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MUSICA ETNICA

Odwalla, suonino i tamburi

Legni, pelli, metalli, marimbe, vibrafoni: l'ensemble guidato da Massimo Barbiero è interamente composto da percussioni, punto d'incontro fra l'avanguardia contemporanea e le prime, ancestrali espressioni dell'uomo in musica. Il doppio disco Isis ripercorre una lunga carriera e le dà un contraltare visivo e danzante, con il dvd


di Marco Buttafuoco

 


Dicono gli studiosi che uno dei più antichi strumenti musicali documentati sia stato costruito con lastre di pietra opportunamente lavorate ed affiancate in modo da formare uno xilofono rudimentale. Le percussioni sono quindi all’inizio della vicenda della musica e dell’espressività, strumenti primitivi ed eterni con i quali si sono cimentate anche le avanguardie del '900 (Iannis Xenakis e Edgard Varese fra gli altri ).
 
Questa vicenda, antica e senza fine, è ben conosciuta da Massimo Barbiero, musicista d’Ivrea che da più di vent’anni, con formazioni ed impasti sonori cangianti, propone il suo progetto Odwalla, ensemble di legni, pelli, metalli, marimbe, vibrafoni a volte abbinati alla voce umana, oltre che alla danza; alla ricerca del possibile, doveroso ma faticosissimo incontro fra avanguardia e comunicazione con un pubblico più vasto, fra sperimentazione ed esigenza di raccontare. Il nome del gruppo dice molto sulle intenzioni della sua musica.
 
odwalla_massimo_barbiero_04_ivrea2009.max_.jpgOdwalla era il titolo di uno dei pezzi più celebri che quell’Art Ensemble of Chicago che già fin dalla metà degli anni '60 esplorò un universo sonoro artistico fatto di radicalità e di ancestralità. Tanto importante è il legame che Massimo Barbiero sente di avere con l’Aeoc che è finalmente riuscito a far suonare con lui, in questa sessione, il batterista di quella leggendaria formazione, Famoudou Don Moyè.

 
Questo doppio album (costituito di un cd musicale ed un dvd che documenta un concerto del gruppo) aggiunge poco a quello che Odwalla è venuto elaborando nel corso della sua oramai lunga storia. Non a caso c’è un solo pezzo inedito fra le dodici tracce dei due dischi, la lunga Leucò Suite. La musica del gruppo piemontese ( cui si sono aggiunti nel corso degli anni percussionisti provenienti un po’da tutto il mondo) continua a raccontare un lungo sogno ritmico- melodico (a “cantare” sono le marimbe ed una Kora, un suggestivo cordofono africano), un paesaggio perduto nel tempo ed illuminato dalla luce di molteplici lune. Lune d’ Africa, di Spagna d’Oriente, lune fruscianti di jazz.
 
A dare il senso più compiuto di questo mondo emotivo, malinconico, anche se talora sfrenato e sensuale, è il bel Dvd che racconta, come detto, un concerto del 2010 ad Ivrea. Qui i danzatori africani, i musicisti chini su strumenti ancestrali, le luci tenui danno intero il senso della proposta artistica di Massimo Barbiero e dei suoi percussionisti. Che è quella di raccontare una storia immemoriale, uno spleen sottile ed indefinibile. Lo spleeen dei viaggiatori immobili come Fernando Pessoa, o quello di Emilio Salgari magnifico costruttore di avventure e mondi di cui aveva cognizione solo attraverso i libri ed i sogni. 
 
Isis 
non dirà forse niente di nuovo a chi già conosce l’avventura di Odwalla. Lo consigliamo vivamente, specie nella sua dimensione teatrale e visiva, a chi ancora non conosce bene il gruppo.


Tags: Art Ensemble of Chicago, Marco Buttafuoco, Massimo Barbiero, Odwalla, percussioni,
29 Novembre 2011

Oggetto recensito:

Odwalla, Isis, cd + dvd, Splasch records 2011

 

giudizio:



9
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