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PITTURA

Hans Hartung, è il gesto che conta

L'aver perso una gamba durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale non lo scoraggiò: il pittore francotedesco continuò a pensare un'arte che metteva al centro fisicità e azione. Al Museo di Scienze Naturali di Torino l'Associazione Italiana Paralisi Spastica gli dedica una personale


di Cristina Geninazzi

 


Una mostra senza pretese, senza un’acclamata curatura, senza una pubblicizzazione a tappeto per la città: una mostra fatta di quadri appesi a pannelli di compensato. Niente di più. Ma allo stesso tempo, niente di meno. La semplicità spoglia dell’esposizione, organizzata al Museo di scienze naturali di Torino fino al 30 gennaio, esalta la bellezza singolare delle opere di Hans Hartung, audace pittore del Novecento.
 
L’artista (1902-1989), tedesco di nascita ma francese d’adozione, dagli albori alla maturità si espresse attraverso l’arte non figurativa, in un equilibrio calibrato tra l’anarchia dell’informale, la potenza del gesto segnico e il gioco di accostamenti cromatici. Ventisei opere di grande impatto visivo ed emotivo snodano le tracce dell’evoluzione artistica hartunghiana dal 1947 al 1985, caratterizzata da un gusto - sempre più diffuso col passare degli anni - degli effetti pittorici dati da supporti quali l’aerografo, le spatole o i "simil-rastrelli", e da accostamenti cromatici arditi di colori freddi.
 
All’ingresso una videoproiezione offre la testimonianza del metodo di lavoro dell'artista: un processo rigoroso di passaggi tecnici (progettare la struttura dell’opera, definirne i supporti e i componenti) che sfocia nell’esperienza personale dell’esecuzione, in cui la casualità del gesto e la presenza fisica del pittore che agisce nel tempo sulla tela hanno una funzione creatrice e caratterizzante.
 hartung,_1982,__acrilici_su_tela,_cm_81_x_100.jpg
La mostra è organizzata dall’Associazione Italiana Paralisi Spastica che desidera porre l’accento sul concetto di "limite" come potenzialità espressiva. Di questo è testimonianza la vita stessa del pittore: mutilato di una gamba durante la Seconda Guerra mondiale e quindi sofferente di difficoltà motorie, Hartung spinse la sua ricerca verso supporti pittorici che veicolassero il legame tra il gesto dell’artista e l’impronta pittorica lasciata sul quadro, facendone la sua peculiarità stilistica. Il limite fisico per lui quindi divenne stimolo, trampolino di "slancio" verso nuove possibilità. (a sinistra, Hartung 1982)
Così come avviene nella fruizione di questa esperienza artistica, dove la mancanza di riferimenti figurativi, che può essere avvertita come un limite, in realtà depura un linguaggio di segni e cromie che acquista bellezza potente e arriva diritto all’emozione.



Tags: arte astratta, Cristina Geninazzi, Hans Hartung, Lo slancio, Museo delle Scienze Naturali, pittura astratta, recensione,
13 Gennaio 2011

Oggetto recensito:

HANS HARTUNG, LO SLANCIO 1947-1985, I GRANDI DIPINTI, MUSEO DI SCIENZE NATURALI, Torino

Fino al: 30 gennaio
Dove: Museo di Scienze Naturali, via Giolitti 36, Torino
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiuso il martedì
Ingresso: euro 5
Curatore: Paolo Turati, in collaborazione con Luca Barsi
Informazioni sulla mostra: www.hartungloslancio.it
Il sito dell'Associazione Italiana Paralisi Spastica: www.aipsonlus.it
Lo spettacolo: congiuntamente alla mostra, è in scena lo spettacolo teatrale della compagnia Dino Mascia Lo slancio, che ripercorre la vita di Hans Hartung e avvicina il pubblico al mondo dell'arte contemporanea. Dopo la prima al Teatro Carignano di Torino, altre repliche si terranno negli spazi espositivi

giudizio:



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