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TEATRO

Shakespeare e la riforma della giustizia

Ha toni piuttosto attuali la scura tragicommedia Misura per misura, portata in scena da Marco Sciaccaluga e interpretata da Eros Pagni. Scenografia di design e colonna sonora a base di Tom Waits fanno da sfondo a un intreccio di opportunismi e doppi giochi


di Sergio Buttiglieri


E’ un vero piacere assistere alla recitazione di Eros Pagni, disincantata nel ruolo del duca di Vienna ma che diventa sorniona quanto basta quando indossa il vestito da frate. Questa nuova produzione del Teatro Stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga ha centrato l’obiettivo, contaminando lo shakespeariano Misura per Misura di elementi contemporanei: a Misura per misura.jpgcominciare dalla musica di Tom Waits che, con la sua inconfondibile e pastosa sonorità, punteggia con il giusto sapore alcolico la vicenda e tutti i personaggi: i protagonisti solo apparentemente nobili e morigerati e i comprimari, tavernieri e puttanieri. 
 
Ritrovare a inizio del primo atto il duca sprofondato sulla poltroncina di Marco Zanuso per Arflex - vera e propria icona del design degli anni ‘60 - mentre ci racconta assorto che “il cielo fa di noi quello che noi delle fiaccole, che non accendiamo perche facciano lume a se stesse: così se le nostre virtù non irradiamo fuori di noi, tanto varrebbe non possederle“, è un altro bel colpo di teatro. Lui che “ama il popolo ma non ama essere in scena”, ne rimane fuori per rientrarci come regista alterego dell'autore. E noi seguiamo divertiti l’intrigo, come se non ne conoscessimo l’epilogo, avvinti dalla sua capacità ingannatoria di raccontarci le irrazionali invarianti dell’animo umano.
 
Dopo questo prologo da vecchio club inglese, il duca è subito investito dagli eventi: alle sue spalle l’enorme pala d’altare con un giudizio universale di sapore rubensiano passa da un’iniziale stato unitario ad una insanabile frattura - metafora della giustizia che non può essere giusta se non con la regia del duca, che si paleserà solo a fine commedia.
  
La bella scenografia, al pari della vicenda, ruota e disvela continuamente le diverse prospettive dei personaggi in gioco. Dal tronfio Angelo, un efficace Gianluca Gobbi, che non gli par vero di “sbragare” in assenza del duca, al fido Escalo reso con equilibrio da Antonio Zavatteri. Ma di piacevole irriverenza è anche la figura di Lucio (Roberto Serpi), che non lesina frecciate al vetriolo nei confronti del duca desaparecido per poi, come tutti i voltagabbana, rimangiarsele per intero al suo rientro. Claudio (Aldo Ottobrino) che aveva messo incinta Giulietta (Irene Villa), naturalmente non è così eticamente incrollabile come la sorella novizia Isabella (Alice Arcuri), che piuttosto che “darla” all’infido bigotto Angelo preferirebbe che il fratello morisse, quasi fosse una novella Maria Goretti. 
  Alice Arcuri e Eros Pagni in Misura per misura foto M. Norberth.jpg 
Infine c'è Mariana (Antonietta Bello): "metallara" con tanto di maglietta yin e yang, ripudiata da Angelo perché priva di dote e tutta intronata dalla voce di Tom Waits che ascolta dalle cuffiette, è forse la figura più triste della commedia. Ancora più triste dello squalido e opportunista Angelo che, una volta sputtanato dal duca, non rinuncerà a sposarla pensando soltanto ad accasarsi.
 
Ma di figure ambigue il testo è pieno. Persino il duca che tutto il tempo manovra gli eventi, e che in qualche modo li risolve prima che tutto crolli, non resisterà a chiedere all’algida Isabella di "impalmarla" esattamente come aveva tentato il suo goffo sostituto pro tempore in maniera più rozza. Invasato dalla sua folle regia, alla fine non si sottrarrà all’orgiastico ballo sulla colonna sonora waitsiana, trasformando in questo modo in un finale farsesco il motto di Shakespeare, per il quale “la vita è la buffona della morte”. 
 
Non a caso l'autore infarciva di irriverenti intervalli la prosa alta dei protagonisti, giocando con il linguaggio dei tavernieri, delle comparse, dei folli che avevano diritto a cantarle chiare. Magari storpiando i nomi come ad un certo punto farà Gomito, in un irresistibile slang barese, supportato da Pompeo, trucido taverniere che vuole parlare la lingua di Giovanna D’arco.
 
Meritati applausi finali a questa rilettura di Shakespeare condotta con mano magistrale dalla grande professionalità di Eros Pagni, che si riconferma tra quei grandi vecchi delle nostre scene ancora in grado di stupirci e farci amare il teatro.



Tags: Antonio Zavatteri, Eros Pagni, Gianluca Gobbi, Marco Sciaccaluga, Marco Zanuso, Misura per Misura, Sergio Buttiglieri, Teatro Stabile di Genova, Tom Waits, william shakespeare,
26 Ottobre 2010

Oggetto recensito:

Misura per Misura di William Shakespeare, regia di Marco Sciaccaluga con Eros Pagni

Repliche: fino al 7 novembre al Teatro Corte di Genova
Produzione: Teatro stabile di Genova
Il resto della locandina: traduzione di Alessandro Serpieri. Scene e costumi di Jean Marc Stehlé e Catherine Rankl. Musica a cura di Andrea Nicolini. Luci di Sandro Sussi
Info: www.teatrostabiledigenova.it
Foto: di M. Norberth, per concessione del Teatro Stabile di Genova

giudizio:



6.360003
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