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MUSICA JAZZ

Fresu, suoni e memoria

Dieci anni dopo aver ritrovato le radici sarde in Sonos e Memoria, il trombettista prosegue la sua ricerca in terra di Corsica. Gli danno una mano il bandoneonista Daniele di Bonaventura e il gruppo vocale tradizionale A Filetta: in Mistico Mediterraneo jazz, elettronica e antichi canti isolani viaggiano insieme


di Marco Buttafuoco


Mixare suoni jazz, elettronica e musica antica e/o popolare non è operazione inedita. Gli esempi potrebbero essere tanti. Per tutti possiamo ricordare il fortunatissimo Officium inciso da Jan Garbarek e dall’Hilliard Ensemble, gruppo vocale specializzato nella musica medievale sacra e profana. In quella storica incisione del 1993 il sassofonista norvegese tracciava terse volute sull’austera architettura vocale dei suoi partners. Il tutto era molto suggestivo ma anche un po’ algido, costruito. D’altronde, spesso, queste operazioni sono dettate da urgenze estetizzanti più che da una ricerca profonda.
 
Non è così per Paolo Fresu, artista da tempo alle prese con il conflitto, vivo e gioioso, fra il jazz, musica aperta per sua natura al nuovo e alla sperimentazione, e la cultura arcaica della sua terra: una cultura che sopravvive nei piccoli paesi delle montagne della Sardegna, come la luce di una stella morta nelle profondità del tempo e che continua a mandarci la sua luce. Il suo progetto Sonos e Memoria, cui partecipava anche un quartetto vocale tradizionale (Su Cuncordu e Rosariu di Santu Lussurgiu) risale al 2001. 
 
paolo_fresu.jpgA dire la verità questo nuovo capitolo della sua ricerca Fresu lo ha ambientato in Corsica, anch’essa terra aspra, segnata da cicatrici arcaiche, come la Sardegna. Protagonista del disco è infatti oltre alla tromba ed al flicorno del leader il celebre coro di voci maschili di A Filetta. A completare il quadro, oltre a frequenti e non sempre necessarie pennellate elettroniche, è il bandonenon di Daniele di Bonaventura, usato spesso nella sua dimensione più “filologica” (in effetti nacque come organetto da chiesa) ma anche come strumento da ballo.
 
Mistico Mediterraneo
è davvero un gran disco. Emozionante nella sua ricerca di una cantabilità ancestrale, nella sua malinconia profonda ma scabra, nel suo ricordo di una ritualità essenziale e perduta. I due mondi, quello del musicista di avanguardia e quello degli antichi cori dei villaggi spersi sui monti della Corsica dialogano, sembrano raccontarsi reciprocamente le loro storie, come in una veglia di tempi lontani, in una temperie sonora fatta di calma inquieta.
 
Fra i brani segnaliamo il Rex tremendae maiestatis, sequenza iniziale della Messa da Requiem, l’incantato Le Lac, Figliuolu d’ Ella, e anche lo straziante canto nazionalista corso di Liberata: ma tutto il disco è da ascoltare con attenzione e partecipazione. C’è dentro il Fresu più autentico.



Tags: A filetta corsican voices, bandoneon, corsica, Daniele di Bonaventura, Marco Buttafuoco, Mistico Mediterraneo, Paolo Fresu, recensione, Sardegne,
19 Aprile 2011

Oggetto recensito:

Paolo Fresu, A Filetta Corsican Voices, Daniele di Bonaventura, Mistico Mediterraneo, ECM 2011

giudizio:



7.515
Media: 7.5 (6 voti)

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