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LIBRI

Ceccato, le antiche lettere

Non capisco un'acca è un libro di racconti che gira intorno alla lettera h, andando a rispolverare parole dimenticate. Con la rivista WATT e la casa editrice dirette dallo stesso autore (Hacca, appunto) va a formare un più ampio progetto di rivalutazione di un'editoria slow, contemporanea proprio perché va in controtendenza


di Stefano Nicosia

 


Questo libro geniale di Maurizio Ceccato non è una nuova uscita, ma dovrebbe entrare immediatamente nelle vostre librerie personali. In primo luogo, perché è un autentico piacere possedere un oggetto così ben fatto, fuori dal comune, un libro che ti viene voglia di toccare, tenere in mano e sfogliare ancora e ancora. E poi perché Ceccato è entrato nella selva della nostra lingua e ha catturato con un retino da farfalle un intero zoo di parole dimenticate, desuete, quelle che in certi vocabolari hanno una piccola croce accanto, e che qui riemergono dalle lingue dei bisnonni per formare microstorie oltre il limite del nonsense. L’unico criterio è che abbiano acca al loro interno.

"Incaccabaldolata sulla racca matura della maccaglia la vaccaccia sopraccanna rattaccava nel saccarello saccarino una saccarosa maccatella con un’incaccabaldolatura da maccatelleria". Il correttore automatico vorrebbe censurarmi e so che sotto i tasti su cui scrivo frigge una protesta linguistica. Ma compatisco questa grettezza elettronica e continuo: "Accantonato nell’accattivante raccapriccio l’attaccante attaccapanni attaccato con fiacca polacca da una baccanella inattaccabile accavalciava accanitamente l’accapponato accappatoio".
 
Maurizioceccato.jpgNon è soltanto un abile gioco con parole meravigliose e ormai quasi del tutto espunte dagli aggiornamenti dei nostri sistemi operativi mentali (possiamo lamentarcene, almeno di qualche sparizione? Lasceremo però gli apocalitticismi ad altri momenti, promesso); Ceccato abbina ad ogni miniracconto surreale una vera enciclopedia dell’illustrazione grafica. Ogni pagina è diversa e genialmente realizzata, con una raffinatezza e un estro da mandare in brodo di giuggiole appassionati di grafica e neofiti del design.  Alcune sono riscritture di un patrimonio visuale ormai classico, come i fogli da disegno elettronici o le pubblicità d’epoca, ma nella loro riproposizione come corredo al testo ottengono un mirabile effetto caleidoscopio.
 
Di Ceccato dovreste poi sfogliare anche la rivista WATT, dove si incontrano grafica e parola in un modo simile al libro uscito per Hacca. Oltre al piacere che si trae dal vedere e dal leggere queste creazioni c’è da sottolinearne l’etica dell’attenzione per il libro come oggetto, la cura del prodotto editoriale e intellettuale. Si sta parlando da parecchi mesi ormai di una sorta di slow book, di un modo di fare editoria con tempi diversi dalle concentrazioni industriali, con scelte diverse: spesso, anche se non sempre, "meno" vuol dire "meglio" e "piccolo" vuol dire "buono".
 
L’educazione all’immagine passa anche dall’impegno dei singoli operatori culturali – come vengono chiamati oggi – verso la qualità, l’innovazione, anche il rischio della differenza. La rivista, questo libro e tutta la casa editrice Hacca sono dei piccoli pianeti di un sistema solare da esplorare, nel quale si trovano marziani da cui rimanere affascinati. Per cominciare, accaparratevi l’accattivante accatastamento impacchettato di Non capisco un’acca. Non ve ne pentirete.



Tags: acca, hacca, maurizio ceccato, non capisco un'acca, recensione, rivista, Stefano Nicosia,
18 Marzo 2013

Oggetto recensito:

Maurizio Ceccato, Non capisco un’acca, Hacca 2011, p. 96, 16 euro

L'autore: Maurizio Ceccato è illustratore, graphic designer, art director, collabora con diverse case editrici e periodici nazionali ed esteri. Nel 2007 ha fondato la società di project design IFIX, e ha aperto da poco con Lina Monaco la libreria Scripta Manent, in via Pietro Fedele a Roma.
 

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