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ATTUALITA'

Ai confini della paura

Da ieri agli stranieri sieropositivi non è più vietato varcare la frontiera Usa. E' finito il panico? No, ha solo cambiato volto


di Dario De Marco


Sicché da ieri gli stranieri sieropositivi possono entrare negli Stati Uniti. Ma perché, prima non potevano? No, era severamente vietato. L’America, faro della libertà, riservava alle persone affette da virus Hiv lo stesso trattamento di paesi democraticissimi come Arabia Saudita, Corea del nord, Cina, Russia, Sudan e Malesia (e pochi altri, meno di trenta secondo la Lila)
Una normativa che nel corso degli anni ha impedito a migliaia di turisti di visitare Times Square e il Gran Canyon, a migliaia di studenti di formarsi a Berkeley e Harvard, a migliaia di lavoratori di continuare a svolgere i propri tranquilli affari o di cercarne nuovi, a migliaia di bambini provenienti da paesi poverissimi di essere adottati. Insomma ha impedito a milioni di persone di vivere con una parvenza di normalità prima dell’inevitabile – per tutti noi, sieropositivi e non – finale di partita.
 
Viva Obama allora, che ha promesso e mantenuto l’abolizione di quello che era diventato – che era sempre stato – uno stigma sociale e non una misura sanitaria. Però, ci si domanda che cosa è successo, che ha determinato la svolta. L’Aids è stato sconfitto? Si è trovato il vaccino per l’Hiv? Ovviamente no. E se i numeri del contagio sono in diminuzione rispetto a quelli di dieci o solo cinque anni fa, in termini assoluti sono sempre impressionanti: 33 milioni di sieropositivi al mondo, di cui 22 milioni solo in Africa, e ben 1 milione e mezzo in Nord America. (Fonte, il rapporto 2009 del programma Onu contro l’Aids. E l’attuale Papa, e il precedente uguale, ha ancora il coraggio di dire che il preservativo non è un rimedio. Ma questa è un’altra storia).
 
E’ successo invece che è finito il terror panico. La legge americana era dell’87: ma voi ve lo ricordate quello che si diceva dell’Aids negli anni Ottanta? Che lo prendono solo gli omosessuali, anzi no, anche le prostitute, e gli attori porno, e pure i mariti infedeli; che si passa anche con una stretta di mano, anzi no, con uno starnuto, macché, ci vuole un bacio, però anche senza lingua. Insomma il festival dell’ignoranza, assurta poi non solo a leggenda metropolitana – che quelle come si diffondono così si dimenticano – ma come si è visto anche a ben più duratura legislazione.
 
E’ finito il panico, o meglio si è coagulato attorno ad altri fattori. Quello che nel dopoguerra fu il pericolo rosso e l’allarme guerra atomica, nei più spensierati eighties fu sostituito dalla peste del sesso, ed è oggi validamente rappresentato dal terrorismo. Per carità, non che si voglia negare la realtà di Al Qaeda e di tutti gli attentati dall’11 settembre in poi. Ma in nome di quello, quante vittime innocenti (ricordate ad esempio Jean Charles de Menezes, il brasiliano ucciso dalla polizia a Londra perché aveva la pelle scura quindi simil-arabo e stava correndo nella metropolitana semplicemente perché in era ritardo?). E oltre alle tante vittime in carne ed ossa, una che non cesseremo mai di piangere: la libertà.
 


Tags: africa, aids, america, Dario De Marco, divieto, frontiera, hiv, obama, sieropositivi, terrorismo, usa,
05 Gennaio 2010

Oggetto recensito:

L'ABOLIZIONE DEL DIVIETO PER I SIEROPOSITIVI STRANIERI DI ENTRARE NEGLI USA

giudizio:



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