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LIBRI - NARRATIVA

Ammaniti, che peccato

Lorenzo, quattordici anni e un carattere difficile, si nasconde in cantina per passare una settimana completamente da solo. E' un romanzo di formazione avvincente, Io e te, che conferma le grandi doti dell'autore. E la sua tendenza a sprecarle

 


di Sandra Petrignani

 


Leggo Io e te di Niccolò Ammaniti e mi viene voglia di fargli molti complimenti. Penso che sia bravo, bravissimo. Mi ha tenuta avvinta per tutto il racconto, un centinaio di pagine, un racconto lungo, con la sua scrittura veloce, nitida. Mi ha commossa, divertita (più di una volta mi sono messa a ridere disturbando il gatto che mi dormiva in grembo).
 
Due o tre scene sono indimenticabili. Una sopra tutte le altre, una che racchiude il segreto di questo libricino e forse dell’autore Ammaniti, quando il personaggio principale, un ragazzino di quattordici anni o giù di lì, chiuso in macchina, lascia che sua madre sulla strada, lì accanto, venga aggredita a insulti e spintoni da un bruto per una questione di parcheggio. Non riesce a muoversi, paralizzato, inetto. Eppure sua madre è la persona che ama di più al mondo. Ama anche la nonna, moribonda in ospedale, a cui racconta una storia demenziale ed esilarante su un robottino pulisci-piscina truccato dagli americani per uccidere Saddam. E ama in modo altalenante una sorellastra tossica che tenta goffamente di aiutare, naturalmente senza riuscirci. Ma almeno, in questo caso, ci prova.
 
Però non volevo raccontare la trama del racconto, volevo venire a capo del senso di insoddisfazione che mi ha lasciato la narrazione quando ho finito di leggere. E forse pure un po’ di rabbia e di delusione. Ma come, dicevo fra me, uno scrittore così abile, così capace di autenticità - si sente insomma che c’è un mondo interiore che viene fuori da tutte le parti ed esige di essere detto - che non vuole venire a capo di se stesso? E molla la presa per inseguire effetti speciali, quelli che fanno accendere mille lucette da flipper intorno agli occhi dei lettori ingenui, ma non abbagliano un lettore appena appena più esperto.
 
Allora mi sono chiesta: per chi scrive Niccolò Ammaniti? Non per me, purtroppo. Scrive per andare tutte le volte in classifica prendendo rutilanti scorciatoie? Probabilmente sì. E perché non dovrebbe dopotutto? Con un talento come il suo ha legioni di lettori sulla punta delle dita, che lo seguono qualsiasi cosa scriva, sicuri che si divertiranno e si commuoveranno, e resteranno avvinti e col fiato sospeso dall’inizio alla fine, esattamente come ho fatto io. Perché volere di più?
 
Che non sfugga alle sue responsabilità e racconti come mai Lorenzo agisce così. Che lo racconti senza spiegarlo, ma proprio attraverso i fatti, come sa fare benissimo. Che non lasci le cose in sospeso. (ATTENZIONE SPOILER!) Che non se la cavi con quella scritta finale ammiccante in cui si viene a sapere che forse Olivia Cuni (la sorellastra tossica) è davvero esistita. Ma forse anche no.
 
Certo il lettore esigente può fare tutto lui e aggiungere significati che la storia raccontata accenna quasi per sbaglio, riempire i buchi, sottrarsi all’incanto delle scene che funzionano tutte, una via l’altra, ma non insieme, e rammendare il racconto dove manca generosità, plausibilità, carne. Ma perché dovrebbe?Il lettore esigente chiude semplicemente il libro e si dispiace. Moltissimo.



Tags: bestseller, Io e te, narrativa, Niccolò Ammaniti, recensione, romanzo, Sandra Petrignani, scrittore italiano,
25 Dicembre 2010

Oggetto recensito:

Niccolò Ammaniti, Io e te, Einaudi 2010, p. 116, euro 10

 

giudizio:



7.161426
Media: 7.2 (7 voti)

Commenti

mah, io credo che come per

4.05

mah, io credo che come per tante altre cose non debba esserci necessariamente una spiegazione a tutto. la storia è accattivante e lascia con sensazioni più o meno diverse. per me è stato un colpo la fine, ma è stato intenso. fact. nient'altro da dire.

Questa recensione signora

6.03

Questa recensione signora Sandra Petrignani è, mi consenta, un po' troppo pungente. Lei avrà letto migliaia di libri per permettersi una critica così aspra, il mio parere é inutile e sciocco rispetto al suo e conta ben poco. Ma, a me, nonostante tutto, è piaciuto. E' uno di quei libri che mi è dispiaciuto di aver finito. E' una storia che inizia e si conclude, anzi prima si conclude e poi comincia. E' un cerchio che il lettore può vedere solo dall'interno, quello che c'è fuori non dobbiamo saperlo. Ma sinceramente non deve interessarci più di tanto; quello che ci è dato sapere basta ad appagare la nostra avidità di sapere? Magari no, ma altrimenti, forse, non sarebbe stato un bel libro.

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