quando provengono da due stranieri, ma non bastano a pareggiare il quoziente di risate dei film precedenti. In cambio i due hanno guadagnato un budget di tutto rispetto e un po’ di sentimentalismo a buon mercato. Effetti e affetti speciali che non riescono a scalfire la loro dote migliore: i due sanno scrivere. Un dono non così comune fra chi come loro ha natali televisivi, e che fa piacere veder riconfermato anche in assenza del loro coautore storico Edgar Wright, pure lui convocato dalle major, ma per altri progetti. Se nemmeno di fronte alle cifre “spaziali” degli americani il duo perde la bussola e cede alla tentazione di strafare, allora c’è di che sperare: stai a vedere che, alla fin fine, gli invasori venuti da un altro mondo per conquistare gli Usa sono proprio loro.



Tags: fantascienza, Hollywood, Hot fuzz, L’alba dei morti dementi, Nick Frost, parodia, Simon Pegg, Simone Dotto, Studios,
13 Giugno 2011

Oggetto recensito:

Paul, di Greg Mottola, 104 m, USA/Inghilterra/Francia 2011

La voce dell’alieno: nell’originale è quella dell’attore Seth Rogen, mentre da noi Paul viene doppiato da Elio de Le storie Tese. Il quale, anche in un’operazione che serve a fare da specchietto per le allodole italiane, è ormai un nome garante di demenzialità intelligente

giudizio:



9
Media: 9 (3 voti)

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