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ARTE CONTEMPORANEA

L'Arsenale di Pechino

Cronache dalla Biennale/2. Cina, Emirati Arabi e Sudafrica, ma anche gli insospettabili (per diversi motivi) Azerbaijan e Vaticano. I paesi emergenti reclamano il loro posto anche nel mondo dell'arte, e a Venezia lo trovano nell'ex struttura militare. Abbiamo selezionato per voi le opere migliori


di Chiara Di Stefano


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Gli spazi dell’Arsenale - destinati negli anni Ottanta ad ospitare eventi innovativi e un po’ laterali rispetto alla tradizione della centenaria mostra veneziana - oggi, ultimati i lavori di restauro di gran parte delle strutture appartenute al demanio militare, rappresentano l’approdo ideale per tutti quei Paesi emergenti che necessitano di una vetrina “istituzionalizzata”.
 
Negli ultimi anni infatti la Cina, gli Emirati Arabi Uniti e il Sudafrica hanno scelto di sistemarsi nelle affascinanti sale dell’ex arsenale militare di Venezia, operando in molti casi un efficace corto circuito tra l’arte contemporanea e l’archeologia industriale.
 
IMG1.jpgProprio gli Emirati Arabi Uniti occupano, assieme al Sudafrica, uno di questi nuovi padiglioni, scenograficamente raggiungibile solo con la scala mobile in stile centro commerciale di Dubai. La porzione del padiglione che ospita gli Emirati propone Walking on Water di Mohammed Kazem: una installazione video di grande impatto (qui sopra) in cui lo spettatore viene invitato ad isolarsi in una porzione di mare determinata da reali coordinate impostate dal GPS dell’artista.
 
Anche nel padiglione cinese le nuove tecnologie hanno un posto di rilievo. Nell’installazione Guge Bricks di ShuYong (in alto) infatti l’artista ha composto una sorta di muraglia cinese in miniatura nella quale ciascun mattone riproduce in ideogrammi una delle 1500 parole che identificano la vita cinese moderna. Gli stessi ideogrammi sono stati poi tradotti dall’artista in inglese attraverso il traduttore di Google e vogliono rappresentare la necessità di trovare un punto di contatto tra due differenti impostazioni culturali.
 
Accanto al padiglione Cina troviamo Vice Versa la collettiva curata da Bartolomeo Pietromarchi per il Padiglione Italia. La mostra è costituita da sette differenti ambienti in cui dialogano, su sette temi specifici, quattordici importanti artisti del panorama italiano tra i quali Michelangelo Pistoletto, Elisabetta Benassi, Fabio Mauri, Luca Vitone e Giulio Paolini. Con questa mostra Pietromarchi ha proposto un concept potenzialmente interessante anche se di certo non innovativo. Il dialogo tra gli artisti risulta spesso poco evidente. Questa mostra rappresenta un tentativo lodevole di riprendere il discorso curatoriale con serietà ed impegno, ma avremmo preferito qualche nome più giovane e, forse, qualche rischio in più.
 
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Attraversando il bacino di fronte al padiglione Italia non si può proprio perdere una delle più interessanti presenze alla Biennale di quest’anno, la mostra Love Me, Love Me Not (qui sopra): una collettiva dedicata all’arte proveniente dall’Azerbaijan e dai suoi immediati dintorni. La mostra, sostenuta dalla piattaforma indipendente YARAT, rappresenta un ottimo esempio di sincretismo ed è un'affascinante finestra sulla produzione artistica di una zona spesso ignorata dal mainstream che, con questa presenza alla Biennale, è indubbiamente riuscita a rappresentarsi con gusto ed intelligenza.
 
Ultimo, ma non in ordine di importanza, troviamo il controverso Padiglione della Santa Sede, che dopo anni di polemiche, riesce finalmente a conquistare il suo spazio all’Arsenale e propone la mostra In Principio, una riflessione colta e nient'affatto scontata sulla Creazione affrontata da artisti del calibro di Lawrence Carroll e del gruppo Studio Azzurro (qui sotto), questi ultimi presenti con un’installazione che è riuscita a convincere anche i più scettici.

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Tags: Arsenale, Biennale di Venezia, Chiara Di Stefano, cina, emirati arabi, recensione,
08 Luglio 2013

Oggetto recensito:

BIENNALE DI VENEZIA - ARSENALE

Giardini di Castello – Corderie dell’Arsenale
Venezia
dal 1 giugno al 24 novembre
giudizio:



7.02
Media: 7 (1 vote)

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