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TEATRO

Il vecchio regista Lev Dodin porta in scena Vita e destino, grande romanzo novecentesco di Vasilij Grossmann. Ma il suo allestimento crolla sotto il peso della Storia del fisico teorico in fuga dall'antisemitismo nazista. 


di Nicola Arrigoni

Ci sono registi che attirano l’attenzione più per la mitologia che li circonda che per quanto hanno ormai da dire, portatori di un fare teatro che oggi nel suo proporsi appare – quando va bene – retorico e fuori tempo. E' il caso del Lev Dodin di Vita e destino di Vasilij Grossmann. Il regista del Maly Drama Teatr cade sotto il peso del romanzo/mondo dell’autore russo, una sorta di Guerra e Pace del XX secolo, con scenario terribile e affascinante della battaglia di Stalingrado in cui gli orrori delle dittature staliniane e nazifascista s’intrecciano con le
27 Dicembre 2011