• Seguici su:
FILM

Soldini, la passione che ci consuma

In Cosa voglio di più Alba Rorwacher e Pierfrancesco Favino sono due amanti clandestini, travolti dall'attrazione sessuale e dalle continue spese che la loro situazione impone


di Marinella Doriguzzi Bozzo


La pellicola di Soldini - anche se preparata da lontano grazie ad un contesto di parenti, di amici, di lavoro, di palazzoni, di milanesità, eccetera - cerca di documentare, più che di filmare, la storia di una passione fedifraga, che scocca all’improvviso come bisogno carnale, mentre i vincoli al contorno - o meglio i classici ingannati - continuano le loro vite addosso ai due protagonisti, che sanno come reagire all’impulso, ma hanno dei problemi sul dove esercitarlo.
 
E qui scatta il primo equivoco del film. Perchè solo dopo molti e molti amplessi i due, al di là dei loro nomi, sembrano scambiarsi una confidenza intima: ossia se preferiscono la pizza o i broccoli ripassati in padella. E quindi ci si dovrebbe coerentemente aspettare non tanto delle scene hard, quanto qualche cosa di comunque fisicamente più ispirato. Invece il regista o per signorilità malintesa, o per paura, o per limiti propri, filma sia gli accoppiamenti che i nudi più con reticenza che con garbo (in questo richiamando alla memoria, rammodernati, i baci degli anni '60, che ignoravano l'esistenza degli attori, e degli umani tutti, dalla vita in giù. E che, per far comprendere la passione, andavano di dissolvenza solo su caminetti ardenti). Si registrano invece con maggior credibilità, con un’attenzione da dotati entomologi, sia i particolari della convivenza di lei, che i dettagli maritali e paterni di lui.
 
Ma l'autore fa di meglio, non sappiamo quanto consapevolmente. Affianca al concetto d’amore, comunque lo si voglia intendere, il concetto di consumo. Per cui non solo diventa difficile spogliarsi (perchè gli alberghi a ore costano, il tempo è poco, il lavoro incalza, i parenti vegliano, gli amici ti incontrano per la solita pizza ma intanto pretendono di radiografarti l’anima...) ma sembra anche impensabile che una relazione possa essere tale, tanto più se clandestina, senza l’evasione di una cena fuori, un viaggio da dépliant nei soliti luoghi turistici della costa africana, il ballo da condividere in un locale più o meno alla moda, l’happy hour ormai di prammatica, eccetera eccetera.
 
Quindi non solo i sentimenti, ma anche la più semplice animalità non regge senza le trappole che l’individuo di questa sterminata borghesia di massa è riuscito a crearsi, per rendere sempre più laboriosa, più ripetitiva, più da cavia la ruota girevole della propria esistenza seriale. Che detto così, potrebbe nobilitare un film diligente e attento, sceneggiato con cura, interpretatato discretamente e che, di striscio, fa comprendere un argomento politico, ormai decotto a luogo comune, ma sempre vero: perchè non si riesca più ad arrivare alla fine del mese.
 
Invece, in nome dell'amour fou, si mette un po' tutto sullo stesso piano, dicendo con grazia scolastica cose che tutti conosciamo, o direttamente o indirettamente, compresi l'imbarazzo degli affetti e le ulcere delle colpe. Si sbadiglia un po' di nascosto, per una questione di educazione e di affetto, come al tè delle vecchie zie che si ripetono, e si guadagna il tendone di velluto con un certo colpevole sollievo. Perchè nel film c'è tutto, ma proprio tutto. E qualche taglio sarebbe stato commendevole. E forse, ancora di più, l'adozione di un punto di vista meno virtuoso. E, seppur involontariamente, il pensiero corre al ben più ventilato e surreale, (anche se sopravvalutato) Pane e tulipani. Che crediamo rimanga la vera condanna del povero regista. Ma non credo sia colpa nostra, se tutte le volte la memoria continua a correre là. O se l'implicita interrogazione del titolo di quest'ultima fatica può prestarsi ad una risposta pungente.



Tags: Alba Rorwacher, amore, baci perugina, consumi, Cosa voglio di più, Marinella Doriguzzi Bozzo, nudo, Pane e tulipani, passione, Pierfrancesco Favino, Silvio Soldini, tradimento,
10 Maggio 2010

Oggetto recensito:

Cosa voglio di più, di Silvio Soldini, Italia, Svizzera 2010, 126 m.

giudizio:



9
Media: 9 (1 vote)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.