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FILM

Il nebuloso mondo di Amelia

Hilary Swank e Richard Gere nel nuovo film di Mira Nair su Amelia Eahart, leggendaria aviatrice americana scomparsa in volo nel 1937


di Andrea B. Previtera


Ecco un’altra celebrazione di un eroe (un’eroina in questo caso) statunitense, scusa eccellente per raccontare anche una storia d’amore o forse viceversa. Un film che ci riporta al vecchio adagio tutto italiano del Primo e Secondo Tempo - perché il cielo di Amelia è profondamente coperto per una prima metà ai limiti dell’abbandono prematuro di sala, per poi schiarirsi tanto lievemente quanto repentinamente.

Parrebbe di trovarsi di fronte al lavoro di due distinti registi, ma sulla sedia di tela troviamo la sola Mira Nair. Nessuna variabilità atmosferica, invece, per il cast: Hilary Swank, Richard Gere ed un marginale Ewan McGregor uniti sotto il segno di un’interpretazione raggelante che attraversa ambedue i “momenti” della pellicola.
Perché la divisione è netta anche in virtù dello schema narrativo: seguiremo così una biografia breve di Amelia Earhart, la leggendaria aviatrice americana scomparsa nel 1937 durante l’ultima di una lunga serie di imprese a mezz’aria ed una vita neanche troppo controversa. Il film ci introduce direttamente alla trasvolata fatale ma salta prontamente indietro nel tempo in una prima parte che ripercorre i dodici trionfali anni precedenti, per poi tornare ad una seconda dedicata alla ricostruzione dettagliata del disastro.
Su uno sfondo di personaggi dalla profondità inesistente, introdotti e liquidati ancora e ancora nell’arco di singole riprese, i protagonisti si muovono come in un teatro dei burattini: Richard Gere (George Putnam, prima agente e poi marito della Earhart) si occupa prevalentemente di prodursi in espressioni di grande severità alternate a sorrisi ebeti. Hilary Swank torna alla recita di quinta elementare, costretta anche da un copione penoso a sciorinare una selezione interminabile delle più grandi banalità da bacio perugina lasciateci dall’aviatrice.
Persino il montaggio rasenta l’amatoriale, con una monosoluzione per tre quarti dei cambi di scena dell’intera pellicola: dissolvenza, meravigliose meravigliose nubi su cielo terso, dissolvenza. Colonna sonora scarsamente significativa, fotografia buona e varia - perché in fondo la Earhart se ne va in giro per il globo terracqueo, e di colore su cui lavorare non ne manca.
Il tutto al servizio, almeno per la prima ora e ritagli, di una confusa accozzaglia di amore o presunto tale, tradimento controllato, e tanti embrioni di altre vicenducole solo ammiccate. Poi, quasi all’improvviso, quaranta minuti di pathos e ritrovata maturità registica, sulla scia del quasi-giro del mondo che costerà la vita all’eroina volante.
Concediamo questo ad Amelia, figlia di Mira Nair: si fa carico di parlarci di un’Amelia le cui gesta potrebbero forse propellere un buon documentario, ma dalla vita personale piuttosto grigia, inadatta agli impianti hollywoodiani. E chissà che ora non si stia rigirando nella tomba, alla velocità di quelle turbine che hanno finito per portarla fino al grande schermo – suo malgrado, nostro malgrado.


Tags: Amelia, Amelia Eahart, Andrea B. Previtera, aviazione, Ewan mcgregor, Hilary Swank, Mira Nair, Richard Gere,
05 Gennaio 2010

Oggetto recensito:
AMELIA, DI MIRA NAIR, USA 2009, 111 M.
giudizio:



6.595713
Media: 6.6 (7 voti)

Commenti

Thanks you , very nice post

9

Thanks you , very nice post admin.

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