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LIBRI - SAGGISTICA

Un ignoto contro i soliti noti

Sotto il falso nome di Elio Rossi, un giornalista anonimo, attivo in una delle più importanti redazioni italiane, osserva e spiega l'intreccio di interessi che rende il nostro stato una vera e propria oligarchia. Ne I professionisti del potere racconta di aver "visto cose" che noi comuni cittadini potevamo solo immaginare


di Gaetano Farina


“Ho visto professionisti del potere sedere nei consigli di amministrazione di banche che hanno concesso crediti alle aziende di cui sono azionisti, ho visto le loro aziende acquistare azioni delle banche che li hanno finanziati, ho visto banchieri che fanno gli editori, industriali che fanno i ministri, ministri che affidano appalti alle loro aziende, notai e avvocati che votano in Parlamento leggi che riguardano i loro albi professionali, giornali impegnati in campagne di stampa a sostegno dei progetti delle società che li controllano, altri che sferrano attacchi ai loro concorrenti controllati da aziende avversarie. Il sistema nelle mani dei potenti vive in una condizione permanente di conflitti d’interessi multipli…”
 
L’autore propone un patto ai lettori: non rivelare la propria identità (in modo da non mettere a repentaglio il proprio posto di lavoro) in cambio del racconto di come funziona il sistema del potere in Italia, i cui meccanismi sono quotidianamente davanti ai suoi occhi, appartenendo lui stesso, come ammette sin da subito, alla casta dei “poteri forti”.
E così Elio Rossi (nome di fantasia) ci offre una fotografia nitida ed inedita di come in Italia sono negati due principi fondamentali che garantiscono a una democrazia di funzionare per bene: l'indipendenza dei mezzi di informazione e la libera concorrenza in economia.
 
In quasi duecento pagine, dal posto privilegiato di una importante redazione giornalistica, l’autore può raccontarci tutto quello che succede davanti ai suoi occhi (e di cui lui stesso magari è partecipe), e cioè attraverso quali riti e meccanismi, i cosiddetti “professionisti del potere” si scambiano ruoli, rendite, favori, non permettendo un effettivo ricambio. Tante sono le risposte ed i retroscena che l’autore riesce ad offrirci avendo lavorato per vent’anni nelle redazioni dei giornali e negli uffici (stampa) dei potenti.
 
Del resto, come già un po’ avevamo capito, sono sempre gli stessi a comandare. Sempre loro. O i loro amici, o i loro familiari. Le assemblee degli azionisti delle società quotate in Borsa sono, in realtà, esercizi inutili, poiché gli investitori indipendenti non sono in grado di scegliere, sostituire o confermare i dirigenti delle imprese.
I giornali – e anche questo già lo sapevamo - sono controllati dagli stessi che hanno le leve del mercato finanziario e il sistema delle imprese. In Italia esistono quattro principali giornali quotidiani a diffusione nazionale: i loro editori sono tutti imprenditori riconducibili al gruppo dei potenti. Nessuno di loro ha come principale interesse l'editoria: sono costruttori, assicuratori, banchieri, industriali.
 
E poi, ovviamente, c'è il “teatrino della politica” che ospita, nelle stanze dei bottoni, chi già detiene il potere industriale-finanziario e del quale il nostro narratore “mascherato” dimostra di conoscere praticamente tutti: portaborse, alti burocrati, banchieri, editori, direttori di giornali, fiancheggiatori, lobbisti.
 
Seppur senza consegnarci rivelazioni sconvolgenti da indagine giudiziaria, il libro ha il merito di riassumere, in fin dei conti, i mali atavici del “sistema Italia”: il pesante conflitto d’interesse (che non riguarda solo il nostro presidente del Consiglio) analizzato in un capitolo intitolato proprio La Giungla dei Conflitti d’Interesse, gli intrecci degli incarichi nei vari consigli d’amministrazione, lo scacchiere incrociato degli incarichi nei grandi gruppi bancari e industriali, i vari patti di sindacato che governano le imprese, le fondazioni bancarie pesantemente controllate dalla politica e il cui operato, praticamente, non prevede controlli in un deserto dove le autorità rispondono tardi e male.
 
La concorrenza è svilita, attraverso parentele e coincidenza d’interessi si neutralizza chiunque tenti emergere: i prezzi salgono, giocare in borsa diventa pericolosissimo per chi non appartiene all’élite, i soldi finiscono nelle solite tasche. Anche i conflitti esteriori che animano la scena mediatica fra politici, tycoons, industriali, finanzieri, fanno parte della strategia tesa a creare tifoserie e a distrarre l’attenzione dalle attività più subdole.
 
Ne esce, allora, un quadro di un Paese governato da un’oligarchia, dove poche famiglie tengono in scacco le sorti e il destino del resto della popolazione, dove la politica alimenta il sistema finanziario di “scatole cinesi” e mantiene quote azionarie nelle grandi corporation (come Eni ed Enel) per avere potere di nomina e di decisione.
 
L’atto d’accusa più pesante è rivolto all’informazione, dato che è il settore in cui l’autore si è altamente specializzato. Nella seconda parte del libro interamente dedicata alla “creazione del consenso”, infatti, Rossi ribadisce sostanzialmente che la politica manovra i mezzi di informazione imponendone l’agenda, crea eventi “notiziabili”, ribalta il bisogno di informazione dei cittadini. Si arriva ad affermare senza mezzi termini che “nel finto pluralismo italiano i mezzi di informazioni non sbagliano mai, perché partono sempre dalle conclusioni. Gli operatori dell’informazione hanno sempre una tesi da dimostrare e quindi sono disposti a vedere soltanto i fatti che la sostengono e a negare l’esistenza di quelli che la contraddicono. Scrivono per dimostrare ciò che già sanno e non si cimentano mai nella cronaca. Sanno sempre tutto perché sono infallibili, sono infallibili perché sono dogmatici e sono dogmatici perché non sono liberi”.
 
Un libro, quindi, in un momento storico come questo che forse si può giudicare pessimista, ma che, comunque, aiuta a prendere coscienza della situazione bloccata del “sistema Italia” e di quanto il nostro Paese abbia bisogno di ricostruirsi sul principio di responsabilità. Un libro forte”che ha il coraggio di attaccare i padroni d’Italia.



Tags: chiarelettere, conflitto d'interessi, denuncia, editoria, Elio Rossi, Gaetano Farina, i professionisti del potere, inchiesta, oligarchia, recensione,
04 Maggio 2011

Oggetto recensito:

Elio Rossi, I professionisti del potere, Chiarelettere 2011, 208 p, 14 euro

giudizio:



8.174997
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