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MOSTRE

All'ombra di Palladio

Oscurato dalla fama del collega e conterraneo, l'architetto Vincenzo Scamozzi viene rivalutato da una mostra al Palazzo Reale di Amsterdam, che ne mostra l'influenza decisiva sul classicismo olandese


di Cesare de Seta

La Rocca Pisana, sui colli di Lonigo (Vicenza)


Alla Rocca Pisana giunsi assai giovane durante un tramonto, e rimasi in silenzio tra il vociare degli amici a godermi l’opera forse più intensa di Vincenzo Scamozzi (1548-1616). L’architetto vicentino fu contemporaneo di Andrea Palladio ed ebbe, per questo motivo, vita difficile e destino ingrato: come quello di Tasso o di Rembrandt, perché anche lui dovette guadagnarsi un posto e un ruolo all’ombra di un grande. Ma Scamozzi la sua strada seppe trovarla, e questo lo si capisce assai bene proprio guardando quella Rocca Pisana che è impropriamente giudicata d’aprés della celeberrima Rotonda di Palladio: essa infatti mostra quattro facciate diverse e bugne-cerniera agli angoli che consentono in qualche modo una lettura autonoma delle fronti. Inoltre ha un interno che non corrisponde all’esterno, certamente soluzione tutt’altro che “rinascimentale” e palladiana; un occhio, dunque, quello di Scamozzi attento sì al contemporaneo Palladio ma anche a Serlio e a Falconetto.
 
Di coraggio ne ebbe l’architetto e la sua opera trattatistica maggiore L’idea dell’architettura universale (1615) s’impone come testo di rara tensione intellettuale, ma anche come strumento pratico e manuale tecnico (si veda la verifica dei flussi luminosi nella tavola con pianta e sezione della Rocca). Una competenza che Scamozzi mette a frutto non solo nella cappella del Palazzo Ducale, ma nel teatro di Sabbioneta e negli intenti scenografici. Qui si ha la possibilità di vedere tra i suoi fogli il primo abbozzo, i disegni di studio, il progetto definitivo, talvolta lo schizzo per la traduzione in incisione tratta per il volume e i rilievi contemporanei. 
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In lui si imbatterono il conte d’Arundel e l’architetto britannico Inigo Jones: infatti “due forzieri di disegni dello Scamozzi” figurano nell’inventario degli effetti di Arundel. Scamozzi non ebbe in Inghilterra la fortuna di Palladio, ma grazie alla diffusione seicentesca del suo trattato ne ebbe una assai significativa in Olanda. Nonostante mai l’architetto vicentino sia stato nei Paesi Bassi, ebbe rapporti intensi col mercante fiammingo Daniel Nijs che visse quasi sempre a Venezia e possedeva una splendida collezione di dipinti a cui fa cenno lo stesso Scamozzi in un passo dell’Idea: il trattato fu in principale agente della fortuna scamozziana in Olanda. Infatti alla sua morte nel 1616, ben seicentosettanta esemplari del trattato furono acquistati dal mercante olandese Justus Sadeler, che ne vendette copia anche Pietro Paul Rubens: rapidamente lo scritto si diffuse tra mercanti, mecenati, ricchi patrizi a Leida, L’Aia, Utrecht, Anversa e nei maggiori centri d’Olanda. 
 
Doveva essere assai ben noto già dal 1620, cinque anni prima che l’architetto Jacob van Campen progettasse per la famiglia Coymans il palazzo di Amsterdam che oggi ospita la mostra (sopra a destra). Oltre a Campen, come dimostrano altre opere, il trattato ebbe effetto in numerosi progetti dell’architetto Salomon de Bray e presso altri di minor nome. Un’influenza rilevante ebbe a sua volta l’opera di Campen anche nella progettazione del palazzo di Constantijn Huygens, segretario del principe d’Orange. 
 
L’Idea dunque entrò nel giro più importante dell’architettura olandese, ed ebbe una risonanza che possiamo dire eccezionale nella diffusione dell’architettura classicista in questo paese che aveva ancora solide radici tardo gotiche. La scamozzi disegno.jpgconcezione che Scamozzi aveva dell’architettura come scienza propria era direttamente funzionale ad un paese che doveva la sua sopravvivenza fisica al rispetto delle regole e alla difesa dal mare. Nel 1640 fu infatti tradotto in olandese il Sesto libro del trattato, nel 1658 fu tradotto il Terzo libro. Successivamente furono tradotte edizioni ridotte: ha scritto Konrad Ottenheim, il maggiore studioso della architettura Olandese del Seicento: “All’epoca i cittadini eminenti, i funzionari del governo e i facoltosi mercanti costituivano la più importante committenza di edilizia residenziale in Olanda” contribuendo così ad un larga diffusione del trattato.
 
Senza entrare qui in una diagnosi analitica di come il sistema di regole scamozziane siano largamente presenti nell’architettura seicentesca olandese, basti dire che alcuni celebri edifici, come Mauritshuis a l’Aja, debbano considerarsi la prova provata della straordinaria fortuna di Scamozzi in questo paese. I maggiori architetti qui operanti – Jacob van Campen, Pieter Post, Phlipp Vingboons – ebbero sì interesse per Palladio (il cui trattato non fu mai tradotto ) ma guardarono soprattutto a L’idea dell’architettura universale: scrive infatti ancora Ottenheim nel saggio in premessa al catalogo della mostra, ricco di reperti, disegni modelli, carte d’archivio: “Palladio offre agli olandesi degli esempi, ma Scamozzi insegna le regole”.
 
Nell’Olanda di Rubens, Rembrandt e Vermeer, nel paese che esercita il più severo e scientifico controllo del proprio territorio e conquista i commerci del mondo grazie alla sua formidabile flotta, Scamozzi è un comprimario che contribuisce a forgiare l’architettura più consona a rappresentare le ambizione di una società prospera e affluente come poche altre in Europa nel Secolo d’Oro. Un’influenza che si protrae fino alle soglie dell’Ottocento e si diffonde a macchia d’olio nel Brandeburgo, in Danimarca, in Svezia e in Polonia. Scamozzi aveva progettato per l’Olanda una diga che mai fu realizzata, scrive Guido Beltramini: ciononostante il suo tratto divenne un agente eccezionale della cultura, della scienza e dell’arti d’Italia in un largo spazio dell’Europa settentrionale.



Tags: Amsterdam, Andrea Palladio, Architettura, Cesare de Seta, fiamminghi, L'idea dell'architettura universale, Olanda, Palazzo Reale di Amsterdam, Vincenzo Scamozzi,
21 Luglio 2010

Oggetto recensito:

Perfection in Proportion. The Legacies of Palladio and Scamozzi in the Golden Age, Royal Palace, Dam Square, Amsterdam

A cura di: Konrad Ottenheim, in collaborazione con il Centro internazionale di Architettura Andrea Palladio di Vicenza
Fino al: 12 settembre
Ingresso: 7,50 intero, 6,50 ridotto, libero per i bambini sotto i 5 anni
Info: www.paleisamsterdam.nl

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