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LIBRI - TEATRO

La scena aperta di Grassi

Al fondatore del Piccolo di Milano e socio di Giorgio Strehler è dedicata questa Biografia tra teatro, cultura e società scritta dall'allievo Carlo Fontana: non solo il lavoro sul palcoscenico ma anche la forte concezione politica di un'arte democratica e di una ribalta che fosse davvero per tutti


di Nicola Arrigoni


"Il teatro è per me come l’acqua per i pesci". Basterebbe questa citazione per definire cosa abbia rappresentato per Paolo Grassi il lavoro di scena: un vero e proprio ossigeno della sua attività culturale e politica, la lente attraverso cui leggeva e si sforzò di riformare il mondo. Se poi si aggiunge un’altra citazione di colui che fu fondatore del Piccolo di Milano insieme a Giorgio Strehler, la spinta sociale della filosofia di Grassi viene fuori a chiare lettere: "Il teatro è un diritto e un dovere per tutti. La città ha bisogno del teatro. Il teatro ha bisogno dei cittadini". 
 
Parole che la dicono lunga suquanto sarebbe importante rileggere le attività di spettacolo con un occhio alla politica, ovvero alla "città", e alla necessità di investire su di essa e sugli scenari che solo l’arte può offrire all’ottimismo e al futuro. Così non è un caso che il volume a cura di Carlo Fontana che di Grassi fu allievo, s’intitoli: Paolo Grassi. Una biografia tra teatro, cultura e società. Il libro si compone dei saggi di Alberto Bentoglio, Paola Merli, Stefano Rolando e Massimo Vitta Zelman chiamati a occuparsi delle varie fasi della biografia culturale e politica di Paolo Grassi, partendo dalle esperienze di cronista e organizzatore teatrale negli anni del Ventennio per arrivare alla fondazione del Piccolo Teatro nel 1947 e al sodalizio con Giorgio Strehler durato fino al 1972. 
 
piccolo.jpgC’è poi l’impegno per una socialità etico-politica del teatro di musica (è il titolo del secondo capitolo) che vide Grassi impegnato alla direzione della Scala (1972 - 1976), fino agli anni della Rai, dal 1977 al 1980 e all’ultimo incarico a guida dell’Electa. Fasi di una vicenda culturale ricca che ha fatto scuola e che Carlo Fontana, già sovrintendente della Scala, racconta e sintetizza nella prefazione con affettuosa cura tanto da affermare che: "Ricordare Paolo Grassi sembra infatti necessario oggi più che mai: anche nel mondo dello spettacolo si va affermando una tendenza di pensiero che sembra ricondurre il fare arte e cultura al solo valore monetario, ponendo la passione civile nel dimenticatoio con conseguenze non proprio esaltante. Di qui la necessità di riflettere su di un uomo che fondò la sua professione di operatore sulla passione civile". (sopra a sinistra con Bertolt Brecht e Giorgio Strehler)
 
Il teatro portato nei quartieri, o nelle fabbriche, il decentramento provinciale o regionale coniugato a un’attenzione all’internazionalità e a quanto accadeva in Europa sono un tutt’uno, una spinta a pensare possibile la cultura e l’arte laddove prima non lo era, nella convinzione che il fare cultura appartiene a tutti, chiama in causa l’intera comunità e non conosce differenzi dei classe e di ceto. Basti pensare alla scelta di Grassi di ospitare alla Scala concerti per lavoratori e studenti, oppure tutto il lavoro di promozione dell’attività scaligera fatta nelle scuole e nei luoghi di lavoro, esperienza mutuata allora da quella maturata nella sede del Piccolo Teatro di via Rovello. 
 
Se oggi tutto ciò è quasi entrato nella normalità delle case, negli anni Sessanta e Settanta fu una rivoluzione che molto ha ancora da insegnare nell’Italia che bistratta la cultura e lo spettacolo.



Tags: Carlo Fontana, cultura e società, Nicola Arrigoni, Paolo Grassi. Una biografia tra teatro, recensione,
09 Maggio 2012

Oggetto recensito:

Paolo Grassi Una biografia tra teatro, cultura e società a cura di Carlo Fontana, Skira Editore, 248 p, Milano 2011, euro 24,65

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